Elogio dell’ozio
Passato, presente, futuro. Il tempo, in altre parole, che è poi il tema dell’articolo di apertura di questo numero. Ma di che si tratta? Come definirlo? Se consideriamo il tempo in una cornice filosofica, esso è la diretta manifestazione dell’esistente: dal momento in cui nasciamo, e quindi diveniamo degli «essenti», iniziamoaco nsumarlo. In quanto esseri coscienti, tendiamo poi a pensare in termini di passato e futuro, dimensioni imprescindibili dal presente che è la condizione, sempre mutevole, nella quale siamo confinati. Insomma, un bel problema, sondato da punti di vista e da discipline differenti, dall’arte alla storiografia, dall’ antropologia all’astrofisica. Proprio per i fisici, a partire dal BigBang e dalla nascita dell’universo– inteso come vero e proprio« essente» conun’etàdi circa 13,8 miliardi di anni –, si innesca quella che viene definita la «freccia del tempo», che è l’impronta, la corrente principale nella quale tutti i diversi «tempi», inclusi quelli delle nostre vite, si inseriscono. Guai dunque a perdere tempo? Il sociologo Domenico De Masi è di tutt’altro avviso: l’ozio creativo, da non confondere con la pigrizia, è essenziale per l’ uomo e spesso ben più produttivo dell’ attività fine a se stessa. L’importante è, semmai, oziare bene.