Le 10 soft skill del futuro
Non basta la preparazione tecnica: un mondo in continua trasformazione richiede anche un buon numero di doti individuali, non tutte allenabili. Ecco quali sono le più ricercate oggi e nei prossimi anni. E per quali ragioni sono determinanti 1. PENSIERO CRITICO (E INNOVATIVO)
In una società sempre più polarizzata, la capacità di analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo, elaborando risultati concreti, sarà sempre più cruciale. Questa competenza cognitiva denota che il lavoratore è capace di non lasciarsi influenzare da pregiudizi o impressioni soggettive. Secondo il World Economic Forum (Wef), nell’orizzonte 2025, il pensiero critico dovrà combinarsi anche con la capacità di pensare in maniera innovativa.
2. APPRENDIMENTO ATTIVO
L’atteggiamento proattivo del lavoratore farà la differenza nel medio-lungo periodo. Questa competenza si collega alla volontà di essere coinvolti attivamente in un processo di formazione che mira a consolidare e costruire conoscenze. Nell’ufficio del domani, la curiosità e la volontà di migliorarsi avranno la meglio su un comportamento passivo e orientato all’ordinario.
3. CAPACITÀ DI RISOLVERE I PROBLEMI COMPLESSI
Il classico problem solving non è più sufficiente. Sarà opportuno sapersi destreggiare negli scenari in cui aumenta la complessità del quotidiano a fronte di un minor tempo di elaborazione. Ovvero, saper analizzare le cose in modo lucido, trovando rapidamente delle soluzioni senza andare nel panico. Anche sostenere conversazioni difficili e complesse è rilevante per il 44% delle aziende intervistate dalla società di formazione Cegos. 4. CREATIVITÀ Se già prima della pandemia la capacità di pensare fuori dagli schemi era apprezzata in molti settori, nel post-covid sarà ancora più cruciale. Infatti, molti recruiter saranno alla ricerca di chi è capace di innovare nel quotidiano, attuando cambiamenti, ragionando in maniera creativa e proponendo soluzioni originali. Inoltre, la creatività e la proposta di nuove idee ben si sposano con l’intraprendenza del lavoratore, qualità già richiesta dal mercato.
5. LEADERSHIP E INFLUENZA
La leadership non scompare, ma si trasforma: saper coordinare le attività di un gruppo, delegando i compiti e promuovendo la sinergia, sarà determinante in un contesto ibrido. Secondo Cegos, la capacità di gestire un team da remoto è considerata una qualità già rilevante, ma ancora da acquisire, per il 43% delle aziende intervistate. Non solo: per essere un leader, nel futuro, si dovrà saper influenzare positivamente i colleghi attraverso il carisma, le idee e l’empatia.
6. TOLLERANZA ALLO STRESS
Chi riesce a restare distaccato sotto pressione e a non farsi prendere dalle emozioni avrà una marcia in più. Saper gestire lo stress indotto dal cambiamento del mondo del lavoro è utile, già oggi, per il 63% delle aziende consultate da Cegos. Questa competenza trasversale, in futuro, sarà necessaria proprio a causa di uno stravolgimento dei modelli lavorativi, meno lineari rispetto al presente. Per questo, secondo il Wef, la tolleranza allo stress va di pari passo con la resilienza e la flessibilità del lavoratore.
7. INTELLIGENZA EMOTIVA
S’intende la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le emozioni proprie e dei colleghi, siano queste verbali, para-verbali o non verbali. Ogni giornata lavorativa, infatti, è colma di esperienze emotive che influenzano ogni nostra interazione. L’intelligenza emotiva permette di governarle, divenendo una competenza chiave in azienda, in quanto consente al team di sviluppare una simbiosi empatica che agevola il lavoro di squadra.
8. EFFICACIA COMUNICATIVA
In un contesto ibrido, l’efficacia comunicativa sia verso i colleghi sia verso gli interlocutori esterni è una competenza trasversale imprescindibile. Si fonda soprattutto sulla chiarezza e sulla capacità di saper indirizzare i messaggi. Non a caso, comunicare in modo efficace nonostante il distanziamento fisico è già una criticità del presente per il 59% delle aziende.
9. SELF MANAGEMENT
In cima alle criticità del presente c’è l’efficacia personale. Quindi, si comprende come il self management – che conferisce indipendenza decisionale e d’azione – sarà davvero importante in un contesto in cui il lavoro subirà profonde mutazioni. Questo, però, deve essere conciliato con le dinamiche e le gerarchie dell’organizzazione, seppur anch’esse in evoluzione. In questo contesto rientrano poi un’efficace gestione del tempo e una corretta applicazione del decision-making.
10. PERSUASIONE E NEGOZIAZIONE
Se l’automazione entra nel lavoro, le abilità sociali saranno tra le soft skill più richieste. Negoziare significa saper orientare singoli individui o gruppi nel risolvere situazioni conflittuali nel reciproco interesse. Persuadere, poi, richiede un’ottima gestione delle informazioni per portare l’interlocutore al convincimento di una propria posizione. A riprova della loro importanza fin da ora, secondo Cegos, il 44% delle aziende ritiene fondamentale saper negoziare nel quotidiano per raggiungere i propri obiettivi.