SCRITTO ’IN DIGITALE‘
Gli aspiranti al titolo di «primo scrittore digitale» sono almeno 3, ma Matthew Kirschenbaum
depone a favore di Len Deighton, autore britannico di spy-story popolare soprattutto durante gli anni Sessanta. Verso la fine di quel decennio, Deighton riuscì ad acquistare per circa 10mila dollari il primo prodotto che la IBM ha commercializzato in qualità di word processor: la Magnetic Tape/Selectric Typewriter (MT/ST), una macchina da scrivere priva di displayma la cui tastiera registrava su nastro magnetico quanto veniva dattilografato, comprese le correzioni. Così, anche se il foglio
su cui si scriveva era pieno di svarioni tipografici, la sequenza corretta dei caratteri veniva «salvata» su nastro. «A quel punto
era sufficiente mettere un foglio nuovo nella macchina da scrivere e il testo veniva ristampato automaticamente nella forma corretta, in modo analogo a quanto avviene con una pianola meccanica» (M. Kirschenbaum
intervistato da R. Meyer, «How toWrite a History ofWriting Software», The Atlantic, 29/6/2016). Secondo Kirschenbaum questo dispositivo catturava già l'essenza del word processing, che non consiste semplicemente nel visualizzare a video un testo, bensì in quella che lui definisce come «crittografia sospesa»: «Stai scrivendo, ma è come un'animazione sospesa. Il testo rimane in uno stato fluido, malleabile, fino a quando non decidi di fissarlo su un supportomateriale, ovvero di stamparlo». Fu esattamente questo il modo in cui Deighton – o meglio la sua segretaria, Ellenor Handley, che operava fisicamente sulla Selectric –
scrisse un romanzo intitolato Bomber. Pubblicato nel 1970, è probabilmente il primo
libro che sia stato scritto «digitalmente».