L'avventura letteraria di Joseph Conrad, l'esule che navigava sull'orlo dell'abisso
/ Nel centenario della morte una magistrale biografia intreccia vita e opere dell'autore di «Cuore di tenebra»
«Amo Conrad perché naviga l'abisso e non ci affonda»: così rispondeva Italo Calvino a una domanda postagli dalla rivista Nuovi Argomenti nel 1959. Si può dire che qui, in una sorta di nitido epitaffio, ci sia un distillato estremo della scrittura di Joseph Conrad (1857-1924), indimenticabile autore di Cuore di Tenebra, Lord Jim, La linea d'ombra e di altre grandi narrazioni che hanno avuto il privilegio, soprattutto nei tempi dell'adolescenza, di rendere familiari milioni di persone con la letteratura, a partire da quella d'avventura. Della biografia dello scrittore polacco di nascita e inglese di adozione (e di penna) si occupa Giuseppe Mendicino nel recentissimo volume Conrad. Una vita senza confini (per i tipi di Laterza), unendo con profondità e acume il filo esistenziale e quello letterario, inscindibili in un uomo dalla vita estremamente ricca e intensa, costellata di viaggi per mare, fino ai 35 anni, e di metodica e perseverante scrittura, sino quasi alla fine della vita. Ma le pagine di Mendicino superano il genere della biografia, facendosi indagine appassionata di poetica, come egli stesso dichiara: «Questa non è propriamente una biografia […] e neppure una introduzione alle sue opere: si è scelto di approfondirne solo alcune. È un invito, motivato e sufficientemente documentato, spero, a leggere i libri di Joseph Conrad». Così, in capitoli che scorrono come un romanzo (ma tale è, come si diceva, parte della vita stesso dello scrittore), il lettore può seguire i viaggi in Oriente o in Africa del marinaio polacco in servizio su navi britanniche, per infine sostare nell'Inghilterra dell'Impero, crocevia di mondi e di culture, seguendo in tal modo il dipanarsi della sua vita familiare e, soprattutto, letteraria, che a quelle esperienze sulle onde degli oceani attinge continuamente, arricchendo con realismo le grandi costruzioni romanzesche.
Mendicino sceglie di comporre il libro accostando alcuni affondi dedicati a selezionate opere — con puntuali riferimenti alla bibliografia sia in lingua italiana che in lingua inglese —, a proprie interpretazioni e letture e insieme tracciando una mappa degli echi e dei rimandi novecenteschi dell'opera conradiana: da Italo Calvino, che dedicò la sua tesi di laurea a Conrad, a Primo Levi, a Mario Rigoni Stern, a Dino Buzzati. Non manca un affresco cinematografico, a partire dal celebre
di Francis Ford Coppola, drammatico viaggio nel del conflitto in Vietnam. Molto interessante è il capitolo finale del volume di Mendicino, in cui egli chiama a raccolta alcuni grandi autori che si sono letteralmente messi in viaggio sulle tracce del maestro: Jack London, in rotta fino all'Australia; André Gide, in viaggio lungo le piste francesi che attraversano l'Africa, che ausculta i battiti del continente portando con sé i testi di Conrad, per arrivare a una dura accusa contro il colonialismo predatorio, anche qui anticipato da alcune coraggiose denunce dello scrittore anglo-polacco: emerge un'idea di letteratura che non è mai solo intrattenimento, ma che sa impegnarsi anche in una postura etica, nello scavo profondo e coraggioso del «cuore di tenebra» dell'umanità. Allora la lezione di Conrad potrà essere stimolo per riprendere non solo i suoi romanzi e racconti, ma per tentare riflessioni più articolare sul mondo che abitiamo, dove, per tornare a Calvino, sembra sempre più di essere in navigazione sull'abisso, nella speranza che, tuttavia, affondare non sia concesso all'umanità.
Questa biografia, intrecciando vita e opere, ne porta in piena luce aspetti coinvolgenti e intramontabili: il confronto con la natura e con la storia, la solitudine e le responsabilità dell'uomo, l'amore per la libertà e l'avversione per ogni totalitarismo.
Il libro verrà presentato lunedì 22 aprile alla Biblioteca Salita dei Frati a Lugano, alle ore 18 alla presenza dell'autore.