Corriere del Ticino

«In gara-7 il passato non conta»

/ Il Lugano è partito ieri per Friburgo, dove stasera si gioca la «bella» dei quarti di finale - Luca Gianinazzi: «Abbiamo le carte in regola» Marco Müller: «A vincere sarà la squadra più disciplina­ta, nel gioco e nella gestione delle emozioni - Dovremo g

- Fernando Lavezzo

La pioggia alla partenza, la neve lungo il tragitto, i primi assaggi di traffico pasquale. Non è stato un viaggio indimentic­abile, ma almeno il Lugano si è tolto un peso. Anticipand­o di un giorno la trasferta a Friburgo, ieri la squadra bianconera si è messa nelle condizioni migliori per avvicinars­i serenament­e a gara-7. «Senza stress», come dice Marco Müller.

Questa mattina gli uomini di Luca Gianinazzi potranno allenarsi sul ghiaccio della BCF Arena, dove stasera andrà in scena la sfida che deciderà la serie e il destino delle due contendent­i. Vincitori in semifinale, sconfitti in vacanza. «È la dura legge di gara-7, ma è proprio questo a renderla così speciale ed emozionant­e», ci racconta ancora Marco Müller prima di pranzare con i compagni al Club '41 della Cornèr Arena. «Dopo il successo di martedì, ho fatto fatica a prendere sonno», confessa l'attaccante numero 10. «Ma per me non è una novità: dopo ogni match, infatti, ho sempre bisogno di un po' di tempo per lasciar scendere l'adrenalina».

Per il Lugano gara-7 è un sogno, sì, ma ad occhi aperti. Difficile da immaginare, dopo le prime due sconfitte senza appello. «Abbiamo avuto un'evoluzione costante, siamo cresciuti sull'arco della serie», afferma coach Gianinazzi. «Ma ora si azzera tutto», aggiunge. «Sarà importante rispondere bene nei momenti decisivi».

Dolce ricordo

«Partite così bisogna gustarsele, perché nel bene e nel male sono quelle di cui un giocatore si ricorderà per tutta la vita», ci ha detto Mario Kempe in vista della «bella». Marco Müller è pienamente d'accordo con il compagno svedese: «Sarà importante godersela e divertirsi, senza pensare trop

po». «Mullo», in carriera, ha disputato una sola gara-7. Quella che il 1. maggio del 2022 consegnò il titolo al suo Zugo, dopo aver rimontato dallo 0-3 la serie contro gli ZSC Lions. «Essendo una finale, in quel caso le emozioni erano ancora più forti», ricorda Marco. «Per arrivare fino a quel punto con il Lugano manca ancora un po'. Ma per sperare di fare strada, dobbiamo eliminare il Friburgo. Quindi sì, come in ogni gara-7, stasera si gioca soltanto per vincere. D'ora in poi, ogni singolo cambio potrà cambiare il corso degli eventi. Tutto ciò che è successo nelle prime sei partite non conta più».

Il Lugano ha vinto tre delle ultime quattro gare della serie. Vorrà pur dire qualcosa, o no? «Di sicuro abbiamo tanta fiducia», spiega Marco Müller. «Sappiamo di poterli battere, ma può succedere di tutto. Già nei primi 5 minuti potrebbe accadere qualcosa di imprevedib­ile, in grado di dare una svolta alla serata. Credo che a vincere sarà la squadra più disciplina­ta, nel gioco e nella gestione delle emozioni. Servirà il giusto equilibrio tra attacco e difesa. In questo senso, possiamo ripartire dall'ottimo terzo tempo di martedì sera. In vantaggio di un gol, abbiamo continuato a proporre il nostro gioco, evitando così di farci schiacciar­e in difesa».

Quarta linea e power-play

Per la prima volta nella serie, l'altro ieri ha segnato anche la quarta linea bianconera. Il 3-1 di Patry è poi risultato essere il gol decisivo. «Nei playoff il cosiddetto ``secondary scoring'' può fare la differenza», prosegue Marco Müller. «Ma è dall'inizio della serie che la quarta linea ci sta aiutando con la sua grande energia».

Fondamenta­le, poi, il risveglio del power-play: due reti in gara-4, altre due in gara-6. Così, vincere è un po' più facile: «Abbiamo studiato il boxplay

del Friburgo, cercando di individuar­ne i punti deboli. Al di là degli schemi, però, sono la precisione e la velocità nell'esecuzione a fare la differenza. Quando inizi a segnare, la fiducia aumenta e ogni singolo gesto diventa più facile e naturale. Al nostro power-play è successo proprio questo».

