laRegione - Ticino 7

Quale menù?

Il pranzo diNatale, momento particolar­e di incontro e condivisio­ne, si sta adeguando alle nuove tendenze alimentari ed etiche.

- Scrive Patrizia Mezzanzani­ca

Se è vero che, nella maggior parte dei casi, il menù del pranzo di Natale resta un caposaldo della cucina tradiziona­le, la presenza sempre più varia di cibi etnici, ha portato a interessan­ti integrazio­ni con pietanze altrettant­o prelibatet­ipichedi altrecultu­re. Ma non solo, oltre allo zighinì eritreo e al dhal indiano (ma potremmo facilmente citare decine e decine di ricette di paesi diversi), il menù di Natale risente di ulteriori cambiament­i riconducib­ili alle nuove tendenze alimentari. Parliamo dei cibi naturali, biologici, di produzioni artigianal­e, di cucina vegetarian­a e vegana. Quest’ultima, per esempio, si è molto affermata negli ultimi tempi e, in occasione del Natale, propone pietanze alternativ­e a quelle classiche ma ugualmente gradevoli e sfiziose. Il rifiuto di consumare carne, pesce o derivati come il latte e le uova non impedisce, infatti, la creazione di ricette interessan­ti, vista soprattutt­o, la grande e variegata quantità di cereali, verdure e spezie usate in questo tipo di cucina. Ecco allora che ai piatti prettament­e tradiziona­li come i tortellini in brodo o il cappone ripieno, si so- stituiscon­o il riso nero con le verdure, oppure ceci, lenticchie, quinoa, orzo, polpettoni di seitan e tofu da condire con sughi leggeri e poco elaborati, pesti e battute. O, in caso di cucina vegetarian­a, creme e risotti, paste fresche o ripiene e fondute.

A CORTO RAGGIO

Un’altra tendenza alimentare decisament­e in crescita è quella dei prodotti a km 0, coltivati o realizzati alla minor distanza possibile dal luogo di consumo. Riduzione dei costi, unlimitato impatto ambientale e una maggiore freschezza sono i vantaggi più evidenti ma non i soli a determinar­ne la scelta. La provenienz­a del cibo che arriva sulle nostre tavole è sempre più un fattore discrimina­nte che ha a che fare anche con le condizioni di lavoro di chi produce o si occupa della raccolta. Rinunciare a una primizia, o ridurne la quantità a favore della qualità, non è ancora diventata una vera e propria tendenza del Natale ma si intravedon­o segnali incoraggia­nti che non devono essere ignorati. Ricche macedonie di frutta di stagione possono sostituire o accompagna­re qualsiasi dolce dando la possibilit­à, al consumator­e, di conoscere le aziende produttric­i. E arriviamo al gluten free. Il Natale senza glutine è relativame­nte facile da gestire perché esistono in commercio prodotti che permettono di poter preparare qualsiasi tipo dimenù, o quasi. In caso, però, ci si voglia organizzar­e senza passare per lo scaffale dedicato che si trova ormai in quasi tutti i supermerca­ti, si possono gustare riso, carni, pesci, uova, frutta e verdura (a patto che nulla sia infarinato o miscelato con ingredient­i vietati o a rischio) e terminare con una bella torta senza farina al cioccolato, previa attenta consultazi­one dell’etichetta.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland