Tocca a noi
Le risposte le dobbiamo cercare dentro di noi e tocca a noi scegliere. Non lasciamo che siano il caso o gli altri a decidere al nostro posto. T uttinellavitaabbiamofatto i conti con l'ansia di dover prendere una decisione, soprattutto se importante: cambiare casa, trasferirci per lavoro oppure sposarci. A volte però le ansie della scelta diventano troppe e troppo forti e ci impedisconodi decidere. Ci bloccano, tanto che ci troviamo a dibatterci tradubbiepaure, temendodi non essere in grado di intraprendere la via giusta per noi. Ma perché è così difficilesceglierecosaèmeglio? «Perché la domanda che ci poniamo nel momento dell'indecisione non è quasi mai la domanda vera che dovremmo porci», racconta la psicologa italiana Gianna Schelotto, che al tema dell'indecisione ha dedicato il suo ultimo libro, Vorrei e non vorrei (Mondadori, 2019). «Quando ci interroghiamo, infatti, dobbiamo fare i conti con molte insidie, cioè con la possibilità che la nostra risposta sia dettata dall'inconscio, dall'irrazionalità, soprattutto dalla paura della libertà e delle responsabilità».
Insomma, ci poniamo delle domande sperando che la razionalità ci venga in aiuto, ma le risposte possono derivare da trappole mentali di cui non siamo consapevoli. Per esempio: mi sto arrovellando sul fatto che la mia compagna cambia città e io invece ho un ottimo lavoro dove già viviamo. Mi chiedo allora sevogliocambiarecittàe lavoro. Mi tormento in queste domande, però il vero quesito chemi dovrei porre è se voglio ancora vivere con lei, se voglio proseguire lanostraunione.
Cerchiamo le risposte (dentro di noi)
Quindi, a volte, ci poniamo delle domande in maniera artefatta, come se avessimo paura di arrivare alla radice delle questioni che dobbiamo affrontare. Questo ci faperdere tempoe ci impedisce di arrivare a decisioni che ci faccianostaremeglio. Quelloche facciamo è spostare i problemi all'esterno quando invece dovremmo guardare dentro di noi. E ci aspettiamo che dall'esterno arrivino le soluzioni sotto forma di un nuovo evento, di una decisione altrui o di un aiuto. Viceversa, è nelmomento in cui diventiamo consapevoli che molte delle cose che ci disturbano nella vita, che ci danno dispiacere e insicurezza sono sì causate anche da situazioni esternemasonosoprattuttoil fruttodei nostri atteggiamenti, allora diventiamo più realistici: le domande diventano chiare e le risposte più facili. La volontà, quindi, è sempre meglio darsela da soli senza aspettare di averla in prestito dagli altri, anche perché l'indecisione può essere il preludio a malesseri della psiche molto destabilizzanti. Capita quando l'insicurezza si trasferisce su ogni cosa, ci mette in crisi per le scelte più banali come quali scarpe indossare o che vestito comprare. In questo caso non solo non abbiamo più in pugno le nostre decisioni, ma neppure la nostra vita. Ma esiste una sana indecisione? «No, esistono interrogativi e dubbi sani» dice Gianna Schelotto. «Dubitare è sano e utile nel senso che il dubbio fluidifica i nostri pensieri. Il dubbio ci mette al sicuro rispetto ai pregiudizi, ai luoghi comuni. L'indecisione può tramutarsi in una sorta di ragnatela nella quale le persone si dibattono ma attraverso la quale si tengono lontane dalla libertà e dalle responsabilità. L'eterna indecisioneèunrifugiochenonciaiuta aprenderecoscienzadei veriproblemi e a trovare unmodo per risolverli».