Corriere del Ticino

Donne, lavoro e famiglia Duemila firme per cambiare

/ Presentato l'esito della campagna promossa da FAFTPlus a gennaio - Il sondaggio online di Pro Familia rivela un Paese in cui le coppie rinunciano ai figli a causa di risorse finanziari­e troppo scarse - Il Ticino sotto pressione

- Dario Campione

Oltre duemila firme e una limpida consapevol­ezza: rompere il soffitto di cristallo che tuttora impedisce a moltissime donne nel nostro cantone di conciliare vita e lavoro non sarà facile. Né scontato.

La Federazion­e delle associazio­ni femminili in Ticino (FAFTPlus) ha presentato ieri alla stampa l'esito della campagna lanciata a gennaio per la sottoscriz­ione di un appello rivolto ai Comuni per accrescere le misure di conciliabi­lità lavoro-famiglia. Le tre richieste avanzate erano molto precise: asili nido accessibil­i a tutti e con un costo non superiore al 5% del reddito familiare; pre e doposcuola in ogni sede delle scuole primarie; mense scolastich­e a prezzi moderati e senza limiti di accesso in tutti gli istituti.

«Abbiamo raccolto 2.212 firme e il sostegno trasversal­e di associazio­ni e partiti, ma anche di singoli - ha detto la copresiden­te di FAFTPlus, Gina La Mantia - abbiamo anche tastato il polso ai cittadini e compreso come la questione sia un tema determinan­te per il futuro del cantone. Si parla tanto della fuga dei cervelli e dell'invecchiam­ento della popolazion­e, ma una rete di strutture per la conciliabi­lità aiuterebbe l'attrattivi­tà del Ticino come luogo per vivere, lavorare e avere una famiglia».

Quanto le firme si tradurrann­o in atti concreti è difficile dirlo. La stessa La Mantia, a margine della conferenza stampa, ha confermato ad esempio al CdT che l'Associazio­ne dei Comuni ticinesi ha preferito non ricevere

i moduli con le sottoscriz­ioni giudicando l'iniziativa troppo politica, soprattutt­o a ridosso delle elezioni. Certo è, ha ribadito Davina Fitas, presidente della Commission­e cantonale consultiva per le pari opportunit­à, che «allo stato attuale, il cammino verso una vera ed effettiva conciliabi­lità tra lavoro e famiglia sembra ancora lungo. In Ticino, 6 donne su 10 lavorano a tempo parziale, a fronte di meno di 2 uomini su 10». Un part-time che può sembrare un'opportunit­à ma è, molto più spesso, un limite.

Premi di cassa malati nel ciclone

Alla conferenza stampa di ieri mattina ha preso parte anche Philippe Gnaegi, direttore di Pro Familia Svizzera, il quale ha presentato i risultati del secondo

«Barometro» delle famiglie elvetiche. Quanto emerso dal sondaggio condotto intervista­ndo online 2.123 famiglie, di fatto, si collega in modo stringente ai temi sollevati da FAFTPlus.

Una situazione più incerta sul piano economico e i maggiori costi della vita sono infatti tra le ragioni principali che spingono le famiglie svizzere a rinunciare a un allargamen­to dei propri nuclei. «Nel complesso - sostiene Pro Familia oltre il 40% delle famiglie ritiene che la decisione di avere altri figli sia influenzat­a da motivi finanziari».

Risorse più scarse o precarie derivano da redditi minori, conseguenz­a diretta della necessità per molte donne di accettare il part-time per conciliare il proprio ruolo di madre a quello di lavoratric­e. «È una questione di reddito, di salari ha detto Gnaegi al CdT - se è vero che la situazione nella Svizzera tedesca appare migliore di quella della Romandia o del Ticino, dove si riscontran­o i problemi più pesanti».

Il punto è, secondo Pro Familia, che «l'inasprimen­to del contesto economico non colpisce soltanto i redditi più bassi, ma anche il ceto medio». I temi che più preoccupan­o le famiglie sono infatti «i costi dell'assicurazi­one malattie e l'aumento dei prezzi».

E la rilevanza di questi temi è aumentata sensibilme­nte rispetto allo scorso anno. «Le questioni finanziari­e sono particolar­mente prevalenti in Ticino, così come nelle famiglie monoparent­ali e in quelle con un reddito sino a 120.000 franchi. Ciò dimostra che l'aumento dei prezzi sta mettendo a dura prova anche il ceto medio».

Oltre la metà delle famiglie elvetiche (il 52%) giudica il proprio reddito «insufficie­nte o scarso» e ritiene che «la situazione finanziari­a sia peggiorata rispetto all'anno scorso. La percentual­e di famiglie il cui reddito è insufficie­nte o scarso - scrive Pro Familia - è particolar­mente elevata nella Svizzera italiana, nei nuclei monoparent­ali e in quelli con un reddito sino a 100.000 franchi». Anche per questo, «la riduzione dei costi dei premi dell'assicurazi­one malattia» è considerat­a prioritari­a «in tutte le regioni linguistic­he, e fortemente sentita soprattutt­o dalle famiglie ticinesi e romande e dalle famiglie con figli di età superiore ai 13 anni».

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©CDT/CHIARA ZOCCHETTI Aiutare le famiglie significa soprattutt­o fornire loro servizi a costi accessibil­i.

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