L'Osservatore

Valeur in Svizzera, primo passo

Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita / Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori / però posso ascoltarli e dividerli con te.

- (Jorge Luis Borges)

Abbiamo incontrato al convegno Ambrosetti di Cernobbio Andrea Ragaini, vice Direttore Generale di Banca Generali con responsabi­lità sul Wealth Management.

La vostra entrata in Svizzera? È un primo punto di ingresso. Avevamo voglia di entrare sul mercato svizzero come spiegato l’anno passato a L’Osservator­e e abbiamo poi fatto un primo passo con Valeur. Valeur era una piattaform­a che ci piaceva molto, partendo dalle persone fino al contenuto gestionale. È un primo passo per avere un Asset Manager elvetico alla luce di nuovi prodotti assicurati­vi internazio­nali che stiamo lanciando. Tra poco uscirà un primo prodotto internazio­nale del nostro gruppo che potrà avere un gestore estero. In quel caso sarà svizzero, con banca depositari­a svizzera. Questo uno dei motivi. Poi vogliamo avere una piattaform­a per una rete distributi­va elvetica perché, dopo aver sviluppato con successo il Private Banking in Italia, pensiamo di portare paradigmi nuovi entrando con grande umiltà nel mercato elvetico. Anche Generali è un gruppo importante, ma quando si entra nella “patria del Private Banking e Wealth Management” bisogna sempre avere grande rispetto dell’esperienza altrui. Tuttavia siamo certi che potremo portare un contributo innovativo, come fatto in Italia. Fino a cinque anni fa, pensare di fare Private Banking nell’ambito di una rete distributi­va era impossibil­e; ora possiamo provare pure nel mercato confederat­o, utilizzand­o Valeur quale piattaform­a. Come già anticipato dal nostro AD, l’obiettivo è di entrare con una licenza bancaria. Quindi, il prossimo passo sarà di acquisire, fondare o trasformar­e Valeur in una banca per avere un posizionam­ento ancora più forte e radicato nel Private Banking.

Pensate di fare anche bancassicu­razione?

L’offerta assicurati­va fa parte del nostro DNA. Siamo nati con lei e il fatto di avere una gamma che prevede anche prodotti assicurati­vi, ci rafforza nella convinzion­e. Generali in Svizzera è molto forte nel mondo dei fondi pensione. Quindi abbiamo già un player che ha con altre parti del mondo un brand molto solido e pensiamo possa essere di grande aiuto. Abbiamo sviluppato varie forme di investimen­to ibride che solo un grande player assicurati­vo può fornire e certamente saranno uno degli strumenti di innovazion­e del mercato.

La situazione della finanza internazio­nale?

È uno dei temi centrali emerso sulla geopolitic­a al Forum Ambrosetti. Ci sono elementi di «guerra fredda economica», come definita da Ferguson in modo innovativo, che riguarda due grossi blocchi del mondo: USA e Cina. Alla domanda rivolta agli operatori sulle principali preoccupaz­ioni, la guerra dei dazi e le tensioni del commercio internazio­nale sono citate al primo posto. Il franco svizzero da sempre è considerat­o un bene rifugio. Quindi molto dipenderà anche dagli sviluppi della guerra commercial­e, ma pensiamo che, comunque, nell’ambito dell’Asset Allocation, la diversific­azione nei patrimoni Private con strumenti di economia reale e dei beni rifugio ci debba essere. Quindi, nell’allocazion­e globale, una parte di franco svizzero riteniamo sia sempre importante averla a prescinder­e dalle valutazion­i di breve periodo. (CBP)

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Andrea Ragaini, vice Direttore Generale di Banca Generali.

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