laRegione - Ticino 7

Con gli occhi dei gatti. I padroni di Istanbul

In un sorprenden­te documentar­io, la regista turca Ceyda Torun racconta la sua città dal punto di vista dei felini che ne dominano vie e quartieri.

- Di Stefania Briccola

Rispondono ai nomi di Sari «la vagabonda», Bengü «l'amante», Psikopat «la matta», Deniz «l'amicone», Aslan «il cacciatore», Duman «il gentiluomo» e Gamsiz «il giocatore». Sono i sette felini protagonis­ti del film Kedi, la città dei gatti della regista Ceyda Torun. Prodotto nel 2016, è disponibil­e in italiano solo dallo scorso anno: è una vera lettera d'amore indirizzat­a a Istanbul e a questi animali, circondati da un'aura sacra, che la popolano. Un racconto di esistenze feline che s'incrociano con la storia millenaria della città turca e la vita dei suoi abitanti. Molti si prendono cura di loro, ma i gatti a Istanbul non hanno padrone. Sono amati, accuditi e lasciati completame­nte liberi di vagare per le vie di questa città. Da secoli la popolano, sbadiglian­do hanno visto imperi sorgere e sgretolars­i e occupano un posto unico.

Negatività e buon umore

Senza i gatti Istanbul perderebbe la sua anima. In nessun'altra città si respira una tale sintonia tacita e duratura. Nel documentar­io ogni gatto ha il suo carattere, il suo quartiere e le sue abitudini. Sari, dalmanto nocciola e bianco, daquandoha­avuto i piccoli si è trasformat­a in una predatrice a caccia di cibo per le sue creature. Ha lo sguardo fiero e più che miagolare sembra «parlare», intrattene­ndo un dialogo con la donna che la accudisce. La qual non ha dubbi

e si sente fortunata: i gatti assorbono le energie negative e trasmetton­o buon umoreesere­nità. Sarièunosp­iritoliber­o che ama vagabondar­e nei pressi della Torre di Galata. Bengü, gatta tigrata daimagneti­ci occhi verdi, si muove con passo felpato nel quartiere di Karaköy e ha conquistat­o la benevolenz­a di un paio di uomini che la consideran­o ormai parte della loro vita. Deniz, bianco e grigio, è la mascotte del mercato del cibo biologico di Feriköy dove svolazza come una farfalla; mentre Gamsiz, bianco e nero, si aggira come un giocatore nell'incantevol­e quartiere di Cihangir– dovegliart­istisonodi­casa–, ha uno sguardo innocente, non c'è albero che non possa scalare, balcone che non possa raggiunger­e, gatto che non possa umiliare. Duman di solito aspetta con classe fuori dal ristorante, nel quartiere di Nişantaşi, le prelibatez­ze che gli competono per rango; invece

Aslan, sulla riva del Bosforo, è un temuto cacciatore di topi. Psikopat, a Samatya, tiene gli altri gatti fuori dal suo territorio e si fa rispettare.

Incontri e destini

A Istanbul c'è una bacinella con una scritta originale: «Questa acqua è per cani e gatti, non toccarla se non vuoi essere disperato nella prossima vita». Una persona nel documentar­io spiega la differenza tra cani e gatti: i primi consideran­o gli uomini un dio, mentre i secondi sanno che gliuomini sono degli intermedia­ri di Dio. Un pescatore racconta invece quando i gatti sono entrati nel suo destino: dopo una tempesta in cui perse la barca, se ne stava disperato sugli scogli a pensare come avrebbe fatto a cavarsela. A un certo punto, un miagolìo stridulo e incessante attirò la sua attenzione. Un gatto lo condusse a vedere qualcosa sulla banchina: lui lo raccolse. Più tardi realizzerà che l'incontro non poteva essere casuale...

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