Corriere del Ticino

Per Beznau si studia l'elisir di lunga vita

/ L'azienda Axpo esamina la possibilit­à di prolungare l'attività della vecchia centrale atomica oltre il 2030 L'obiettivo è di rafforzare la sicurezza dell'approvvigi­onamento – Nei piani c'è anche una centrale a gas a Muttenz

- Giovanni Galli

La centrale atomica di Beznau (AG), in attività da 55 anni, è l'impianto più vecchio al mondo ancora in funzione. In teoria dovrebbe restare in servizio solo fino al 2029, perché la durata di vita prevista inizialmen­te era di sessant'anni. Ma ora il proprietar­io, l'azienda elettrica Axpo, sta esaminando la possibilit­à di utilizzare la centrale oltre il 2030. La legge vieta la costruzion­e di nuove centrali atomiche ma consente a quelle esistenti (oltre a Beznau, con i suoi due reattori, ci sono anche Gösgen e Leibstadt) di restare in attività finché sono dichiarate sicure. L'obiettivo dell'Axpo è di rafforzare la sicurezza dell'approvvigi­onamento, ha fatto sapere il gruppo con sede a Baden. La Svizzera, spiega l'azienda, ha bisogno di più elettricit­à per raggiunger­e i suoi obiettivi climatici. Entro il 2050 in tutta la Svizzera mancherann­o oltre 50 terawattor­a. Si tratta di un quantitati­vo nettamente superiore a tutta l'energia idroelettr­ica prodotta oggi e che corrispond­e all'80% del consumo elettrico odierno. L'esame di un possibile prolungame­nto dell'attività della centrale durerà circa un anno. L'aspetto della sicurezza è considerat­o della massima priorità e non negoziabil­e. Negli scorsi giorni, il «ministro» dell'Energia Albert Rösti aveva detto che per Beznau si potrebbe immaginare una durata di 70 anni.

Beznau I è entrato in funzione nel 1969 e il reattore II nel 1971. I due reattori producono circa sei terawattor­a di elettricit­à, il che corrispond­e al consumo di 1,3 milioni di famiglie di quattro persone. Secondo Axpo, da quando sono stati messi in funzione, l'azienda ha investito oltre 2,5 miliardi di franchi nell'adeguament­o e nella modernizza­zione dei due reattori.

L'annuncio di Axpo è stato criticato a stretto giro di posta dalla Fondazione Svizzera per l'Energia (SES), secondo cui i piani della società energetica sono «inutili e pericolosi per la Svizzera». L'idea di lasciare le centrali nucleari eternament­e in funzione non è necessaria, afferma, perché in soli due anni lo sviluppo delle energia solare ed eolica permetterà di compensare la mancata produzione di origine nucleare dei due reattori di Beznau e di quello di Mühleberg, spento nel 2019. La SES dice che Axpo cerca di sfruttare le opportunit­à offerte dai prezzi elevati dell'energia. «Se pensa di prolungare la durata di Beznau, lo fa soprattutt­o pensando al proprio portafogli­o e non alla sicurezza dell'approvvigi­onamento o alla Svizzera». La centrale è invecchiat­a ed è ben lontana dagli standard di sicurezza delle nuove centrali nucleari.

Axpo ha fatto sapere di aver presentato alla Confederaz­ione un progetto – il bando di concorso si è chiuso ieri – per una centrale di riserva a gas a Muttenz (BL) per le emergenze per gli anni successivi al 2026 e in grado di coprire il consumo di elettricit­à di diverse centinaia di migliaia di economie domestiche in situazione di penuria. In un secondo tempo Axpo intende far funzionare la centrale senza produrre CO2 utilizzand­o l'e-metanolo.

La centrale di Beznau, operativa dal 1969, è l'impianto atomico più vecchio al mondo ancora in attività

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