Espulsioni con voli speciali, ecco funzionamento e costi
/ Nel 2023 sono state allontanate in questo modo dalla Svizzera 339 persone, con una spesa di circa 2,5 milioni di franchi per 49 voli - Non mancano le critiche alla procedura: «Si noleggia un jet per espellere una singola persona»
Le espulsioni tramite un volo speciale di richiedenti l'asilo oggetto di una decisione negativa sono aumentate: nel 2023 sono state allontanate in questo modo 339 persone, ossia il triplo rispetto all'anno precedente. Lo ha indicato, negli scorsi giorni, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) alla «SonntagsZeitung». Nonostante la forte crescita dei casi, il record risale al 2016, quando vennero effettuate 345 espulsioni con voli speciali. Si stima che nel 2023 le spese siano ammontate in media a 7.300 franchi per persona, per un totale di circa 2,5 milioni di franchi (2.474.700 franchi) per 49 voli, a cui poi vanno ad aggiungersi le spese (non note) per la sicurezza e l'accompagnamento. Secondo la SEM, l'aumento dei voli speciali dello scorso anno ha avuto un effetto positivo sui costi per la Confederazione rispetto al 2022, quando ammontavano a 13 mila franchi a persona. Complessivamente, lo scorso anno sono state 5.742 le persone che hanno lasciato la Svizzera volontariamente o forzatamente.
Dipende dal numero
Ma come funzionano queste procedure? Quali velivoli vengono utilizzati? La SEM, contattata dal CdT, non si sbottona più di tanto, appellandosi all'Art. 7 comma b della Legge federale sul principio di trasparenza dell'amministrazione (LTras), relativo alla perturbazione dell'esecuzione appropriata di misure concrete di un'autorità. La SEM, tuttavia, evidenzia che la scelta dell'aereo dipende dal numero di persone da rimpatriare, dall'itinerario del volo e dalla disponibilità di velivoli. Di norma i rimpatri, contando anche quelli volontari, possono essere effettuati tramite voli commerciali o charter ad hoc: nel 2023, stando alla «NZZ am
Sonntag», per i voli speciali sono stati utilizzati aeromobili con una capienza compresa tra 30 e 190 passeggeri.
A giugno del 2023, aveva fatto particolarmente discutere la politica bernese la metodologia di alcuni voli speciali: la Confederazione si trova spesso a dover noleggiare aerei privati che poi lasciano il Paese con poche persone a bordo. A volte anche un solo richiedente asilo respinto. Il consigliere agli Stati del PLR Damian Müller (LU) aveva parlato di «espulsione con assistenza per VIP su un jet privato». Secondo la segretaria di Stato della migrazione Christine Schraner Burgener, questo mancato sfruttamento della capacità di un aereo è dovuto anche alle cancellazioni
con breve preavviso: a causa di ragioni mediche, di una sentenza del Tribunale amministrativo federale o della improvvisa scomparsa della persona respinta, vengono effettuati voli con un fattore di carico molto basso. I costi e la scarsa efficienza (voli anche da più di 100 posti per poche persone) non sono gli unici punti critici di questa procedura. I gruppi per i diritti umani criticano il fatto che le persone respinte vengano sottoposte a misure di contenzione (che ne limitano la libertà di movimento), quando ritenuto necessario.
Quasi sempre aerei di linea
Va comunque sottolineato come la quasi totalità delle espulsioni dei richiedenti asilo avvenga attraverso voli di linea: gli stranieri che ricevono una decisione negativa hanno infatti la possibilità di lasciare volontariamente la Svizzera. In questo caso, ricevono un aiuto per il rimpatrio di almeno mille franchi, mentre un volo speciale viene organizzato solo quando il richiedente asilo
decide di non rientrare volontariamente nel suo Paese di origine con un aereo di linea. La maggior parte dei voli speciali nel 2023 aveva come destinazione Paesi dell'UE nell'ambito dell'accordo di Dublino. Questo ha permesso alla Confederazione di risparmiare, dato che le distanze per il trasferimento erano più brevi. Nel 2022, ad esempio, solo 9 persone sono state rimpatriate con voli congiunti UE; mentre nel 2023, le persone espulse verso l'UE sono state 24. I costi di questi voli congiunti sono coperti da Frontex, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (con cui la Svizzera collabora dal 2011 attraverso le operazioni dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini) e questo, rileva la SEM, ha un effetto positivo sulle spese complessive. In genere, i voli organizzati da Frontex vengono effettuati con charter noleggiati dal Paese di partenza.
Possibili partnership
L'accordo di Dublino, inoltre, prevede delle scadenze sull'espulsione di una persona che, se non rispettate, comporterebbero il trasferimento di tutte le responsabilità interamente alla Confederazione e questo porterebbe a un aumento dei costi. Al di là della collaborazione con Frontex, potrebbero avvenire anche partnership tra due Paesi, in cui quello di rimpatrio invia un suo aereo per recuperare la persona espulsa. Questa modalità tuttavia è molto rara, ma quando si presenta la possibilità, la SEM cerca sempre di sfruttarla. L'anno scorso questa opzione non si è mai verificata.
Oltre alle espulsioni verso i Paesi UE, nel 2023 sono stati effettuati voli speciali anche in direzione dell'Europa dell'Est, del Medio Oriente, dell'Asia centrale, dell'America latina e dell'Africa. Gli aerei con le persone espulse dalla Svizzera hanno raggiunto, per la prima volta, mete come l'Algeria e l'Iraq. La SEM, appellandosi nuovamente all'Art. 7 comma b della LTras, non ha voluto divulgare informazioni su quali siano le situazioni più costose per la Confederazione, sottolineando semplicemente come, di norma, i voli a lungo raggio comportino più spese rispetto alle mete europee. Tuttavia, i costi possono variare anche in base al numero di persone da rimpatriare e all'itinerario.
Il primato risale al 2016 quando vennero eseguite 345 espulsioni a bordo di voli speciali
Decide il Paese di destinazione
E allora la domanda nasce spontanea, per le destinazioni più vicine alla Svizzera, non sarebbe più economico ed ecosostenibile l'utilizzo di un altro mezzo di trasporto? La SEM al riguardo spiega che: «Sono i Paesi di destinazione a specificare il mezzo di trasporto da utilizzare per il rimpatrio. Inoltre, il rimpatrio via terra è più complesso per motivi organizzativi e di sicurezza. Per questo motivo, la maggior parte dei viaggi avviene per via aerea».