Valeur in Svizzera, primo passo
Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita / Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori / però posso ascoltarli e dividerli con te.
Abbiamo incontrato al convegno Ambrosetti di Cernobbio Andrea Ragaini, vice Direttore Generale di Banca Generali con responsabilità sul Wealth Management.
La vostra entrata in Svizzera? È un primo punto di ingresso. Avevamo voglia di entrare sul mercato svizzero come spiegato l’anno passato a L’Osservatore e abbiamo poi fatto un primo passo con Valeur. Valeur era una piattaforma che ci piaceva molto, partendo dalle persone fino al contenuto gestionale. È un primo passo per avere un Asset Manager elvetico alla luce di nuovi prodotti assicurativi internazionali che stiamo lanciando. Tra poco uscirà un primo prodotto internazionale del nostro gruppo che potrà avere un gestore estero. In quel caso sarà svizzero, con banca depositaria svizzera. Questo uno dei motivi. Poi vogliamo avere una piattaforma per una rete distributiva elvetica perché, dopo aver sviluppato con successo il Private Banking in Italia, pensiamo di portare paradigmi nuovi entrando con grande umiltà nel mercato elvetico. Anche Generali è un gruppo importante, ma quando si entra nella “patria del Private Banking e Wealth Management” bisogna sempre avere grande rispetto dell’esperienza altrui. Tuttavia siamo certi che potremo portare un contributo innovativo, come fatto in Italia. Fino a cinque anni fa, pensare di fare Private Banking nell’ambito di una rete distributiva era impossibile; ora possiamo provare pure nel mercato confederato, utilizzando Valeur quale piattaforma. Come già anticipato dal nostro AD, l’obiettivo è di entrare con una licenza bancaria. Quindi, il prossimo passo sarà di acquisire, fondare o trasformare Valeur in una banca per avere un posizionamento ancora più forte e radicato nel Private Banking.
Pensate di fare anche bancassicurazione?
L’offerta assicurativa fa parte del nostro DNA. Siamo nati con lei e il fatto di avere una gamma che prevede anche prodotti assicurativi, ci rafforza nella convinzione. Generali in Svizzera è molto forte nel mondo dei fondi pensione. Quindi abbiamo già un player che ha con altre parti del mondo un brand molto solido e pensiamo possa essere di grande aiuto. Abbiamo sviluppato varie forme di investimento ibride che solo un grande player assicurativo può fornire e certamente saranno uno degli strumenti di innovazione del mercato.
La situazione della finanza internazionale?
È uno dei temi centrali emerso sulla geopolitica al Forum Ambrosetti. Ci sono elementi di «guerra fredda economica», come definita da Ferguson in modo innovativo, che riguarda due grossi blocchi del mondo: USA e Cina. Alla domanda rivolta agli operatori sulle principali preoccupazioni, la guerra dei dazi e le tensioni del commercio internazionale sono citate al primo posto. Il franco svizzero da sempre è considerato un bene rifugio. Quindi molto dipenderà anche dagli sviluppi della guerra commerciale, ma pensiamo che, comunque, nell’ambito dell’Asset Allocation, la diversificazione nei patrimoni Private con strumenti di economia reale e dei beni rifugio ci debba essere. Quindi, nell’allocazione globale, una parte di franco svizzero riteniamo sia sempre importante averla a prescindere dalle valutazioni di breve periodo. (CBP)