Primo sì per creare alcune zone senza lupi
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I cantoni devono poter definire delle «zone senza lupi», in particolare dove sono presenti greggi non proteggibili e nelle vicinanze di zone abitate. Lo chiede una mozione dell'ex consigliere nazionale ticinese Fabio Regazzi, ora «senatore» del Centro, approvata ieri dalla Camera del popolo con 95 voti contro 83 e 7 astenuti. Nel suo atto parlamentare, che passa ora al Consiglio degli Stati, il ticinese fa notare come in parte del territorio alpino, a causa della sua conformazione, molte greggi di ovini e caprini non possono essere protette se non con misure sproporzionate. Per Regazzi occorre quindi «fare una scelta di fondo: se vogliamo salvare l'agricoltura di montagna dobbiamo limitare la presenza del lupo su determinate porzioni del nostro territorio alpino, in particolare dove sono presenti greggi non proteggibili e nelle vicinanze di zone abitate». Per farlo, Regazzi propone di istituire, in collaborazione con i Cantoni, delle «zone senza lupi» dove possono essere autorizzati interventi di regolazione «senza eccessiva burocrazia». Il Consiglio federale, dal canto suo, ha fatto notare come il diritto svizzero non preveda l'istituzione di zone libere da specie autoctone. Nel caso del lupo, animale che ha bisogno di spazi ampi e che migra su lunghe distanze, un tale modello a zone sarebbe pressoché irrealizzabile e darebbe solo un falso senso di sicurezza.
Ieri il Nazionale ha approvato anche una seconda mozione di Regazzi, che chiede modifiche all'ordinanza sulla caccia allo scopo di accelerare le procedure di analisi dei campioni genetici e l'ottenimento dell'autorizzazione all'abbattimento di esemplari di lupo problematici.