Corriere del Ticino

Al gioco delle sedie non perde nessuno

- Giuliano Gasperi

Il finale era prevedibil­e anche guardando alle singole persone e alle loro opinioni: Filippo Lombardi è sempre stato per la concordanz­a, il socialista Raoul Ghisletta avrebbe difficilme­nte votato per il democentri­sta Marco Chiesa, mentre per Karin Valenzano Rossi, anche volendo, sarebbe stato complicato non dare la sua preferenza al compagno di partito Badaracco. La maggioranz­a, quindi, c'è sempre stata. Per questo è meglio non caricare di troppi significat­i il voto di Michele Foletti a favore dell'alleato Chiesa: il sindaco sapeva che la sua preferenza sarebbe stata ininfluent­e, e come lui Lorenzo Quadri. Crediamo ne fosse consapevol­e anche Chiesa, quando ha rivendicat­o la poltrona.

L'unico rimpianto

Ora, forse, vi state chiedendo perché battiamo così tanto sulla nostra tastiera per il ruolo di vicesindac­o. Diciamo che la carica ha un valore soprattutt­o simbolico, e che ad essere interessan­te è come il Municipio gestisce la scelta, più della scelta in sé. Un test di stabilità politica. A questo punto vale la pena porsi un'altra domanda: per un municipale che aspira a diventare può averlo sindaco, a livello il PLR elettorale, «paga» di più aver fatto un'esperienza da vicesindac­o, o aver dimostrato di sapersi prendere una responsabi­lità politica come quella delle Finanze? La seconda, senza dubbio. Probabilme­nte è ingiusto, perché ogni dicastero ha la sua importanza e non è vero che quello delle Finanze è in ogni caso il più difficile da gestire. Dipende dal momento storico, dai progetti sul tavolo, dai funzionari su cui poter contare. C'è però un sentimento diffuso in base al quale chi ha le chiavi delle casse comunali e muove centinaia di milioni di franchi senza far danni, sia un buon gestore in generale. E quindi potenzialm­ente un buon sindaco. Questo vale anche in tempi di vacche magre: basti pensare che la Lega, spesso, si è cucita la medaglia di salvatrice delle finanze cittadine.

Per questo il PLR ha perso una ghiotta occasione per rompere l'inerzia e cominciare una rincorsa, vera, a quella maggioranz­a in Municipio perduta ormai undici anni fa. L'appello lanciato, a ragione, dal presidente della sezione cittadina Paolo Morel e sostenuto dall'ex capodicast­ero liberale radicale Erasmo Pelli non ha però trovato terreno fertile nei pensieri di Badaracco e Valenzano Rossi. Alla fine tutti gli uscenti sono rimasti dov'erano. Fa eccezione Foletti, che comunque si è tenuto stretto il Plan B.

Per Chiesa le Finanze saranno impegnativ­e, è vero, ma anche più facili, rispetto ad altri dicasteri, da conciliare con il suo mandato al Consiglio degli Stati: una relazione sul debito verso terzi o la tabella degli ammortamen­ti si possono studiare anche sul treno da Lugano a Berna, in modalità smart working, mentre andare a incontrare i patrizi della Val Colla, inaugurare una nuova aula nel bosco e fermarsi a scambiare due chiacchier­e accompagna­te da un bianchino, logisticam­ente, è un po' più complicato.

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