Benedetta, modella di vita
Incontro con Benedetta Barzini a Il Gioco del Mondo
Primo pomeriggio, giacca e camicia sistemate, mi presento, con formalità e buone maniere, porgendole la mano con un sorriso e ringraziandola per aver accettato l’invito. È il protocollo di benvenuto. Succede così con gli ospiti TV del Gioco del Mondo, questo è il primo contatto, nei corridoi della TV, prima di entrare in studio per l’intervista. Ma lei taglia corto: “Ciao, non facciamo i noiosi, dammi del tu, ti prego!”.
Benedetta Barzini, fra le più celebri modelle del Novecento, musa di artisti e fotografi, non è come me l’aspettavo: va dritta al sodo, salta le norme, dice quello che pensa. Anche a muso duro (e il dado fra le sue mani sembrerà più spigoloso). Forse, penso mentre osservo i suoi lineamenti mutati dalla vita e che tanto piacevano negli anni 60 agli americani, si è stancata di apparire, di stare in posa, di compiacere, di piacere. E così, le prometto, “proverò a darle, anzi a darti del tu”. “Bravo, vedrai che non ci vuole tanto”. Toscana di nascita, cresciuta a Milano, proveniva da una celebre famiglia di giornalisti e avrà legami anche con la casata Feltrinelli. Venne notata dalla direttrice di Vogue Italia mentre, da ragazza, passeggiava a Roma.
Le proposero di andare a New York per un servizio fotografico. Pochi giorni, le dissero; ci rimarrà diversi anni trovando lavoro, fortuna, amicizie, fama. Incredibili i nomi, e non solo quelli dell’arte, che Benedetta frequentava. Tornerà poi in Italia, dove saprà reinventarsi (giornalista e insegnante universitaria) e dove scoprirà il femminismo. Darà una casa e istruzione a quattro figli, da sola, perché gli uomini scappano dalle responsabilità e perché sono inaffidabili. Ora vive in un appartamento molto spartano, senza riscaldamento, senza le comodità dei tempi moderni. Ha un desiderio: liberarsi dalle cose inutili. Come darsi del Lei quando basta dire “Ciao!”.