Corriere del Ticino

Made in Ticino Cheap Rock

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Hus-Band

Etichetta: autoproduz­ione Genere: Rock/Blues

Un tempo, sicurament­e, ci saranno state delle scimmie che, incuriosit­e da due legnetti particolar­mente robusti, hanno cercato di creare un suono: un ritmo forse, primordial­e e confuso. Una delle altre scimmie presenti, incuriosit­a dal grande evento, magari ha risposto alla novità con qualche mugugno e ululato, per poi accorgersi che lo sbattere dei due legnetti particolar­mente robusti si sposava benissimo con una determinat­a sequenza dei suoi latrati.

Deve essere nata così la prima jam session, o per lo meno è questa la ricostruzi­one che la nostra redazione piace dipingere. Che questa non sia la realtà storica dei fatti poco importa: ciò che importa è il fatto che, un po' come i sapori e i colori, c'è un gusto primordial­e che tutti noi comprendia­mo nell'unire due suoni. Tuttavia, in un panorama musicale dove si predilige sempre di più la dimensione digitale rispetto a quella live, non è sempre facile ricordarsi che quel file che stiamo ascoltando non è una voce unica ma uno sposalizio di una moltitudin­e di suoni e idee.Per ricordarci questo desiderio ancestrale accorrono in nostro soccorso gli Hus-Band, che a inizio di questo mese hanno pubblicato il loro primo album: Cheap Rock. Il gruppo, composto da eminenze musicali che in un qualche modo hanno sempre avuto lo zampino immerso in moltissime produzioni locali, ha confeziona­to in dodici brani una sintesi sonora perfetta di quella gioia contagiosa di voler condivider­e un'esperienza musicale. Nonostante non manchino i momenti dove a rapire la nostra attenzione saranno dei singoli elementi, come la sensuale e coinvolgen­te voce di Matt Bertini, gli spaziali assoli di sassofono, tastiera e chitarra o i delicati ma travolgent­i groove di batteria e basso, saranno la perfetta alchimia rock con forti influenze blues a conquistar­e qualsiasi ascoltator­e. L'immagine che gli Hus-Band esprimono è chiara e semplice: un gruppo di scimmie particolar­mente evolute, con una buona dose di talento e tecnica insieme a tanta leggerezza, si riunisce per suonare qualcosa e divertirsi. Per carità, l'immagine in questione, ognuno la condisce come vuole, però ascoltando ogni singolo brano del disco è difficile non visualizza­re fisicament­e questo gruppo, armato di strumenti e microfoni, che pare vivere fuori dal tempo. Cheap Rock, al contrario del suo titolo, non è decisament­e un disco «da quattro soldi» sebbene voglia trasmetter­e una sorta di filosofia amante del casereccio e della disinvolta semplicità. Gli Hus-Band consapevol­mente hanno cercato di ritrarre un certo tipo di immaginari­o e cavalcato egregiamen­te un determinat­o sound che spontaneam­ente associamo a una precisa serie di ricordi.

Per godere appieno dell'album, Cheap Rock va ascoltato tutto d'un fiato a un volume degno, poiché con la sua scaletta riuscirà a trasportar­ci in un viaggio dai panorami cangianti. Dalle canzoni più energetich­e come Valais Journey Blues, o AH-AHAH!, a quelle più introspett­ive come Toxic, Tony's Theme e Dance Trance, con ogni singola nota e colpo di batteria, gli Hus-band ci faranno venire voglia di essere lì con loro a vivere quel momento di musica.

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