Elena Canonica
La bici è sport e divertimento L’e-bike? Non è per pigri
Èuna cosa difficile da spiegare, ma incontrare Elena Canonica, anche in un rumoroso bar del centro di Lugano, trasmette subito quell’euforia che si prova facendo sport in un bosco. Fisico tonico, gesti elastici, lo sguardo allegro sotto i capelli a spazzola: ti viene vogliadi salire suuna mountain bike e seguirla lungo i sentieri della Capriasca, dove può capitare di incrociarla inunqualsiasifinesettimana primaverile.
È qui che batte il cuore del suo tempo libero: da dieci anni collabora alle attività di MtBike Team, che da Tesserete organizza le attività di un folto gruppo d’appassionati del «rampichino». «Uscite, vacanze in bici, corsi tecnici, ma anche spinning e preparazione con l’innovativo metodo Pit in palestra. L’obiettivo è quello di portare più gente possibile a scoprire la montagna, in sicurezza. Siamo partiti in 20, adesso siamo 170».
Dallo sci alle bici elettriche
Viene spontaneo chiederle cosa glielo faccia fare, al di là dell’amore di una vita, quello per lo sport. «Ho iniziato sugli sci, e fino a 18 anni ho gareggiato a livello cantonale e nazionale. Ma mi è sempre piaciuto organizzare il gruppo, farlo lavorare sulla tecnica, aiutarlo a superare i suoi limiti. È per questo che poi ho allenato gli adolescenti della federazione sci ticinese, e ho gestito e organizzato, nel comitato direttivo della Fssi, le gare nel cantone. Quandomi hanno proposto di fare lo stesso per la mountainbike, sono entrata apièpari». Una transizione tutt’altro che casuale, dato che «anche per lo sciatore si tratta di un ottimo allenamento: eserciti la discesa, il senso della traiettoria, dell’equilibrio, e poi impari a sentire l’aria in faccia». E siccome quando c’è da sperimentare non si tira mai indietro, ora
si è aggiunta una nuova vocazione: la bici elettrica. Il che potrebbe stupire, se ancora si pensa all’e-bike come alla bici dei pigri, o di chi ormai ha perso la «gamba». Sbagliato. «Certamente l’e-bike può aiutare chi è fuori forma o in fase di recupero a rimettersi in movimento, e magari ad arrivare dove altrimenti non potrebbe, penso a cime e capanne». Ma è anche unmodo per avvicinare i giovani a uno sport per il quale altrimenti non avrebbero pazienza: «Se chiedi a un 18enne di salire in bici alMonte Bar, può succedere che ti tiri via la bici alla prima salita. Con quella elettrica può alleggerire il peso della salita, e godersi almassimo le discese. Per alcuni è giàuna sceltanaturale». E poi ci sono tutti gli altri, le persone anche in forma che vogliono trovare nuovi stimoli e devono infilare lo sport in agende troppo piene: «L’e-bike permette di muoverti rapidamente anche se hai poco tempo, ti consente di muoverti tutti i giorni senza esercitarti troppo».
Un’occasione a Tesserete
Prima di lasciarvi andare ai sospiri sui bei tempi andati, sulla dittatura della tecnica, su «quando-ero-giovane-io», avete un’ottima occasione per scoprire leemozionidell’elettrico: il26maggio, a Tesserete, si terrà il primo raduno ticinese – uno dei primissimi inSvizzera – per questo tipo di bici. Dalle 10 e per tutta la giornata, saràpossibileprovare gratuitamente le e-bike tanto in versione «city» quanto in quella «mountain», per lestrade e lungoibellissimi sentieri che solcano i boschi capriaschesi. Un’iniziativa organizzata insieme ad Alice Bonardi, che aiuta Elena a coordinare le attività di «a.b. bike», un gruppo per scoprire le due ruote dalla preparazioneall’escursione. Ovvero «dallaA… alla Bike». L’attività di sabato si incastona nel mosaico di iniziative di Svizzera in movimento, che ha occupato l’intera settimana e ha trovato nel comune di Tesserete unadelle sue antenne ticinesi. Sarà anche l’occasione per inaugurare la nuova pista ciclabile che unisce Tesserete a Canobbio. «L’e-bike è solida, sicura, divertente. E permette di espandere la conoscenza del territorio». Oltre che a lavorare sull’abilità e la tecnica, «che personalmente preferisco alle semplici prove di forza e di resistenza. Io non sono una da ultrarace, sto attenta a non esagerare, non vado in paranoia se un giorno nonmi alleno: mi basta stare bene e fare stare bene chimi segue». Tanto che tiene anche corsi di mountain bike per la localeArenaSportiva, edèuna guida qualificata.
La parola d’ordine – per il gruppo come per gestireuna vita di sport e lavoro – è «organizzazione. La stessa che probabilmente ho imparato dal mio lavoro di tecnico edile. Principalmente dirigo i lavori in cantiere, e lì è fondamentale giocare sempre d’anticipo e fare inmodo che tutti gli artigiani coinvolti rispettino le indicazioni e lescadenze, altrimenti si blocca tutto». Che poi è una passione anche quella: «Faccio questo lavoro da trent’anni, ho la fortuna di avere trovato lamia strada e di lavorare inunposto che amo. Il che è sempreun po’ un jolly, quando si inizia a 16 anni».