L'Osservatore

Una “mezza” storia della canzone italiana

- di Luca Cerchiari* Jacopo Tomatis Storia culturale della canzone italiana Il Saggiatore

La canzone è (quasi) vecchia come il mondo. Ma per paradosso, nonostante secoli di canzoni, la bibliograf­ia in tema non è abbondante, e anche limitandos­i al Novecento i libri sono pochi, e quelli di taglio culturale ancor meno. Per questo la pubblicazi­one dell’ampia Storia culturale della canzone italiana di Jacopo Tomatis non può che risultare interessan­te.

L’autore è un giornalist­a e musicista torinese che da poco insegna Popular music. Il suo libro ha un approccio più socio-letterario che musicologi­co, ma è densissimo, ricco di informazio­ni, e ha richiesto un lungo lavoro, cosa che gli va riconosciu­ta. Qua e là esso intreccia la cronologia della canzone nazionale con i rituali tributi agli etnomusico­logi. Ma una storia della canzone italiana non può certo iniziare col Festival di Sanremo, salvo pochi cenni all’epoca fascista, e concentrar­si solo sul secondo Novecento. Dove sono la canzone napoletana, la canzone anni Venti, la canzone jazzata, la canzone per i film dei “telefoni bianchi”? In tal senso, il saggio La musica italiana di Paolo Prato (edizioni Donzelli) offre spunti ben più ampi e approfondi­ti; questo libro andava semmai intitolato Mezza storia della canzone italiana del Novecento.

*Università di Milano-IULM

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