Fuori vetrina
Quando faceva moda
Il termine fashion, di cui ci si riempiva la bocca con un certo snobismo, comincia a suonare polveroso e privo di significato. Eppure idee, creatività
e materiali innovativi oggi non mancano: ma allora che succede?
termine anglofono fashion ha la sua etimologia nel francese façon e in primis nel latino făcĕre, ovvero «fare» o costruire in modoconcreto. Quindi nienteachevedere con la futilità e quell'essere un po' «volubili» a cui spesso si allude. Ma al di là della semantica, è innegabile che ci sono dei grossi cambiamenti in atto, tant'è che oggi l'oggetto del desiderio è diventato ben altro che la moda.
Desiderio compulsivo
Macosasarebbequesto «altro»? Prima cerchiamo di ravvisare da dove, fino a qui, è scaturito in genere il bisogno di un nuovo capo d'abbigliamento, di un nuovo look. L'impulso all'acquisto in realtà è sempre stato telecomandato dalle pubblicità martellanti e dalle vetrine calamita, zeppe di allettanti proposte. Come resistere al richiamo di quel tipo di jeans indossato dalla sinuosa top model o showgirl ( la solita BelÈn, per dirne una) del momento? Quel budello stretch ha davvero il potere di plasmare il nostro «lato B» esattamente come il suo? Questo è ciò che siamo indotte a credere.
La magia della moda si basa infatti sul farti desiderare cosette di cui non hai uneffettivo bisogno. Oggi va il pantalone largo, domani ritorna quello iperadesivo e dopodomani chissà. E se non sei aggiornato rischi di sentirti tagliato fuori, di ritrovarti «out». Tutto vero, anche sequesto fatalemeccanismoora pare si sia un po' inceppato: i gratificanti capi dell'ultimo trendhannoperso parecchia attrattività. Sarà che ormai gli armadi contengono più abiti di quanti se ne possanomettere; sarà che certe tenute casual come i pantaloni chinos, sneakers e felpe hanno sostituito anche nel più formale degli uffici l'eleganza di tailleur e tacchi per lei e del classico completo per lui; sarà perchÈ il lassismo dello street style è degenerato in modo tale da giustificare un criticabile gusto dilagante in nome di una moda che perde la sua primaria accezione di raffinatezza. Osemplicemente perchÈ i desideri della gente dirottano verso prodotti che sono l'espressione di un diversomomento storico. La questione appare abbastanza complicata.
Il dolce stil cuoco
Già all'inizio del 2018 usciva tra le news di Bloomberg, agenzia di stampa americana, una tesi intitolata The Death of Clothing ( La morte dei vestiti) che rivelava come sempre più persone spendano meno in abiti, preferendo investire i propri soldi in altre esperienze d'acquisto, in altre emozioni.