Molta tecnologia, meno umanologia
Capiva poi che non capivo niente / e sbigottiva… Fortunatamente / tu comparivi tutta sorridente: / “Ecco il nostro malato immaginario!”. (Guido Gozzano)
Carlo Giardinetti, responsabile sostenibilità Deloitte Svizzera, Stéphane Pellegrini, presidente associazione HR Ticino, Valentina Zollinger, cofondatrice Zolliway, Marco Fantoni, direttore Caritas Ticino, Paolo Caspani, fondatore Borsa Immobiliare Ticino, Franco Burlando, cofondatore Lighthouse Tech e Mattia Sormani, vice direttore della Sandro Sormani SA, moderati da Marco Dal Lago e introdotti dal presidente UCIT, Stefano Devecchi Bellini, hanno partecipato alla tavola rotonda dell’Unione Cristiana Imprenditori Ticinesi su Governance, leadership e responsabilità sociale.
Fare impresa, ha detto Stefano Devecchi Bellini, è un valore umano e i criteri guida sono sostegno, inclusione e welfare sostenibile: non basta essere buoni imprenditori. Occorre la prospettiva della solidarietà e del bene comune. In questo frangente, ha commentato Carlo Giardinetti, si sono verificati cambiamenti esponenziali per la tecnologia, non per i comportamenti umani. Dobbiamo liberarci dalla prigione dell’homo oeconomicus e aggiungere importanti conversazioni nelle organizzazioni. Armiamoci dunque di coraggio e credendo in cose che non tutti vogliono ascoltare. Siamo sicuri che tutto abbia un prezzo? L’homo oeconomicus
è l’incipit degli ultimi cento anni e quando la storia giudicherà, forse ci riderà dietro. Bisogna considerare l’impatto sociale ed ecologico dei nostri prodotti e servizi. Più che mai per attirare talenti, ha aggiunto Marco Dal Lago, non basta indicare lo stipendio, ma lo scopo di un lavoro. Da noi, ha detto Marco Fantoni, direttore di Caritas Ticino, c’è chi porta i soldi e chi ne ha bisogno: la vera misura è la ricchezza dell’amore e l’amore è più grande del proprio bisogno. Franco Burlando è attivo con una startup per favorire la mobilità dei ciechi attraverso sensori inseriti in un occhiale da vista o da sole, un dispositivo adeguato dal punto di vista estetico perché anche chi non vede, vuole vedersi bene. E ciò favorisce l’inclusione e aumenta il benessere personale. Mattia Sormani ha narrato l’evoluzione di un’impresa di pittura a conduzione familiare fino ad arrivare oggi a 70 collaboratori. Questo significa, ha commentato, avere tanti piccoli imprenditori e coinvolgerli a tutto tondo, un impegno anche sociale, e chi non riesce più a lavorare, si cerca di riqualificarli in ruoli dirigenziali, dall’organizzazione ai ruoli aministrativi. Stéphane Pellegrini ha rilevato che l’associazione si propone di promuovere uno sviluppo delle imprese per una migliore pratica e una cultura incentrata sulle persone. Da qui il dialogo costante su vari temi ed esperienze per crescere assieme. L’associazione conta 250 soci, di cui la metà aziende. Ora Pellegrini si dedicherà alla Città di Lugano per un servizio al territorio e alla cittadinanza di 70 mila abitanti e forte di 200 collaboratori, dove ci si occupa dalle competenze sul digitale fino all’innovazione. Valentina Zollinger, che opera in una giovane sorecruitment, cietà nel settore del ha commentato come il modus operandi deve rispettare gli stessi valori per entrambe le parti coinvolte, aziende e candidati.