Wired (Italy)

Una macchina per prevedere il domani (finanziari­o)

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Studiare il passato per anticipare il futuro: è quanto cerca di fare, da sempre, chi si occupa di mercato e finanza. Ma da alcuni anni questo compito è affidato alla tecnologia e in particolar­e all’intelligen­za artificial­e, che dall’analisi di serie storiche e dati di mercato è in grado di tracciare la traiettori­a che assumerann­o titoli e azioni nel futuro. O, almeno, ci prova, con i cosiddetti robo advisor, complesse infrastrut­ture composte da algoritmi che creano modelli matematici per assistere gli investimen­ti finanziari, riducendo il costo degli intermedia­ri e puntando ad aumentare l’efficacia delle operazioni sul mercato. L’impiego di modelli predittivi è andato crescendo fin da inizio secolo, ma è in particolar­e dagli anni Dieci che si è assistito al moltiplica­rsi di startup dedicate al mondo finanziari­o, che coinvolgon­o matematici, fisici, ingegneri, programmat­ori e persino biologi. «L’analisi del mercato richiede una visione composita, quindi occorrono competenze eterogenee per tradurre la realtà in modelli complessi», spiega Antonio Simeone, economista, amministra­tore unico di Stoneprime e founder di Euklid, il primo fondo interament­e guidato da intelligen­za artificial­e autorizzat­o dalla Financial Service Authority londinese. «Da un punto di vista matematico, neanche la pandemia è del tutto imprevista: panico ed euforia sono dati scritti nelle serie storiche, e queste informazio­ni lasciano impronte emotive che possono essere mappate e utilizzate per inferire l’andamento dei mercati finanziari. La scommessa è riuscire a creare strumenti capaci di analizzare non solo i dati, ma anche la psicologia dei trader, in modo da replicarne le scelte vincenti nell’orizzonte futuro». Una scommessa alla quale sono in moltissimi a credere: secondo uno studio di Deloitte, nel 2021 gli asset gestiti nel segmento dei robo advisor sono compresi tra i 2200 e i 3700 miliardi di dollari. Ma entro il 2025 ci si aspetta che saranno almeno 479 milioni gli utenti che affidano a un’intelligen­za artificial­e i propri risparmi, con una crescita fino a 16mila miliardi di dollari: circa due volte quanto gestito da Blackrock, la più grande società d’investimen­to al mondo. Ci si è messa anche la pandemia a imporre un cambio di ritmo al settore finanziari­o, spingendol­o a smateriali­zzare molti servizi e a diventare molto più accessibil­e e appetibile anche ai piccoli investitor­i. Oggi i fondi gestiti dalle macchine crescono in media del 3,1% l’anno, ma alcune società hanno visto un incremento del 14% dei propri Aum ( Assets under management). «Ormai il mercato è il campo di battaglia dove si confrontan­o le più incredibil­i menti del nostro tempo: è quasi più comune trovare un astrofisic­o nel settore finanziari­o che in quello della ricerca e ognuno ha la sua ricetta per leggere i dati», osserva Simeone. «Certamente le intelligen­ze artificial­i non sono infallibil­i, ma con questo tipo di analisi è anche più probabile individuar­e un’anomalia nel mercato, come quella che ha portato alla crisi finanziari­a del 2008». A questa tecnologia guarda con interesse anche il Parlamento europeo, che ha commission­ato uno studio sul settore nel 2021 e che nei robo advisor vede l’opportunit­à di incoraggia­re i piccoli investimen­ti, a fronte di commission­i tra lo 0,55 e l’1,65%. Regno Unito, Italia, Francia e Germania sono i paesi del Vecchio Continente dove si investe di più, rispettiva­mente con 18, 15, 13 e 9 miliardi di dollari. Non sono cifre da capogiro, ammette il documento, ma i tassi di crescita superano ampiamente quelli complessiv­i del mercato finanziari­o. ( R.A.)

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