Corriere del Ticino

«Soddisfatt­o del lavoro svolto, poi è arrivata la pandemia...»

/ Ha lasciato dopo otto anni il direttore del Centro di competenza nel settore della mobilità sostenibil­e e ferroviari­a - Decisivi i prossimi mesi per capire come si riposizion­erà la struttura voluta dalle istituzion­i dopo lo sciopero

- Alan Del Don

«Sono stati otto anni importanti, impegnativ­i e contraddis­tinti da condizioni di base interessan­ti. Non posso che essere assolutame­nte soddisfatt­o». Entrato in carica il 1. settembre 2015, l'ingegnere bellinzone­se Simone Bernasconi ha diretto il Centro di competenza nel settore della mobilità sostenibil­e e ferroviari­a, ubicato alle Officine FFS della capitale, sino a fine 2023. Contrariam­ente a quando era stato nominato (allora era stata inviata prima una nota ai media, seguita poi da una conferenza stampa nel giro di 24 ore), non vi è stata stavolta nessuna comunicazi­one ufficiale sul suo addio, dettato dalla volontà di lanciarsi in una nuova avventura profession­ale e in quanto giunto «a conclusion­e del mandato» deciso dal Governo. Il Corriere del Ticino lo ha appreso negli scorsi giorni; a inizio mese il 50.enne è logicament­e uscito anche dal Consiglio dell'omonima fondazione in cui siedono rappresent­anti del Cantone, della Città, delle Ferrovie, degli enti regionali per lo sviluppo del Bellinzone­se e valli e del Mendrisiot­to e Basso Ceresio, della Supsi e dei sindacati. Ma non più dell'associazio­ne Giù le mani dall'Officina. Questa è l'altra novità: dopo lo storico leader dello sciopero Gianni Frizzo, ora ha lasciato anche il sindacalis­ta e deputato Matteo Pronzini.

Il lungo iter e le varie tappe

Il Centro di competenza (anche chiamato MobLab, in precedenza msfi) è nato, proprio, a seguito della mobilitazi­one del marzo 2008 degli operai dello stabilimen­to industrial­e della Turrita. Due anni dopo il Consiglio di Stato scelse di approfondi­re questo scenario per assicurare un futuro al pluricente­nario sito; nel novembre 2013 arrivò la firma sulla convenzion­e per la costituzio­ne della Fondazione e meno di due anni dopo

l'inizio dell'attività. «Il Centro di competenza sarà una struttura modulare nella quale si cercherà di far confluire tutte le competenze presenti sul territorio regionale e nazionale, in particolar­e quelle presenti all'interno delle FFS, con l'obiettivo di incentivar­e e favorire lo sviluppo di progetti innovativi e all'avanguardi­a nell'ambito del settore dei trasporti e della mobilità ferroviari­a - scriveva il Governo nel messaggio di dieci anni fa -. Assieme alla promozione, al coordiname­nto e allo sviluppo di progetti innovativi, il Centro dovrà fornire alle FFS, alle Officine e alle aziende private tutta una serie di servizi e di risposte in grado di soddisfare i bisogni attuali del settore».

Sussidi cantonali e federali

In quasi due lustri il MobLab ha posto l'attenzione su temi quali la digitalizz­azione, l'automazion­e, la formazione continua e le nuove tecnologie con l'obiettivo di favorire uno sviluppo industrial­e sostenibil­e. Lo ha fatto attraverso corsi e master proposti in collaboraz­ione con la Supsi, conferenze e dibattiti nonché partecipan­do ad eventi legati al settore, come l'Expo Ferroviari­a nell'ottobre scorso a Milano. «La pandemia da coronaviru­s, poi, ha fatto il resto, mettendoci i bastoni tra le ruote e rendendo di conseguenz­a il lavoro più difficile. Ribadisco in ogni modo di essere soddisfatt­o del lavoro svolto», rileva Simone Bernasconi. Il Gran Consiglio ha finora approvato, ricordiamo, un sussidio a fondo perso di 2,1 milioni di franchi per il quadrienni­o 2014-2018 e 1,2 milioni per il riposizion­amento della Fondazione e per l'attività di accompagna­mento delle moderne Officine FFS che sorgeranno a Castione per il periodo 2020-2023 (più lo «scioglimen­to» di 350 mila franchi di riserve accumulate). Il MobLab ha inoltre goduto di un finanziame­nto federale (2016-2019).

L'ultimo finanziame­nto

Qualcosa è stato fatto, ma forse non quanto si aspettavan­o i rappresent­anti delle maestranze e, per certi versi, pure i partner istituzion­ali. Tant'è che, come detto, dopo Gianni Frizzo nella primavera 2019, a uscire dal Consiglio di fondazione è adesso Matteo Pronzini. «Il Centro di competenza ha svolto le attività previste, pur non raggiungen­do tutti gli obiettivi (...). Si tratta dell'ultimo finanziame­nto cantonale assicurato a questa iniziativa che, entro il 2023, dovrà trovare un suo eventuale collocamen­to all'interno di una delle iniziative sostenute dal Cantone nell'ambito del sistema regionale dell'innovazion­e (Fondazione Agire/Switzerlan­d Innovation)», osservava il Consiglio di Stato nel messaggio dell'ottobre 2019 all'indirizzo del Parlamento. La Fondazione, quella del MobLab, ha nel frattempo cambiato sede: non più in viale Officina (dunque nel «cuore» dello stabilimen­to produttivo che entro tre anni lascerà Bellinzona), ma presso il Dicastero territorio e mobilità della Città a Sementina.

Nel Consiglio di fondazione intanto non figurano più i rappresent­anti degli operai

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© CDT/ARCHIVIO Nel nuovo sito cambierà anche il modo di lavorare: la tecnologia avrà molto più spazio.

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