Pelli, «Che c’è in Tivù?», è tutto meraviglioso
Come prevedibile, largo spazio alla caciara, alle spiritosaggini, alle bollicine (qualunque cosa significhino), all’interazione social («Su Instagram il selfie con il nostro Armando Ceroni lo metterò insieme con la foto del matrimonio con mia moglie»), alle parole dedicatorie che scorrono in basso per la gioia del festante convito: «Pelli sei un figo», «Jonas, il nuovo Angela», «RSI al top. Vi aspettiamo alla sagra della costina a Lamone», e così via. Sui canali della RSI di Matteo Pelli, ormai plasmata a immagine e somiglianza sua e di tutti i fighi in circolazione, capita di seguire trasmissioni meravigliose: Che c’è in Tivù? (LA1, domenica 28 agosto, ore 20.40; ora disponibile su Play RSI). Reduce da «un anno con tanto da fare, fondamentalmente figo», come ha dichiarato in un’intervista a La Regione, il responsabile del Dipartimento Programmi e Immagine è tornato in video per presentare il nuovo palinsesto autunnale. Ai suoi piedi, l’hanno riverito un po’ tutti.
Una seratina scoppiettante, all’insegna dell’allegra spensieratezza. È stato tutto meraviglioso a Che c’è in Tivù: il sorriso euforico e compiaciuto di Matteo, le sue uscite imperdibili («Siete una banda di cretini»: Casolini, Guglielmoni e Balmelli), gli acclamati personaggi della televisione, le grandi riproposizioni e le grandi novità (oddio, di originale in tv non c’è più nulla). In collegamento dalle rive del Ceresio c’era la squadra di Siamo fuori capeggiata da una certa Charlie Gallino: meravigliosa anche lei. Accolta con uno scroscio di applausi, la signora mi ha subito fatta sentire un’estranea: troppe urla di richiamo, troppe sguaiataggini. Meraviglioso Jonas Marti, di cui Matteo ha ovviamente tessuto le lodi anticipate: condurrà La storia infinita, un programma plasmato sul modello divulgativo canonizzato da Piero e Alberto Angela. Meraviglioso Damiano Realini chiamato a raccontare qualcosa de Lo specchio: dopo la resistibile performance con Aldo Grasso nella penultima puntata de Il gioco del mondo, perché non premiarlo affidandogli un nuovo programma? A un certo punto è apparso l’autoreconduttore di Cliché (dal 5 ottobre alle 22), con la sua indiscussa professionalità. In tutta sincerità, mi sono sintonizzata su LA1 solo per seguire Lorenzo Buccella, di cui mi dichiaro ufficialmente convinta supporter (non sono la sola, viste le parole entusiastiche dei lettori di questa rubrica). Che c’è in Tivù è stata qualcosa di più di una trasmissione meravigliosa, quasi un ritratto ostentato della famiglia felice in cui ci si vuole tutti bene. Enzo Biagi sbagliava nel sostenere che il rapporto di colleganza fra compagni di lavoro è spesso odio vigilante?
P.S. Nella mia tv ideale non potrebbe mancare uno come Matteo alla conduzione di un quiz, un genere manifestamente nelle sue corde. Lo si è capito durante il siparietto con i suoi epigoni Daiana Crivelli, Marco Di Gioia e Luca Mora: quello è il suo mestiere.