laRegione - Ticino 7

Casimiro Piazza

Tra forme ememoria insieme a bimbi e disabili

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Streghe, asini e cantastori­e. Sono i protagonis­ti di alcune leggende popolari nate nelle terre intorno a quei bizzarri pinnacoli di roccia che sembra stiano per venire giù come i denti di una vecchia. Casimiro Piazza, una vita trascorsa sotto quei pendii cari a molti luganesi, da tali forme e miti ha tratto ispirazion­e per diverse sue opere. Scultore e pittore, o come si definisce lui ‘artigiano-artista’, ha iniziato a rubare il mestiere fin da piccolo: «Nel centro storico di Sonvico vicino a casa mia c’era un bravissimo maestro falegname che costruiva da sÈ i propri attrezzi; aveva una bottega dove da ragazzino trascorrev­o molto tempo. Io gli davo una mano e lui mi insegnava a intagliare e scolpire il legno». Anche l’interesse per la pittura si è manifestat­o presto: « A quei tempi curavo un piccolo gregge di pecore, e mentre loro mangiavano mi dilettavo a fare degli schizzi di ciò che mi circondava». Parla delle sue origini con tenerezza, nonostante le dure condizioni: «In quel periodo c’era la povertà in Ticino, eravamo usciti dalla Seconda guerramond­iale. Nevicava tanto, giravamo con gli zoccoli emangiavam­o spesso polenta e minestra. A scuola ero un po’ un discolo, ma gli insegnanti avevano notato la mia capacità nel disegnoemi volevano spingere su quella via; però in famiglia eravamo 11 figli e i miei genitori non potevano permetters­i di mandarmi a studiare». Così ha fatto l’apprendist­ato come montatore di impianti di riscaldame­nto. «E ne sono felice, se fossi andato a studiare magari adesso sarei un cafone», dice ridendo allegramen­te.

Conservare l’essenza

In seguito ha trovato un impiego in Posta, dove ha lavorato per 40 anni. La sua passione però non ha mai smesso di coltivarla, e all’attivo oggi ha oltre Casimiro Piazza è nato a Sonvico nel 1944.

Pittore e scultore «di stampo popolare», con le proprie creazioni valorizza il territorio, le sue tradizioni e chi ci abita. Ha realizzato diverse opere pubbliche e sue produzioni

si trovano in collezioni private in Ticino, in Svizzera e all'estero. Negli anni ha preso parte

a numerose esposizion­i, donando ogni volta gran parte del ricavato in beneficenz­a. Nel 1996 con Clem Bernasconi ha fondato l'Associazio­ne

pittori e scultori ticinesi. Nella sua scuola di pittura e scultura a Villa Luganese organizza svariati corsi che coinvolgon­o bambini, adulti

e persone disabili.

3’000 opere: «Mi è sempre rimasta quella voglia di creare. E a un certo punto mi sono detto: sarebbe un peccato portarmi dall’altra parte tutte le belle esperienze che ho avuto» così ha cominciato a insegnare. Con modestia e senso di gratitudin­e mi dice: «Sono un autodidatt­a ma ho conosciuto tanti maestri a cui devo moltissimo» e fa un lungo elenco di artisti ticinesi e svizzeri che hanno costellato il suo cammino. Casimiro ha una memoria straordina­ria che sembra custodire ogni momento di vita come se avesse un’essenza rara e preziosa. Un’attitudine che viene dalla mamma: « Aveva un quaderno su cui annotava le spese di tutti i giorni, anche quelle di pochi centesimi». A Villa Luganese si trova il suo ateliermus­eo, a tutti gli effetti una galleria d’arte e del tempo in cui sono esposte piùdi500su­eopere, accantoaqu­elledi altri artisti e dei suoi allievi: è una collezione di mirabilia, unmicrocos­mo di forme, colori e materiali di ogni sorta. » anche una seconda casa, per un uomo che inuncertos­ensoènato trevolte. Lì hasedelasu­a scuoladi pitturae scultura per persone diversamen­te abili a cui tiene enormement­e. «L’idea è nata nel 1987 quando ho avuto una grave malattia alla schiena. Nel periodo passato inospedale­mi sono trovato inunpadigl­ione in cui c’erano anche dei bambini disabili: in quel momento ho pensato ‘se riesco a rimettermi in piedi voglio fare qualcosa per queste persone’. Da lì ho iniziato a pensare alla scuola. Poi ho vissuto un’altra difficile situazione a causa di un doppio infarto. Ma anche in quell’occasione qualcuno ha guardato giù. Da quel momento il progetto ha preso nuovo impulso».

Uno spazio per i dettagli

Dopo tanto impegno nel 2005 realizza il proprio sogno e da allora lo fa esistere con passione e un’energia sorprenden­te. «Sono i miei allievi a motivarmi e a mantenermi così attivo quasi alla soglia della quarta età. Quando arrivano dame almattino col sorriso iomi sento realizzato». Sono 50-60 persone che ospita quasi settimanal­mente: «Li conosco tutti, vengono da 15 anni, siamo diventati una famiglia allargata. Per me è importante che si sentano a loro agio e coinvolti in qualcosa che gli piace fare e che possano esprimere ognuno la propria personalit­à».

» evidente, Casimiroèu­npuntodi riferiment­o per molti. Uno che riconnette con la materia e la bellezza del mondo, a parole e a gesti, uno attento a quei dettagli che danno forza all’arte e spessore alla vita. «Geri – mi racconta con affetto– èciecoe glipiacepi­tturare. Da bambino era ipovedente e si ricorda ad esempio dei fiori: che il narciso era giallo e bianco, che aveva le foglie allungate; io gli tengo la mano e lo guido, facciamo il dipinto leggerment­e in rilievo in modo che quando è asciutto lo può toccare. ‘Ecco, la forma era proprio così’ mi dice alla fine». E al maestro brillano gli occhi.

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