Ipoteche sostenibili non più nel deserto
Dimmi, disegnatore del deserto, / geometra delle sabbie mobili, / possibile che l’impeto delle linee sia più forte / del soffiare del vento?
Per il convegno organizzato dal Centro Studi Villa Negroni sulle ipoteche sostenibili, sono intervenuti dopo l’introduzione di Franco Citterio, direttore ABT, ed Helen Tschümperlin Moggi, responsabile dell’area finanza, Alberto Celletti dell’ABT ed Andreas Schweizer a presentare lo studio delle Banche Cantonali e un saggio di Helen Tschümpelin Moggi sulle nuove competenze richieste agli assicuratori. È infine seguita una tavola rotonda moderata da Alberto Celletti, cui hanno partecipato Remo Crameri (UBS), Curzio De Gottardi (Banca Stato) Alberto Montorfani (Consulenze Sagl) e Fabrizio Noembrini, direttore Associazione TicinoEnergia.
Vista l’attualità economica e le emergenze energetiche appare sempre più importante riflettere sull’importanza dell’economia green nell’aspetto creditizio delle ipoteche. Si presta molta attenzione alla sostenibilità finanziaria, non a quella energetica degli immobili. È cambiato oggi il modo di costruire, per esempio col “cappotto” dei nuovi edifici, sugli infissi moderni e la sostituzione di sistemi di riscaldamento obsoleti che permettono di ridurre sensibilmente il consumo energetico. Ma il nostro territorio è pieno di vecchi edifici costruiti negli anni 5070 che avrebbero bisogno di profonde ristrutturazioni per conseguire una minor dispersione energetica. Ogni banca segue certo i suoi modelli, non si intende certo imporre nulla, ma nella concessione creditizia anche la sostenibilità energetica deve oggi trovare il suo giusto peso e valore al fine di ridurre efficacemente i costi e diminuire i rischi, riducendo nel contempo le emissioni di CO2. Nello studio di Swissbanking è stato calcolato l’ammontare degli investimenti necessari per rinnovare i vecchi edifici affinché la Svizzera centri l’obiettivo per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Si tratta di 387 miliardi di franchi, circa 13 miliardi all’anno per i prossimi 28 anni. Gli esperti non si sono fermati a questa cifra, ma hanno anche stimato che la piazza finanziaria svizzera è in grado di finanziare circa il 91%, degli investimenti necessari mediante l’erogazione di crediti e attraverso il mercato dei capitali. D’altra parte, bisogna pure rispettare il principio del “chi inquina, paga”. L’azione comunque dovrà poggiare più sugli incentivi di legge al cambiamento, rispetto all’azione coercitiva. Oggi oltre il 50% dei Fondi d’investimento sono “sostenibili”, invece nell’erogare il credito siamo ancora agli esordi ha detto Helen Tschümperlin Moggi. Si trascurano così i rischi e le opportunità che derivano non solo dal livello dei tassi. Per questo diventa obbligatorio che i consulenti comprendano queste nuove esigenze e le prospettino ai clienti, in funzione del risparmio che loro deriva nel tempo. Spesso, ha commentato Montorfani, in molti edifici che competono da eredità e da lunghe e talora da contorte storie di famiglia, nessuno si fa carico dell’aggiornamento necessario, avendo di mira solo il ritorno immediato che poi resta sempre relativo. Quanto alle banche, ha detto Crameri, sono più attente agli aspetti statistici e a quelli normativi, ma è lo spirito della legge quello che va interpretato.