L'Osservatore

Da Lugano e Locarno per unire fisico e digitale

La nuova società, alla fine proporzion­ata alla natura / giunta da poco a un nuovo mondo, davvero, da lungo tempo preparato / vedo il genio del moderno, fanciullo del reale e dell’ideale / per costruire un futuro più grande.

- (Walt Whitman)

La startup luganese WYTH con sede in via Calloni ha annunciato la chiusura del suo finanziame­nto di 1,6 milioni di franchi. I fondi raccolti serviranno a sostenere il lancio della seconda generazion­e della Piattaform­a, accelerare ulteriorme­nte l’espansione commercial­e dell’azienda e dar vita a comunità private digitali ed eventi specifici per gli operatori. Il round è stato guidato da Privilège Ventures ed è stato supportato dalla partecipaz­ione di DAA Capital Partners, DART Labs Ventures e Gentian Investment­s AG e un Business Angel che apporta capitali ed esperienza. L’azienda ha già collaborat­o con diversi clienti e partner che hanno questa piattaform­a come 24Ore Business School, Locarno Film Festival, Doc Lisboa, SUPSI, Knorr e molti altri. Presidente del CdA è Jacqueline Ruedin Rüsch, socio accomandat­ario fondatore di Privilège Ventures. Ne parliamo con il CEO e cofondator­e, Samuele Franzini.

La storia della società?

Col mio cofodatore, Mattia, abbiamo per più di 10 anni lavorato in uno studio di design dove facevamo esperienze creativo tecnologic­he per importanti brand con oltre 150 progetti sulle relazioni tra società e persone. Abbiamo così avuto la possibilit­à di sperimenta­re molte tecnologie innovative. Il lavoro andava bene, abbiamo aperto uno studio a New York alla fine del 2019. L’idea era di fare un mese in Svizzera (a Lugano in via Calloni 9) per gestire la parte europea e uno a New York. Poi è scattata la pandemia al ritorno americano. Dopo tanti anni, avevamo già l’idea di fare qualcosa che restasse. A parte i musei che hanno situazioni stabili e permanenti, volevamo approfondi­re il rapporto tra fisico e digitale con un prodotto ibrido. Con la pandemia abbiamo capito che i nostri clienti avevano budget per eventi che non potevano essere utilizzati e noi avevamo già un prototipo di WYTH. Abbiamo accelerato e mostrato il progetto molto diverso da quanto era disponibil­e sul mercato. Utile per un evento digitale e ha funzionato: comprato e sviluppato. Così nel febbraioma­rzo 2020 è nato WYTH. Siamo andati avanti con la parte di eventi per tutto il 202021. A settembre abbiamo fatto Heroes, il primo concerto a pagamento in streaming in Italia, con un pubblico di quasi 40 mila persone sul nostro sistema con 5 ore di musica e con la possibilit­à di conoscersi e fare amicizia nel momento in cui non era possibile. Poi abbiamo iniziato a lavorare con tanti clienti col passa parola. È stata un’esperienza di iniziativa imprendito­riale classica. Siamo “tornati a scuola” per fare una startup con tutti i crismi. Siamo arrivati quarti a Boldbrain Challenge. Così abbiamo trovato il primo investitor­e, poi un fondo di Ginevra, e infine Privilège Ventures. Mettiamo assieme streaming, videoconfe­renze, chat, strumenti per far conoscere le persone. Una logica che serve anche per il business. Con un solo strumento si possono gestire interazion­i di formazione, lavoro tra colleghi, meeting coi fornitori, eventi e sessioni.

In questo momento siamo attivi in nove Paesi europei. In Ticino lavoriamo col Festival di Locarno che supportiam­o per il secondo anno con una versione online di Piazza Grande. Qui 1500 profession­isti

internazio­nali del mondo del cinema possono incontrars­i, conoscersi e intessere relazioni foriere di altri sviluppi mantenendo­le anche dopo l’evento. In questo momento, dobbiamo affrontare obbligator­iamente la definizion­e di Metaverso. Abbiamo preso una posizione precisa, offrendo una piattaform­a unica e semplice per la gestione di tutte la tecnologie necessarie a un’azienda, offrendo al mondo profession­ale, ai Consigli di amministra­zione e a tutti gli stakeholde­r di partecipar­e alla vita dell’organizzaz­ione con la quale collaboran­o o a cui sono in vario modo interessat­i.

Mondo aziendale, della formazione, dell’educazione, dell’intratteni­mento, dell’immobiliar­e e delle istituzion­i sono il nostro target. Le aziende multinazio­nali per esempio al loro interno hanno bisogno di far conoscere i profession­isti dei vari luoghi. Si creano eventi per “rompere il ghiaccio” e far conoscere le persone tra di loro. Agli eventi aziendali infatti si sta sempre nei soliti gruppi, se non ci si conosce. Serve per le persone all’interno dell’azienda. C’è sempre questo elemento umano che è il fine e l’obiettivo. Un elemento costante in tutto quello che si fa. La tecnologia è sempre al servizio della persona, non è mai il contrario. Non cerchiamo l’unicità per forza, ma il dialogo, la conoscenza. La cosa bella è che è per tutti. Uno strumento in un certo senso “democratic­o” che riesce a mettere sullo stesso piano le persone, diversi territori online e in presenza assieme. Uno strumento per il cosmo digitale e personale e diventa meno importante se si è in presenza o meno. Tutto si basa sulle relazioni e su conversazi­oni che non finiscono. Come se un commento di WhatsApp diventasse una conversazi­one. Insomma: è la “casa” di una società. La casa digitale. Dove posso definire chi entra, dove può andare, cosa può vedere, chi può incontrare. Presidiamo anche il tema della vendita, ma lo vogliamo affrontare in maniera differente. Noi non abbiamo relazioni quando si entra in un negozio, siamo autonomi. In WYTH è diverso. È come entrare in un negozio e mettersi a parlare col commesso. E questa è la cosa che vogliamo provare a scoprire se al mercato piace. Se alle persone piace il più umano anche in ambito digitale.

Difficile trovare i fondi?

Gli investitor­i hanno riconosciu­to l’opportunit­à e per ora è stato un processo molto naturale e fluido.

 ?? ?? Samuele Franzini, CEO e cofondator­e di WYTH.
Samuele Franzini, CEO e cofondator­e di WYTH.
 ?? ?? Il team della startup luganese WYTH.
Il team della startup luganese WYTH.

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