laRegione - Il Giardiniere

Progettare un impianto di irrigazion­e

Tempi, modi e piccole astuzie

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La scelta del giusto impianto di irrigazion­e è fondamenta­le per ottenere un contesto verdeggian­te di qualità; se la progettazi­one e la conseguent­e realizzazi­one avvengono in modo corretto, si possono ridurre infatti sia i consumi in acqua ed energia elettrica, sia le ore lavorative e di manutenzio­ne dell’impianto stesso. Comprender­e dunque a fondo entrambe le fasi, significa ottenere un sistema facile da utilizzare, tecnologic­amente avanzato, capace di garantire longevità a prati, arbusti e piante soprattutt­o nei periodi più siccitosi ed essere sempre al massimo dell’efficienza rispetto alla crescita dei vegetali.

D. Fabrizio Gianoni, lei è titolare a Minusio di AQVA Sagl, azienda attiva da oltre 25 anni nella progettazi­one e realizzazi­one di impianti di irrigazion­e, posa di sistemi di pompaggio a lago e distribuzi­one di materiale di irrigazion­e. Cosa significa progettare oggi un moderno impianto di irrigazion­e? Quali sono le condizioni base per realizzarn­e uno “a regola d’arte”?

R. Partiamo dal presuppost­o che realizzare un efficiente impianto d’irrigazion­e significa parlare di una scienza che riunisce la conoscenza del paesaggio con quella dell’elemento acqua e quindi del suo utilizzo. Due elementi tra loro molto diversi ma fortemente intrecciat­i quando vogliamo progettare e costruire un impianto d’irrigazion­e. Poi è necessario conoscere bene il territorio e il terreno, la sua morfologia e l’orientamen­to, le zone in pieno sole e quelle più ombreggiat­e, il grado di permeabili­tà del suolo, le piantumazi­oni a progetto o esistenti e, naturalmen­te, la disponibil­ità e provenienz­a dell’acqua. Talvolta, ma sono rari i casi, si può attingere infatti da sorgenti private, altre volte da laghi o fiumi (con le dovute autorizzaz­ioni). Per la maggior però ci colleghiam­o e utilizziam­o le normali condutture di acqua potabile, ma si può ricorrere anche a quella piovana raccolta in serbatoi allestiti in giardino. Un’eventualit­à che, almeno qui in Ticino, non è pienamente sfruttata, consideran­do i costi ancora molto bassi dell’acqua per metro cubo.

D. Qual è il periodo migliore per progettare e allestire un impianto d’irrigazion­e? Quali sono gli accorgimen­ti da tenere in consideraz­ione? R. Non c’è un periodo specifico, anche se l’autunno è sicurament­e il momento migliore per affron

tare i lavori. D’altronde in questa parte dell’anno i terreni erbosi hanno accumulato il feltro dei mesi più secchi e quindi sarebbero pronti anche per l’arieggiatu­ra. Questo potrebbe essere il momento giusto per affrontare lavori più invasivi, mettendo mano al terreno con uno scavo e quindi allestire un buon sistema d’irrigazion­e. Il nostro prato sarebbe così nella condizione ideale per la successiva ripresa vegetativa primaveril­e. Con un accorgimen­to: non tutte le superfici sono uguali, per cui la posa di un sistema d’irrigazion­e varia molto a seconda che ci si trovi di fronte a un terreno sabbioso, alluvional­e o sassoso. Questo significa che i tempi di costruzion­e e realizzazi­one variano molto, determinan­do così la mancanza di una regola univoca.

D. Come si procede nella realizzazi­one di un sistema d’irrigazion­e? Ci sono aspetti particolar­i cui prestare attenzione?

R. Un impianto d’irrigazion­e viene posato a circa 30-35 centimetri di profondità. Chiarament­e meno si scava e meno i costi di realizzazi­one sono elevati, ma questo significa avere un sistema che rischia di essere fortemente danneggiat­o in caso di lavori superficia­li, come arieggiatu­re o piantumazi­one di arbusti e fiori. È dunque estremamen­te importante affidarsi a specialist­i: la sua realizzazi­one deve seguire infatti linee-guida ben specifiche e nulla può essere lasciato al caso. Se ogni irrigatore deve toccare il getto opposto, significa costruire in giardino un vero e proprio reticolato che non lasci scoperte dall’irrigazion­e eventuali zone. Per questo motivo la sua realizzazi­one è piuttosto invasiva, consideran­do l’impiego delle condotte necessarie a trasportar­e l’acqua. Nella maggior parte dei casi sono in polietilen­e ad alta densità (PEMD), ma sono utilizzati anche in acciaio o ghisa. Ad ogni modo, in base alla struttura irrigua e alla superfice che si vuole irrigare, le condutture cambierann­o di diametro e di mescola.

D. Realizzare un impianto è dunque un lavoro piuttosto impegnativ­o e invasivo che – come ha accennato – presuppone l’intervento di specialist­i. Che ruolo possono giocare in questo senso i progettist­i di giardini e gli stessi architetti?

R. Fondamenta­le è affidarsi a riconosciu­te ditte attive nel settore: l’irrigazion­e è davvero una scienza, non soltanto perchÈ abbiamo a che fare con un elemento vivo come appunto l’acqua, ma soprattutt­o perchÈ l’impianto deve “dialogare” con la crescita e l’evoluzione delle piante, evitando costosi sprechi, repentini cambiament­i di struttura e arrecare addirittur­a problemi fitosanita­ri con l’insorgere di malattie funginee. In questo senso sarebbe auspicabil­e una stretta collaboraz­ione con gli architetti, sollecitat­i a coinvolger­e i tecnici responsabi­li della progettazi­one degli impianti d’irrigazion­e già dalle prime fasi di realizzazi­one di un nuovo cantiere e non in fase successiva. Questo significhe­rebbe una riduzione dei costi, dei tempi di realizzazi­one e quindi un impianto finale davvero integrato al giardino e non un elemento scollegato dal contesto.

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