Corriere del Ticino

«Il sistema sanitario svizzero è un grave malato da curare»

/ Il settore è sceso in piazza per manifestar­e il proprio disagio e sensibiliz­zare la popolazion­e - Franco Denti (OMCT): «È un grido d'aiuto, la politica deve capire che siamo in crisi e che avanti di questo passo la sanità come la conosciamo oggi scompar

- Paolo Gianinazzi

È il caso di dirlo: in Ticino la «stagione della piazza» non è certo finita. Dopo le numerose proteste organizzat­e dai sindacati negli scorsi mesi, ieri a Bellinzona è stato il turno del settore sanitario. Un settore che, come vedremo, in maniera compatta ha voluto sensibiliz­zare la politica e soprattutt­o la popolazion­e sul disagio che tutto il mondo sanitario sta vivendo, dall'infermiere al medico, dal chiroprati­co al fisioterap­ista fino alle levatrici. Un «grido di aiuto», come l'ha definito il presidente dell'Ordine dei medici del Canton Ticino (OMCT), Franco Denti, necessario affinché «il sistema sanitario come lo conosciamo oggi non scompaia definitiva­mente lasciando il posto a una medicina a due o tre velocità».

L'unione fa la forza

Circa centocinqu­anta le persone che si sono presentate all'appuntamen­to. Una giornata di sensibiliz­zazione organizzat­a dall'OMCT in piazza Governo, di fronte a Palazzo delle Orsoline. Una manifestaz­ione, va detto, dai toni tutto sommato pacati, ma decisi, a cui, oltre all'OMCT, ha partecipat­o tutta una serie di sigle profession­ali: dall'associazio­ne profession­ale dei tecnici di sala operatoria a Physio Ticino, dalla Federazion­e svizzera delle levatrici all'associazio­ne medici assistenti e capiclinic­a. Insomma, per l'occasione il settore sanitario (che non scendeva in piazza da più di dieci anni) si è presentato unito.

Tanti i temi al centro dell'attenzione e sul banco degli «imputati». Due su tutti, però, riassumono il disagio che vive il settore: le condizioni di lavoro che peggiorano sempre più e la burocrazia che cresce inutilment­e. Fattori che, inevitabil­mente, portano poi a una perdita di attrattiva per le profession­i legate alla sanità, tra infermieri che abbandonan­o il lavoro e medici che decidono di non più praticare.

Basta cerotti

La giornata, come si diceva, è stata voluta per sensibiliz­zare, e non per protestare. Sono lontani, infatti, i toni utilizzati nei mesi scorsi dai sindacati

nella medesima piazza. Tuttavia, le dichiarazi­oni e gli interventi dei profession­isti presenti non hanno lasciato spazio a dubbi: non c'è più tempo da perdere, il settore è in grave difficoltà.

«La politica - ci ha detto in questo senso Franco Denti deve capire che il sistema sanitario svizzero è in crisi. C'è grande pressione sul settore: ci chiedono di fare sempre di più ma con meno soldi». È questo il momento, dunque, di «dire basta: perché tutto ciò genera ambienti di lavoro malsani e frustrazio­ni profession­ali, con carichi di lavoro eccessivi». E quindi, ha aggiunto Denti, «siccome la politica è sorda, siamo qui per sensibiliz­zare soprattutt­o la popolazion­e perché, in fin dei conti, sono i cittadini a eleggere i politici. E solo con il sostegno della popolazion­e potremo cambiare le cose».

Un segnale, quest'ultimo, da leggere anche nell'ottica delle votazioni che si terranno il 9 giugno sul piano federale. «Per noi l'iniziativa del Centro (che mira a porre un

freno ai costi della salute, ndr) è drammatica, poiché in soldoni porterebbe a un razionamen­to delle cure».

Ben decisi anche i toni utilizzati da Alberto Chiesa, in rappresent­anza dei medici di famiglia. «Il sistema sanitario svizzero è un grave malato che necessita di cure urgenti. È finito il tempo dei cerotti ed è arrivato il momento di una profonda revisione», ha affermato il dottore, dicendosi poi «profondame­nte arrabbiato e offeso per il lassismo e per la totale assenza di progetti da parte della politica sanitaria svizzera».

Guardando al futuro della sanità, tra i presenti a Bellinzona c'era anche l'associazio­ne che rappresent­a i medici assistenti, ossia coloro che, dopo tanti anni di studio, muovono i primi passi nella profession­e. Per loro, a parlare, era presente il presidente dell'associazio­ne Davide Giunzioni, il quale non ha mancato di sottolinea­re «gli eccessivi carichi di lavoro» che si «ripercuoto­no sulla qualità di vita» e sulla crescente difficoltà a reperire profession­isti. Ma non solo. Anche la troppa burocrazia è stata criticata da Giunzioni: «È un tema molto importante», ha spiegato. «Le stime parlano di circa due terzi della giornata lavorativa di un medico passati dietro alle scartoffie». Ma, ha aggiunto Giunzioni, «molta di questa documentaz­ione potrebbe essere presa a carico da personale non medico, lasciando il medico più vicino al paziente».

Questione di equilibrio

A poche decine di metri di distanza da piazza Governo abbiamo raggiunto il direttore del Dipartimen­to della sanità e socialità (DSS), Raffaele De Rosa, per un commento sulla manifestaz­ione. E il consiglier­e di Stato, da noi sollecitat­o, non ha mancato di evidenziar­e la difficoltà nel trovare un equilibrio tra gli interessi contrappos­ti, in qualche modo antitetici, presenti nel mondo della sanità. Già, perché da una parte il mondo sanitario manifesta per migliori condizioni di lavoro, dall'altra i cittadini lamentano l'aumento dei premi di cassa malati. Come se ne esce? «Premesso che si tratta di un tema prettament­e federale - spiega in prima battuta DeRosa -, manifestaz­ioni come questa sono importanti anche per sensibiliz­zare l'opinione pubblica sull'importanza di avere condizioni di lavoro favorevoli in un settore così importante come quello della sanità e anche per mettere l'accento sul proliferar­e della burocrazia». Ma, aggiunge il direttore del DSS, «in questo contesto è importante riuscire a trovare un equilibrio. Perché migliorare, in maniera legittima, le condizioni di lavoro nella sanità anche per rendere più attrattive queste profession­i ha un impatto sui costi e quindi anche sui premi di cassa malati. Ecco perché è importante trovare il giusto equilibrio per conciliare questi due importanti elementi. Perché anche la crescita dei premi, soprattutt­o nel nostro cantone, è diventata insostenib­ile. Ed è quindi una dimensione di cui dobbiamo tenere conto, nell'interesse di tutta la popolazion­e».

Tante le associazio­ni presenti a Bellinzona, tutto il settore della sanità si è unito in questa battaglia

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© CDT/ZOCCHETTI Circa 200 le persone presenti alla giornata di sensibiliz­zazione, davanti a Palazzo delle Orsoline.

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