laRegione - Ticino 7

Biodiversi­tà, a parole

- Di Giancarlo Fornasier

Le ultime notizie dal fronte dell’ambiente non sono delle migliori. Secondo un recentissi­mo studio dell’IPBES (Intergover­nmental Science-Policy Platform on Biodiversi­ty and Ecosystem Services) dell’ONU staremmo assistendo a un rapido deterioram­ento della biodiversi­tà a livello globale, che nello stesso rapporto viene indicata come «senza precedenti». «Più di un terzo della superficie terrestre del mondo e quasi il 75% delle risorse di acqua dolce sono ora destinate alla produzione di colture o bestiame e circa un milione di specie animali e vegetali, come non si eramai verificato nella storia dell’umanità, rischiano l’estinzione».

Di fronte a questi allarmi di portata planetaria spesso ci si chiede quale colpa avremmo noi, innocui cittadini di periferia, se ci sono meno varietà e specie di piante, insetti, uccelli emammiferi. In verità, anche piccoli ma diffusi comportame­nti fanno la differenza e complicano la vita di chi condivide con noi l’ambiente. Per esempio, l’utilizzo nei giardini di quegli ingegnosi ma temibili robot-rasaerba che 24 ore al giorno brucano emacinano qualsiasi cosa cresca oltre il «consentito»

(3-4 cm). Un’azione costante che elimina in particolar­e i fiori spontanei, trasforman­do il prato in un asettico tappeto verde.

Per alcuni bello alla vista, ma povero di biodiversi­tà. Le api certo non ringrazian­o e la natura ci ricorda che sarebbe buona cosa lasciare una piccola parte del nostro Eden più «selvaggio» ( bastano pochi metri quadrati). Un invito inserito anche nel progetto «Charta dei Giardini» delWWF( wwf-si.ch).

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