laRegione - Ticino 7

Fuori vetrina

Quando faceva moda

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Il termine fashion, di cui ci si riempiva la bocca con un certo snobismo, comincia a suonare polveroso e privo di significat­o. Eppure idee, creatività

e materiali innovativi oggi non mancano: ma allora che succede?

termine anglofono fashion ha la sua etimologia nel francese façon e in primis nel latino făcĕre, ovvero «fare» o costruire in modoconcre­to. Quindi nienteache­vedere con la futilità e quell'essere un po' «volubili» a cui spesso si allude. Ma al di là della semantica, è innegabile che ci sono dei grossi cambiament­i in atto, tant'è che oggi l'oggetto del desiderio è diventato ben altro che la moda.

Desiderio compulsivo

Macosasare­bbequesto «altro»? Prima cerchiamo di ravvisare da dove, fino a qui, è scaturito in genere il bisogno di un nuovo capo d'abbigliame­nto, di un nuovo look. L'impulso all'acquisto in realtà è sempre stato telecomand­ato dalle pubblicità martellant­i e dalle vetrine calamita, zeppe di allettanti proposte. Come resistere al richiamo di quel tipo di jeans indossato dalla sinuosa top model o showgirl ( la solita BelÈn, per dirne una) del momento? Quel budello stretch ha davvero il potere di plasmare il nostro «lato B» esattament­e come il suo? Questo è ciò che siamo indotte a credere.

La magia della moda si basa infatti sul farti desiderare cosette di cui non hai uneffettiv­o bisogno. Oggi va il pantalone largo, domani ritorna quello iperadesiv­o e dopodomani chissà. E se non sei aggiornato rischi di sentirti tagliato fuori, di ritrovarti «out». Tutto vero, anche sequesto fatalemecc­anismoora pare si sia un po' inceppato: i gratifican­ti capi dell'ultimo trendhanno­perso parecchia attrattivi­tà. Sarà che ormai gli armadi contengono più abiti di quanti se ne possanomet­tere; sarà che certe tenute casual come i pantaloni chinos, sneakers e felpe hanno sostituito anche nel più formale degli uffici l'eleganza di tailleur e tacchi per lei e del classico completo per lui; sarà perchÈ il lassismo dello street style è degenerato in modo tale da giustifica­re un criticabil­e gusto dilagante in nome di una moda che perde la sua primaria accezione di raffinatez­za. Osemplicem­ente perchÈ i desideri della gente dirottano verso prodotti che sono l'espression­e di un diversomom­ento storico. La questione appare abbastanza complicata.

Il dolce stil cuoco

Già all'inizio del 2018 usciva tra le news di Bloomberg, agenzia di stampa americana, una tesi intitolata The Death of Clothing ( La morte dei vestiti) che rivelava come sempre più persone spendano meno in abiti, preferendo investire i propri soldi in altre esperienze d'acquisto, in altre emozioni.

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