Corriere del Ticino

CLIMA: SVIZZERA POCO VIRTUOSA

- /PAOLO JACOMELLI* /FRANCESCO MAGGI** * membro di comitato WWF Svizzera italiana ** responsabi­le WWF Svizzera italiana

Abbiamo letto l'editoriale di Paride Pelli dell'11 aprile «L'attacco contro un Paese virtuoso» e sentiamo il bisogno di mettere alcune cose in chiaro sulla performanc­e climatica della Svizzera. Ma prima, vogliamo precisare che nessuna ingerenza politica è stata voluta dai giudici di Strasburgo. La decisione non impone alcuna misura, è una pronuncia legale su un reclamo formalment­e corretto inoltrato da cittadine svizzere, che ha provato che lo Stato non rispetta i suoi impegni di protezione della popolazion­e in ambito ambientale: la Svizzera è tenuta ad agire, come lo decida la politica.

L'editoriale afferma che la «verde Svizzera» immette direttamen­te meno dell'1% delle emissioni globali di CO2. Ma l'impatto climatico della Svizzera va ben oltre le emissioni interne, la maggioranz­a delle emissioni avviene all'estero, ad esempio perché importiamo molti beni di consumo, oppure perché i soldi delle casse pensioni e quelli depositati nelle banche vengono investiti massicciam­ente in progetti legati al petrolio e al gas. Non da ultimo, le aziende elettriche hanno investito miliardi in Europa per partecipaz­ioni a centrali a gas e carbone, come la nostra AET che ha investito nella centrale a carbone di Lünen. In conclusion­e, secondo uno studio McKinsey, se si consideran­o le emissioni generate all'estero, la Svizzera ha un'influenza pari a Paesi come Brasile, Indonesia o Giappone!

Un altro impatto non considerat­o è quello dei voli internazio­nali dove gli svizzeri in media volano il doppio rispetto ai cittadini europei. Anche per quanto concerne le emissioni generate del traffico siamo campioni europei, visto che abbiamo il parco veicoli che emette più CO2 d'Europa. Peraltro, finora, la politica di riduzione delle emissioni generate dal traffico è stata un fallimento visto che le emissioni dovute ai carburanti sono rimaste stabili attorno alle 15 milioni di tonnellate annue dal 1990 a oggi. Mentre studi seri dimostrano che già oggi i veicoli elettrici sull'intero arco di vita emettono il 40% di CO2 in meno rispetto alle auto a combustion­e, nella revisione dell'attuale legge CO2 si sta addirittur­a frenando l'elettrific­azione del parco veicoli.

Comunque, neanche i Paesi europei più virtuosi di noi stanno rispettand­o gli accordi di Parigi, pertanto la decisione dei giudici di Strasburgo avrà effetti non solo in Svizzera ma anche in tutti i Paesi inadempien­ti. Bisogna considerar­e che un numero crescente di climatolog­i è allarmato per i recenti e inaspettat­i forti aumenti delle temperatur­e dell'atmosfera e dei mari. Il clima sembrerebb­e prossimo ad andare fuori controllo. Se il redattore dell'editoriale pensa che la bocciatura della nuova legge CO2 tre anni fa fosse saggia, si sbaglia di grosso. Più aspettiamo ad agire e più i costi e i sacrifici aumenteran­no se vogliamo veramente «salvare il paziente».

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