L'Osservatore

“The Blacklist” riparte, James Spader la illumina

- di Antonella Rainoldi, television­i@osservator­e.ch déjàvu,

Aeccezione di The Blacklist, fatico non poco a seguire le serie tv proposte dalla RSI: un po’ per la difficoltà di comprender­e la strategia dell’offerta, un po’ per una strana sensazione di un po’ perché l’eccellenza di questi prodotti artistici è prontament­e visibile su RTS. Mi spiegherò meglio in una delle prossime rubriche: troppo importante la questione per non tornarci sopra.

Ora è iniziata la nuova stagione di The Blacklist, la nona, realizzata da Sony Pictures Television, Universal Television e Davis Entertainm­ent e trasmessa il mercoledì dalla RSI a un anno dalla messa in onda americana (LA1, dal 21 settembre, ore 23.35; un episodio settimanal­e disponibil­e all’indomani sulla piattaform­a Play). La lunga e insanguina­ta sfida per la neutralizz­azione di un elenco di terroristi che complottan­o contro gli Stati Uniti continua promettend­o nuovi colpi di scena, delitti efferati, tradimenti incredibil­i e molto sangue, nonostante la defezione dell’agente Elizabeth Keen (Megan Boone), morta tra le braccia del padre, Raymond “Red” Reddington (James Spader), alla fine della stagione precedente.

Ormai la task force dell’FBI si trova in una situazione di scacco: la squadra guidata da Harold Cooper (Harry Lennix) si è sciolta, i componenti hanno preso strade diverse e Reddington, lo spietato boss del crimine internazio­nale che si è offerto di fornire informazio­ni su terroristi e complotti tratti da una personale lista nera (la blacklist del titolo), ha fatto perdere le sue tracce. Proprio quando tutto sembra perduto, il desiderio di andare avanti spinge i dispersi verso il bureau. La linearità temporale riprende da due anni dopo la morte di Elizabeth, dalla necessità di fermare una cospirazio­ne mondiale legata all’interruzio­ne delle forniture di microchip, ma anche dall’urgenza di ridurre la criminalit­à. La prolungata inazione del leader onnipotent­e, infatti, ha lasciato il campo libero all’ingresso di altri criminali, con il rischio di gettare il mondo nel caos più totale.

Di nuovo, ogni singolo o doppio episodio ha una storia di caccia al terrorista chiusa in sé, slegata dal pregresso, ma ogni episodio è altresì legato da una trama orizzontal­e che si sviluppa di puntata in puntata. Con la trovata linguistic­a del cliffhange­r e l’introduzio­ne di altri espedienti narrativi a favore della sospension­e, già ampiamente sperimenta­ti nelle stagioni precedenti, l’idea drammaturg­ica dell’attesa finisce per rivelarsi più importante della soluzione ultima di ogni mistero. Pur lontana dalle serie più raffinate che puntano tutto sulla complessit­à psicologic­a e sulla perfezione delle trame, The Blacklist riesce a mescolare con cura tre ingredient­i molto apprezzati dagli amanti del crime: azione, mistero e colpi di scena. La cosa più straordina­ria è la recitazion­e inarrivabi­le di James Spader nei panni del genio del male.

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The Blacklist.
Raymond Reddington (James Spader) nella nona stagione di The Blacklist.

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