Quale menù?
Il pranzo diNatale, momento particolare di incontro e condivisione, si sta adeguando alle nuove tendenze alimentari ed etiche.
Se è vero che, nella maggior parte dei casi, il menù del pranzo di Natale resta un caposaldo della cucina tradizionale, la presenza sempre più varia di cibi etnici, ha portato a interessanti integrazioni con pietanze altrettanto prelibatetipichedi altreculture. Ma non solo, oltre allo zighinì eritreo e al dhal indiano (ma potremmo facilmente citare decine e decine di ricette di paesi diversi), il menù di Natale risente di ulteriori cambiamenti riconducibili alle nuove tendenze alimentari. Parliamo dei cibi naturali, biologici, di produzioni artigianale, di cucina vegetariana e vegana. Quest’ultima, per esempio, si è molto affermata negli ultimi tempi e, in occasione del Natale, propone pietanze alternative a quelle classiche ma ugualmente gradevoli e sfiziose. Il rifiuto di consumare carne, pesce o derivati come il latte e le uova non impedisce, infatti, la creazione di ricette interessanti, vista soprattutto, la grande e variegata quantità di cereali, verdure e spezie usate in questo tipo di cucina. Ecco allora che ai piatti prettamente tradizionali come i tortellini in brodo o il cappone ripieno, si so- stituiscono il riso nero con le verdure, oppure ceci, lenticchie, quinoa, orzo, polpettoni di seitan e tofu da condire con sughi leggeri e poco elaborati, pesti e battute. O, in caso di cucina vegetariana, creme e risotti, paste fresche o ripiene e fondute.
A CORTO RAGGIO
Un’altra tendenza alimentare decisamente in crescita è quella dei prodotti a km 0, coltivati o realizzati alla minor distanza possibile dal luogo di consumo. Riduzione dei costi, unlimitato impatto ambientale e una maggiore freschezza sono i vantaggi più evidenti ma non i soli a determinarne la scelta. La provenienza del cibo che arriva sulle nostre tavole è sempre più un fattore discriminante che ha a che fare anche con le condizioni di lavoro di chi produce o si occupa della raccolta. Rinunciare a una primizia, o ridurne la quantità a favore della qualità, non è ancora diventata una vera e propria tendenza del Natale ma si intravedono segnali incoraggianti che non devono essere ignorati. Ricche macedonie di frutta di stagione possono sostituire o accompagnare qualsiasi dolce dando la possibilità, al consumatore, di conoscere le aziende produttrici. E arriviamo al gluten free. Il Natale senza glutine è relativamente facile da gestire perché esistono in commercio prodotti che permettono di poter preparare qualsiasi tipo dimenù, o quasi. In caso, però, ci si voglia organizzare senza passare per lo scaffale dedicato che si trova ormai in quasi tutti i supermercati, si possono gustare riso, carni, pesci, uova, frutta e verdura (a patto che nulla sia infarinato o miscelato con ingredienti vietati o a rischio) e terminare con una bella torta senza farina al cioccolato, previa attenta consultazione dell’etichetta.