laRegione - Ticino 7

Pronto? Lasciami in pace

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D al walkman alla radio portatile, passando per il telefono fisso e le vecchie cassette VHS. La nostra memoria è piena del ricordo di oggetti diventati improvvisa­mente inutili. Io, per dire, qualche giorno fa ho ricevuto in regalo un cd e letteralme­ntenon sapevo cosa farne. La cosa singolare, parlando del telefono, è che esso non ha per niente cessato di abitare le nostre vite. Al contrario, ce lo portiamo dietro continuame­nte, ma lo utilizziam­o per fare tutto tranne ciò per cui è stato inventato: telefonare. L'evoluzione intelligen­te del telefono, insomma, ci ha liberato dalla noia infinita del dialogo e dall'obbligo di ascoltare le risposte del nostro interlocut­ore. Una conquistan­ondapoco, inspecial modo per gli umorali e ciclotimic­i che ora possono aspettare di essere dell'umore giusto per rispondere. L'ultima volta che ho flirtato (c'erano gli sms, vostro onore) ricordo di aver fatto passare circa 12 ore prima di rispondere alla battuta delmalcapi­tato. Capito l'andazzo lui ha risposto nuovamente­dopoaltrid­uegiorni. Èfinita che ci siamo sposati dopo esserci sentiti, tra tutto, dieci volte in un anno e mezzo. Spesso mi telefonava a tarda notte, dopo aver finito il lavoro e tutti gli impegni, come si fa conildolce che si lascia per ultimo. Io mi addormenta­vo regolarmen­te dopo cinque minuti di conversazi­one. Tutto sommato l'estinzione delle telefonate poteva essere considerat­a una conquista di civiltà, regalandoc­i più tempo, più riflession­e e più fantasia nel rispondere. Molti di voi obietteran­no che finiamo tutti a posporre risposte che infine dimentichi­amo di dare, ma sono dettagli: un giorno riusciremo ad adattarci alla vita migliore che le tecnologie ci offrono e a sfruttarla pienamente.

Per noi asociali, insomma, non c'era dubbio sulle luminose e progressiv­e sorti... Fino a che non è arrivato il turno dei messaggi vocali: minuti interminab­ili di conoscenti e amici che non hanno il tempo di digitare. E la violenza del messaggio vocale fa rimpianger­e le telefonate. Perché si presuppone che, prima o poi, tu debba trovare il tempo di ascoltare e dunque di rispondere. Al telefono almeno potevi sfoderare il mitico colpo di tosse per provare a farglielo capire: mi hai rotto le scatole, devo andare.

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