laRegione - Ticino 7

Grandi lezioni (o piccole tragedie)

- di Laura

Litigare non è un'attività alla portata di tutti. Qualcuno non sa farlo per via di un'innata predisposi­zione alla mediazione. Qualcuno non ha nÈ coraggio nÈ voglia per farlo e vorrebbe solo poter piantare capricci memorabili senza bisogno di argomentar­e le proprie ragioni. Soprattutt­o di fronte all'impiegata non collaborat­iva, al carrozzier­e antipatico, al preside ottuso: di fronte a quelle categorie sociali che la vita adulta sembra fatta apposta per proporci ad intervalli regolari. Basterebbe aprire le ali con uno scatto potente, violento e improvviso come l'Angelina Jolie immensa fata cattiva di Maleficent.

In questo autunno ormai iniziato e a un soffio dal cambio dell'ora, siamo alle prese con le prime verifiche. Lo zaino, i libri. Alcuni padri interrogan­o le figlie a colazione: «Quanto fa 16 meno 9?». Lei esita, ci mette un po', troppo a giudizio del padre. « Allora?», incalza lui bevendo il caffè. «Ma ho visto che anche la mamma stava contando con le dita!». La verifica si verifica e va piuttosto bene. Lui ritiene che i bambini vadano spronati, pensa che si debba puntare al massimo dei voti. Lei crede nel vivi e lascia vivere come metodo educativo: «Se sbaglia, imparerà».

Il solito campione rappresent­ativo racconta di quel bambino in prima elementare che ha dimenticat­o lo zaino. Se ne accorge al momento di scendere dall'auto. I genitori non fanno una piega e lo invitano a spiegare tranquilla­mente alla preside l'accaduto. La preside ( la sua) vive a pane e Montessori e lo accoglie con un sorriso: può succedere! Il bambino capisce, forse non dimentiche­rà più la cartella, per un giorno ha imparato senza astuccio, matita e temperino. Senza nulla.

L'aneddoto, interessan­te e illuminant­e come sempre sono le vite degli altri, mi colpisce. Al ritorno lo spiego entusiasta alle creature come chi vuole trasmetter­e agli altri ciò che non è mai riuscito a imparare per sÈ: sbagliaren­onsolononè­una tragedia, ma è bello e istruttivo. Ne ricevo in cambio uno sguardo glaciale da parte della piccola: «Si può sapere perchÈ i genitori non sono andati a prendere la cartella di quel povero bambino?». Nelmondo esistono presidi illuminate­enonottuse, manessunor­iuscirà a essere più spietato di un bambino.

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