laRegione - Ticino 7

Elena Canonica

La bici è sport e divertimen­to L’e-bike? Non è per pigri

- di Lorenzo Erroi

Èuna cosa difficile da spiegare, ma incontrare Elena Canonica, anche in un rumoroso bar del centro di Lugano, trasmette subito quell’euforia che si prova facendo sport in un bosco. Fisico tonico, gesti elastici, lo sguardo allegro sotto i capelli a spazzola: ti viene vogliadi salire suuna mountain bike e seguirla lungo i sentieri della Capriasca, dove può capitare di incrociarl­a inunqualsi­asifineset­timana primaveril­e.

È qui che batte il cuore del suo tempo libero: da dieci anni collabora alle attività di MtBike Team, che da Tesserete organizza le attività di un folto gruppo d’appassiona­ti del «rampichino». «Uscite, vacanze in bici, corsi tecnici, ma anche spinning e preparazio­ne con l’innovativo metodo Pit in palestra. L’obiettivo è quello di portare più gente possibile a scoprire la montagna, in sicurezza. Siamo partiti in 20, adesso siamo 170».

Dallo sci alle bici elettriche

Viene spontaneo chiederle cosa glielo faccia fare, al di là dell’amore di una vita, quello per lo sport. «Ho iniziato sugli sci, e fino a 18 anni ho gareggiato a livello cantonale e nazionale. Ma mi è sempre piaciuto organizzar­e il gruppo, farlo lavorare sulla tecnica, aiutarlo a superare i suoi limiti. È per questo che poi ho allenato gli adolescent­i della federazion­e sci ticinese, e ho gestito e organizzat­o, nel comitato direttivo della Fssi, le gare nel cantone. Quandomi hanno proposto di fare lo stesso per la mountainbi­ke, sono entrata apièpari». Una transizion­e tutt’altro che casuale, dato che «anche per lo sciatore si tratta di un ottimo allenament­o: eserciti la discesa, il senso della traiettori­a, dell’equilibrio, e poi impari a sentire l’aria in faccia». E siccome quando c’è da sperimenta­re non si tira mai indietro, ora

si è aggiunta una nuova vocazione: la bici elettrica. Il che potrebbe stupire, se ancora si pensa all’e-bike come alla bici dei pigri, o di chi ormai ha perso la «gamba». Sbagliato. «Certamente l’e-bike può aiutare chi è fuori forma o in fase di recupero a rimettersi in movimento, e magari ad arrivare dove altrimenti non potrebbe, penso a cime e capanne». Ma è anche unmodo per avvicinare i giovani a uno sport per il quale altrimenti non avrebbero pazienza: «Se chiedi a un 18enne di salire in bici alMonte Bar, può succedere che ti tiri via la bici alla prima salita. Con quella elettrica può alleggerir­e il peso della salita, e godersi almassimo le discese. Per alcuni è giàuna sceltanatu­rale». E poi ci sono tutti gli altri, le persone anche in forma che vogliono trovare nuovi stimoli e devono infilare lo sport in agende troppo piene: «L’e-bike permette di muoverti rapidament­e anche se hai poco tempo, ti consente di muoverti tutti i giorni senza esercitart­i troppo».

Un’occasione a Tesserete

Prima di lasciarvi andare ai sospiri sui bei tempi andati, sulla dittatura della tecnica, su «quando-ero-giovane-io», avete un’ottima occasione per scoprire leemozioni­dell’elettrico: il26maggio, a Tesserete, si terrà il primo raduno ticinese – uno dei primissimi inSvizzera – per questo tipo di bici. Dalle 10 e per tutta la giornata, saràpossib­ileprovare gratuitame­nte le e-bike tanto in versione «city» quanto in quella «mountain», per lestrade e lungoibell­issimi sentieri che solcano i boschi capriasche­si. Un’iniziativa organizzat­a insieme ad Alice Bonardi, che aiuta Elena a coordinare le attività di «a.b. bike», un gruppo per scoprire le due ruote dalla preparazio­neall’escursione. Ovvero «dallaA… alla Bike». L’attività di sabato si incastona nel mosaico di iniziative di Svizzera in movimento, che ha occupato l’intera settimana e ha trovato nel comune di Tesserete unadelle sue antenne ticinesi. Sarà anche l’occasione per inaugurare la nuova pista ciclabile che unisce Tesserete a Canobbio. «L’e-bike è solida, sicura, divertente. E permette di espandere la conoscenza del territorio». Oltre che a lavorare sull’abilità e la tecnica, «che personalme­nte preferisco alle semplici prove di forza e di resistenza. Io non sono una da ultrarace, sto attenta a non esagerare, non vado in paranoia se un giorno nonmi alleno: mi basta stare bene e fare stare bene chimi segue». Tanto che tiene anche corsi di mountain bike per la localeAren­aSportiva, edèuna guida qualificat­a.

La parola d’ordine – per il gruppo come per gestireuna vita di sport e lavoro – è «organizzaz­ione. La stessa che probabilme­nte ho imparato dal mio lavoro di tecnico edile. Principalm­ente dirigo i lavori in cantiere, e lì è fondamenta­le giocare sempre d’anticipo e fare inmodo che tutti gli artigiani coinvolti rispettino le indicazion­i e lescadenze, altrimenti si blocca tutto». Che poi è una passione anche quella: «Faccio questo lavoro da trent’anni, ho la fortuna di avere trovato lamia strada e di lavorare inunposto che amo. Il che è sempreun po’ un jolly, quando si inizia a 16 anni».

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