Venti di primavera e amori impossibili
Credere all’amore e come credere alla pubblicità. In primavera è ancora più inevitabile che in altri periodi dell’anno. Tra le amichedel sondaggio di opinione si registra un’impennata clamorosa dei casi di seduzione e abbandono in questo periododell’annoche– fortunatamente– sta volgendo al termine. D’estate il caldo stimola quella pigrizia necessaria a tenere in piedi i rapporti, ma l’aria frizzantina della primavera è responsabile di molti malanni tipici di questa stagione. L’amica cinica numero uno non era d’accordo, fino a che non abbiamo preso il calendario inmano per datare esattamente, come improvvisati archeologi dell’amore, tutte le storie d’amore del passato. Dal bello del liceo al cantautore improvvisato, passando per il seduttore seriale: non c’è uomo che non abbia scelto la primavera per regalarle emozioni o spezzarle il cuore. E non sarà un caso che le gite scolastiche si facciano in primavera. E se si arriva a quasi quarant’anni a capire verità di questa portata è naturale che ci si arrivi senza alcun anticorpo. Sicché ogni primavera ci trova vulnerabili e indifese, a pensare come sia possibile ritrovarsi cotte come adolescenti idiote.
Ho un’amica che ha incominciato ad utilizzare LinkedIn perché unico mezzo di comunicazione con un personaggio incontrato per lavoro che l’ha «colpita e affondata». Si sveglia di notte, consulta profili, consiglia articoli di cui non capisce una beata mazza, entra in collegamento con sconosciuti. Inutilmente sperando – comesi sognavaunosguardodelbellodelliceo– chenelfeeddiluisimuova qualcosa. E vivendo l’unica sensazione che trascende le stagioni, l’anagrafica e i mezzi di comunicazione: l’instabilità emotiva di ogni innamorato.