dal libro Musica di merda, Carl Wilson, 2014
Questa associazione è più intrinseca che libera, perchÈ dentro il libro c'è il disco (non vale il viceversa). Carl Wilson è un critico musicale di fama cui si deve la revisione del tipico approccio da vecchio trombone della professione, definibile grillinamente – nel senso di Marchese e non di Beppe – «Io sono io, e voi non siete un c****». Usando parole del suo autore, nel 2014 Wilson ha pubblicato uno «studio sulle passioni e le antipatie culturali», che alla fine assurge a piccolo trattato su come definiamo noi stessi quando pensiamo di stabilire cosa sia «di qualità» e cosa non lo sia. Quello che gli italiani hanno tradotto in Musica di merda – sottotitolo Parliamo d’amore e di Céline Dion. Ovvero: perché pensiamo di avere gusti migliori degli altri – nell'edizione autoctona è intitolato Let’s talk about love, anche titolo dell'album di «quella del Titanic» (inteso come canzone e come cantante, canadese come il critico). Musica di merda si apre con un dolore, che per Wilson è la Notte degli Oscar 1988, quando «My heart will go on» battÈ «Miss Misery»
(da Will Hunting-Genio ribelle), ovvero il pop più pop che eclissava l'indie a un passo dal potere (categoria ivi rappresentata dal prematuramente scomparso Elliott Smith). » quella notte che Wilson decide di chiedersi dove affondi l'avversione personale per la connazionale, interprete dal pubblico devoto e dalle vendite multimilionarie. Il motivo è ben sintetizzato anche in appendice da Krist Novoselic, ex bassista dei Nirvana, passato – come si passa da Elliott Smith a CÈline Dion – dall'indierock alla politica: «Atteggiarsi a sovversivi è molto affascinante, ma senza un'azione concreta non è altro che una posa»
(A proposito: come definiamo noi stessi quando ascoltiamo Sfera Ebbasta? Ci sarebbe da scriverci un libro. » che uno vorrebbe fare tante cose e poi non trova mai il tempo...).
«Parte della recente ondata negativa contro l’indie rock, sospetto, è dovuta all’irritazione per quanta parte di esso sembri principalmente musica per giudicare altra musica»