Pressioni a confronto: il peso delle scorie e quello della storia IERI E OGGI / I dubbi di chi insegue il suo primo titolo e quelli di chi non vince una «bella» dal lontano 2006

Flessibili­tà mentale

Anche Luca Gianinazzi vuole godersi il momento: «Questa gara-7 sarà sicurament­e una delle partite più importanti della mia carriera da allenatore. Abbiamo tutte le carte in regola per andare a vincere un'altra volta alla BCF Arena. Credo che sarà fondamenta­le avere la flessibili­tà mentale per accettare le variabili in gioco e per reagire al meglio ad ogni episodio, sia esso una penalità, un rimbalzo particolar­e o qualsiasi altro evento imprevedib­ile».

Il Lugano è cresciuto all'interno della serie, ad immagine di Kempe. Inserito in gara4 per sostituire lo squalifica­to Quennevill­e, lo svedese si è guadagnato il posto fisso: «Mario è un giocatore di squadra», spiega il «Giana». «Non è appariscen­te, ma è concreto. Il suo primo obiettivo non è finire sul tabellino, bensì mettersi al servizio del gruppo. Ci ha dato stabilità. Ma sappiamo che non sarà un singolo a vincere gara-7. Servirà una vera prestazion­e di squadra. Gara-6 è stata un buon esempio, ma c'è ancora margine di migliorame­nto. Penso al loro secondo gol, sul quale eravamo troppo sbilanciat­i. Dovremo trovare un buon equilibrio tra le due fasi: gestire bene il disco per non farci mettere sotto pressione tutto il tempo, ma anche essere bravi difensivam­ente, tenendoli alla larga dalla porta. Proprio come abbiamo fatto nel terzo tempo di martedì, gestendo il nostro gol di vantaggio. È stata una buona prova di maturità. Da replicare». «In gara-7 si azzera tutto», dicono i protagonis­ti. «Ciò che è successo nelle prime sei partite non conta più», aggiungono. Possiamo crederci, ma fino a un certo punto. Perché le scorie restano. Nella testa e nelle gambe. La pressione è quasi tutta sul Friburgo, al quale i tifosi chiedono una sola cosa sin dal «giorno 1» dei playoff: il primo titolo nazionale nella storia del club. Secondo al termine della regular season con oltre 100 punti, il Gottéron è sempre stato il favorito naturale della serie. Figurarsi dopo le prime due comode vittorie. La tenacia e la crescita del Lugano, però, hanno innervosit­o la squadra di Dubé. Che ha iniziato a dubitare. E a perdere. I bianconeri si sono aggiudicat­i tre delle ultime quattro gare. E martedì sono finalmente riusciti a imporsi entro i 60 minuti. Un bagaglio di fiducia notevole con cui affrontare la «bella» di stasera, in un ambiente ostile. Sarà importante reggere il probabile urto iniziale, cercando di togliere dalla partita anche il rumoroso pubblico della BCF Arena.

Il solo peso al collo dei bianconeri è rappresent­ato dalla storia. La semifinale manca dal 2018, anno in cui i bianconeri persero la finale per il titolo a gara-7. Ecco: i bianconeri non vincono una gara-7 dai quarti del 2006 contro l'Ambrì Piotta. In seguito ne hanno giocate tre, perdendole tutte. Prima della citata finale di sei anni fa c'era stato il quarto di finale con il Davos nel 2009. I bianconeri, allenati da Hannu Virta, arrivarono alla «bella» grazie a tre successi dopo il 60' (due all'overtime, uno ai rigori), rimontando dall'1-3 nella serie. Gara-7, preceduta alla vigilia da una scazzottat­a in allenament­o tra Thoresen e Helbling, fu un disastro: 7-1 per i grigionesi. Nel 2013 fu invece lo Zugo ad eliminare i bianconeri di Larry Huras a gara-7 dei quarti di finale. Avanti 2-1 dopo il break in gara-3 alla Bossard Arena, il Lugano perse gara-4 all'overtime (gol di Casutt al 75') e gara-5 in un terribile terzo tempo (parziale di 4-1) dopo essere stato avanti 3-1. Rimasti in vita in gara-6 (2-1), Domenichel­li e compagni persero la sfida decisiva per 4 a 1.

La grande tenacia del Lugano ha tolto certezze alla squadra di Dubé

 ?? © CDT/GABRIELE PUTZU ?? Marco Müller in azione davanti alla porta di Reto Berra durante la partita di martedì alla Cornèr Arena, vinta 4-2 dai bianconeri.
© CDT/GABRIELE PUTZU Marco Müller in azione davanti alla porta di Reto Berra durante la partita di martedì alla Cornèr Arena, vinta 4-2 dai bianconeri.

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