La chioccia che cresce due città rinnovate
Giuseppe Cotti (pure in questo caso un nome di famiglia che da solo vale centinaia di preferenziali) è riuscito a piazzare nell'Esecutivo due politici di lungo corso. Il primo, Claudio Franscella, è stato granconsigliere per oltre tre lustri ed ex municipale a Muralto. Per Marco Pellegrini si tratta invece di un ritorno nella stanza dei bottoni, dopo aver occupato la poltrona dal 2000 al 2008. Il loro apporto sarà basilare per un Esecutivo che ha cambiato quattro pedine su sette ed ha un nuovo sindaco nella persona del liberale radicale Nicola Pini. Il quale ha già fatto capire che fin dall'inizio occorrerà trovare l'amalgama giusto e spingere sull'acceleratore, in quanto in riva al Verbano quella che si aprirà con la cerimonia di insediamento odierna sarà una legislatura cruciale. La prima patata bollente d'altronde è già sul tavolo. Il neotimoniere di Lavertezzo Andrea Berri è stato categorico: l'aggregazione con la Città non s'ha da fare (o, meglio, va interrotta, in quanto l'iter è in corso), preferendo Gordola e Cugnasco-Gerra.
Chi, almeno questo problema, non l'ha più, è la capitale. Nel quadriennio alle porte l'unione celebrata nel 2017 consentirà di raccogliere quanto seminato. Non è un caso che il sindaco Mario Branda abbia voluto ancora esserci a tutti i costi, per vedere i primi frutti di un lavoro che è lungi dall'essere concluso. «Brandaleone» è l'uomo forte di Bellinzona, voce viepiù ascoltata anche a livello cantonale. La fortuna della Turrita è stata che nelle tre elezioni dal matrimonio c'è sempre stato l'ingresso nell'Esecutivo di 23 volti nuovi. Ciò ha permesso di mescolare le competenze acquisite degli uni all'entusiasmo degli altri, assicurando in questo modo la continuità. E consentendo ai neofiti di poter crescere ed imparare. Finora si sono avvicendati dodici municipali; gli «highlander» sono il timoniere socialista ed il leghista Mauro Minotti.
Dicevamo di Mattia Lepori. Ebbene, freschezza e passione dovrà metterle fin da subito per chinarsi sui complicati dossier (compresi i progetti strategici) del dicastero Territorio e mobilità. Lo eredita da Simone Gianini, uno che conosceva a memoria ogni faldone. Una scelta che stupisce solo apparentemente. I colleghi fungeranno da chioccia al pulcino dispensando suggerimenti e consigli in merito a cantieri come quelli dell'innovativo quartiere alle Officine FFS e della pianificazione del moderno ospedale regionale alla Saleggina.
L'esperienza degli uscenti e l'entusiasmo delle new entry fungeranno da propulsore
I Legislativi, infine. Saranno dei plenum frastagliati. All'ombra dei castelli le forze sono passate da sei ad otto (in virtù della «separazione» fra Verdi e MPS e del ritorno del Noce), a Locarno da cinque a sei alla luce della presenza di Avanti con Ticino&Lavoro. Andiamo controcorrente: meglio così. A patto però che dai consiglieri comunali possano arrivare stimoli e critiche costruttive e non che tutto si riduca ad una perenne, snervante, campagna elettorale. Sarebbe un peccato. «Troppo facile amico», per dirla con una frase celebre dell'indimenticato Giuseppe Buffi.