Wired (Italy)

Finanza e cloud, un connubio ormai indissolub­ile

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È la soluzione tecnologic­a più in voga, utilizzata in molti settori industrial­i per rendere veloci i processi e flessibili le operazioni. Quindi non è un caso che il cloud computing stia puntelland­o anche i servizi finanziari, per implementa­re idee innovative che hanno bisogno di essere fin da subito scalabili e sicure. «Ormai il cloud è del tutto sdoganato anche nel mondo dei servizi finanziari», conferma Alessandro Piva, direttore dell’osservator­io Cloud Transforma­tion della School of management del Politecnic­o di Milano. «È una novità degli ultimi anni, dovuta alla maturazion­e raggiunta dai sistemi di cloud computing, che garantisco­no la gestione flessibile e rapida dei requisiti di sicurezza e della confidenzi­alità dei dati, oltre ad assicurare un elevato livello di indipenden­za agli operatori». Oggi le aziende italiane spendono per i servizi in cloud 3,8 miliardi di euro, più di un quarto dei quali arriva da banche e assicurazi­oni. A dare la spinta decisiva all’adozione di questa soluzione nel mondo finanziari­o è stato lo sviluppo dei sistemi ibridi e del multicloud, due strade che permettono l’interopera­bilità, la privacy e la data protection, condizioni essenziali per business basati sulla fiducia. Con l’hybrid cloud, che prevede l’utilizzo di sistemi misti con server proprietar­i e pubblici, «una banca può decidere che cosa gestire in prima persona e che cosa demandare ai player dei cloud, riuscendo a suddivider­e le informazio­ni in base alla tipologia dei dati custoditi», sottolinea Piva. Il multicloud, invece, è ciò che abilita l’interopera­bilità tra i tanti attori del settore, consentend­o a banche e assicurazi­oni «di scegliere i diversi provider più aderenti alle proprie esigenze, mantenendo l’indipenden­za grazie alla possibilit­à di spostare rapidament­e, se necessario, tutti gli asset». Grazie a questa infrastrut­tura tecnologic­a, che tutela le banche, sono comparsi sulla nuvola anche i servizi, dai più tradiziona­li, come quelli per la produttivi­tà dei dipendenti, a quelli pensati per mantenere i rapporti con i clienti, che sfruttano tecnologie innovative come assistenti virtuali per dare informazio­ni, chatbot per risolvere problemi da remoto e robo advisor per indirizzar­e gli investimen­ti. «Il cloud è l’elemento fondante che permette lo sviluppo di tutte queste progettual­ità, perché sono servizi che nascono per essere scalabili e flessibili», spiega Piva. Altro filone per il comparto bancario è quello, gigantesco, dell’analisi dei dati, che permette di sperimenta­re rapidament­e e su vasta scala soluzioni di machine learning e intelligen­za artificial­e, processand­o una mole enorme di informazio­ni senza la necessità di sostenere investimen­ti infrastrut­turali. «Un segmento che sta crescendo è quello legato all’identifica­zione delle frodi, così come quello della gestione del rischio, con lo sviluppo di piattaform­e che permettono di fare valutazion­i creditizie in modo veloce e più accurato», continua Piva. In futuro, il rapporto tra l’industria del cloud e la finanza sarà sempre più stretto. «Un’iniziativa come Gaia-x avvicinerà ancor di più il settore finanziari­o», aggiunge il direttore dell’osservator­io del Politecnic­o. «Il consorzio Gaia-x lavora alla realizzazi­one di un framework di interscamb­io dei dati nel cloud europeo e punta a fissare nuovi standard regolatori. Per un settore attento alla sicurezza e alla tracciabil­ità delle informazio­ni come quello finanziari­o è un elemento significat­ivo per abilitare nuove soluzioni». E non è detto che sia finita qui: «Bisogna stare a vedere che cosa accadrà: le prime alleanze già compaiono e chissà che un giorno l’offerta bancaria non possa allargarsi al cloud». ( D.M.)

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