“Svizzera, un modello da imitare”
Il sogno è vedere le forme invisibili / della distanza imprecisa e, con sensibili / movimenti della speranza e della volontà / cercare sulla linea dell’orizzonte / l’albero, la spiaggia, il fiore, l’uccello la fonte / i baci della Verità.
Alessandro Rapinese, consigliere comunale dal 2008, da sempre critico con il sistema dei partiti, è stato eletto da qualche settimana nuovo sindaco di Como, rifiutando ogni apparentamento politico.
Lei ha dunque spezzato la narrazione tra destra e sinistra che divide l’Italia.
Si tratta di un unicum a livello nazionale, nel senso che non è mai successo prima. Abbiamo aperto una terza via e adesso bisogna dimostrare che questa è migliore.
Parliamo dei rapporti tra Italia e Svizzera. Serpeggia tra le due “sponde” un sentimento di amoreodio?
Per nulla: direi solo amore. Siamo dei vicini, abbiamo un mucchio di interessi comuni e apprezzo molto l’amministrazione pubblica svizzera che è puntuale, precisa e rappresenta per noi un autentico modello.
I problemi sul tappeto che accomunano i due territori sono quelli del trasporto, dogana, traffico dei Tir. Quali le Sue visioni in proposito?
Devo dire che la Svizzera è molto attiva su queste tematiche e non posso negare che la mia amministrazione, quella che eredito dopo gli ultimi decenni di governo, sia oggi un po’ in affanno. Quindi, dobbiamo recuperare il terreno perduto. Abbiamo appena sottoscritto un protocollo per la viabilità nei prossimi cinquant’anni con un progetto ticinese e siamo molto attenti e collaborativi, tant’è che abbiamo appunto sottoscritto gli impegni per questo piano di studi. Dopo ciò, so bene che le aziende svizzere sono molto sensibili al sistema dei trasporti, incentivando anche i dipendenti all’utilizzo dei mezzi pubblici e questo è un altro motivo per il quale la Svizzera rimane un modello da imitare.
Per quanto riguarda Tir e dogane?
Bisogna non essere dei talebani in proposito. L’evoluzione purtroppo ha bisogno dei suoi tempi di maturazione. Siamo molto migliorati rispetto al passato e l’ideale sarebbe che in futuro le merci viaggiassero il più possibile su rotaia e non su gomma. Questo necessita però di infrastrutture di qualità e si tratta di tematiche che, in buona parte, non competono al singolo Comune, ma al Governo centrale. Quindi diciamo che, in questa fase, non avendone la responsabilità diretta, mi sto concentrando prevalentemente su altri aspetti più immediati.
Che dire sull’area di Ponte Chiasso?
Abbiamo espresso con la mia amministrazione il più alto livello e carica politica di sempre, con il nostro vice sindaco, Nicoletta Roperto, 30 anni, che è di via Brogeda. Quindi questo problema è al centro dei nostri interessi e non ovviamente solo perché c’è di casa il vicesindaco ma, conoscendo bene la realtà, sappiamo quanto sia in sofferenza quel quartiere. Forse è quello messo peggio di tutti nella città e stiamo ripartendo proprio da
lì per una gestione del verde comune, con la massima attenzione posta sulla possibilità effettiva di migliorare il biglietto da visita dell’Italia all’ingresso nel Paese.
Quanto incide il rincaro delle materie prime sull’insieme del bilancio comunale?
Questo è un vero disastro. Parliamo almeno del 30%. Ma tutto ciò non comporterà rallentamenti nei nostri impegni per il semplice fatto che avevamo riserve importanti a bilancio. Il problema è che dobbiamo comprimere in ogni modo le uscite: avremmo voluto iniziare con progetti più corposi, ma purtroppo questa situazione sta limitando le nostre ambizioni. Il nostro compito è quello di essere delle buone massaie le quali, pur con pochi ingredienti, riescono ad apparecchiare la tavola e fornire cibi sani a pranzo e a cena. In ultima analisi, lamentarsi o stracciarsi le vesti, serve a poco.
Vi sono molti progetti sul verde urbano…
Non solo questi, evidentemente. Ma il verde è l’elemento più importante per il decoro urbano e sono orgoglioso di comunicare che a breve faremo partire il progetto dei giardini a lago che era gravato da difficoltà tecniche. Integreremo con i fondi necessari l’aumento che dobbiamo sopportare dei costi nella variazione di bilancio e dovremmo dunque partire. Il verde è essenziale comunque. Sia per l’ambiente, che per la salute e l’estetica. Un verde curato ci fa sentire e abitare in un posto migliore e renderà più bella ai turisti e ai cittadini la città.
Che dire della situazione delle acque?
Non sono un esperto, ma essendo il nostro lago tecnicamente un bacino, queste escursioni in un senso e nell’altro dopo i temporali, fanno male alle sue pareti e alle rive. Questo resta un problema. Oltre ovviamente alle ricadute che incorrono sull’ambiente e sulla fauna ittica che vede mutare il suo habitat.
Rapporti col vicino Comune di Chiasso?
Gli amici di Chiasso sono stati molto solerti nell’invitarci e in questo caso siamo noi in un certo senso i “vicini scortesi” perché non abbiamo ancora avuto il tempo di accettare i loro cortesi appelli e colgo l’occasione per scusarmi e assicurare che presto riprenderemo i contatti.
C’è stata in proposito anche la polemica sulle multe alle auto ticinesi…
Avrei due cose da precisare. In primo luogo, è purtroppo vero che per alcuni svizzeri il livello di responsabilità fuori dal loro confine diminuisce sensibilmente. In secondo luogo, adorando la Svizzera miro a poter applicare lo stesso loro livello di rigore. In ultima analisi la Svizzera e la precisione svizzera sono un modello al quale ambisco. Per chiudere, ribadisco comunque che i maleducati che hanno scambiato il centro storico di Como per l’autosilo del Ticino sono e restano un’esigua minoranza della quale i miei stessi amici svizzeri si vergognano.
Senza dimenticare che alcuni Cantoni comminano le multe in base al reddito.
Un fatto che non va certo sottovalutato. Se fossi il legislatore nazionale, copierei in effetti il modello del Cantone dei Grigioni.