CLIMA: SVIZZERA POCO VIRTUOSA
Abbiamo letto l'editoriale di Paride Pelli dell'11 aprile «L'attacco contro un Paese virtuoso» e sentiamo il bisogno di mettere alcune cose in chiaro sulla performance climatica della Svizzera. Ma prima, vogliamo precisare che nessuna ingerenza politica è stata voluta dai giudici di Strasburgo. La decisione non impone alcuna misura, è una pronuncia legale su un reclamo formalmente corretto inoltrato da cittadine svizzere, che ha provato che lo Stato non rispetta i suoi impegni di protezione della popolazione in ambito ambientale: la Svizzera è tenuta ad agire, come lo decida la politica.
L'editoriale afferma che la «verde Svizzera» immette direttamente meno dell'1% delle emissioni globali di CO2. Ma l'impatto climatico della Svizzera va ben oltre le emissioni interne, la maggioranza delle emissioni avviene all'estero, ad esempio perché importiamo molti beni di consumo, oppure perché i soldi delle casse pensioni e quelli depositati nelle banche vengono investiti massicciamente in progetti legati al petrolio e al gas. Non da ultimo, le aziende elettriche hanno investito miliardi in Europa per partecipazioni a centrali a gas e carbone, come la nostra AET che ha investito nella centrale a carbone di Lünen. In conclusione, secondo uno studio McKinsey, se si considerano le emissioni generate all'estero, la Svizzera ha un'influenza pari a Paesi come Brasile, Indonesia o Giappone!
Un altro impatto non considerato è quello dei voli internazionali dove gli svizzeri in media volano il doppio rispetto ai cittadini europei. Anche per quanto concerne le emissioni generate del traffico siamo campioni europei, visto che abbiamo il parco veicoli che emette più CO2 d'Europa. Peraltro, finora, la politica di riduzione delle emissioni generate dal traffico è stata un fallimento visto che le emissioni dovute ai carburanti sono rimaste stabili attorno alle 15 milioni di tonnellate annue dal 1990 a oggi. Mentre studi seri dimostrano che già oggi i veicoli elettrici sull'intero arco di vita emettono il 40% di CO2 in meno rispetto alle auto a combustione, nella revisione dell'attuale legge CO2 si sta addirittura frenando l'elettrificazione del parco veicoli.
Comunque, neanche i Paesi europei più virtuosi di noi stanno rispettando gli accordi di Parigi, pertanto la decisione dei giudici di Strasburgo avrà effetti non solo in Svizzera ma anche in tutti i Paesi inadempienti. Bisogna considerare che un numero crescente di climatologi è allarmato per i recenti e inaspettati forti aumenti delle temperature dell'atmosfera e dei mari. Il clima sembrerebbe prossimo ad andare fuori controllo. Se il redattore dell'editoriale pensa che la bocciatura della nuova legge CO2 tre anni fa fosse saggia, si sbaglia di grosso. Più aspettiamo ad agire e più i costi e i sacrifici aumenteranno se vogliamo veramente «salvare il paziente».