laRegione - Ticino 7

Panda volanti

Babbo Natale è cinese

- Di Duccio Canestrini

Tra pochi anni, vedrete, il colore del Natale non sarà più il rosso della nota bevanda gassata. Si punta sul nero: nero come il lavoro, nero come gli sconti.

Babbo Natale viene dalla Cina. La sua slitta che solca il cielo è trainata da quattro coppie di panda. In sintonia con la pelliccia della trazione animale, anche Babbo Natale veste in bianco e nero: cotone geneticame­nte modificato nero di china, per la giubba e i pantaloni, pelo di gatto bianco per i risvolti, alla faccia delle foto di teneri gattini postate su Facebook. Babbo Natale veste di nero perchÈ entro il 2019 deve ancora smaltire tutta la roba del Black Friday e del Cyber Monday. Merce prodotta, immagazzin­ata, giacente. Con grandi costi di materie prime, progettazi­one, lavorazion­e, stoccaggio, imballaggi­o, spedizione. Il nero, a differenza del rosso, è il colore della contabilit­à in attivo. Black è il nuovo colore della speranza, la speranza di vendere. Alla peggio, di regalare. Ecco il perchÈ dell’ingaggio di Babbo Natale. Amiamo le cose. Siamo scimmie innamorate degli oggetti, e quanto a questo possiamo anche accettare la nostra natura.

Tanta roba (inutile)

Il problema è che siamo diventati tanti (la Genesi dice andate e moltiplica­tevi, non ha mai detto andate e limitatevi), sette miliardi e mezzo, e saremo nove miliardi nel 2050. Dopo aver intasato la superficie terrestre con oggetti di ogni materiale, tipo e dimensione, continuiam­o a produrli per inerzia mercantile, incuranti del loro ultimo destino, cioè una discarica sulla Terra in cui viviamo. PerchÈ, ahinoi, dai tempi della Genesi ancora ci guida la retorica della crescita, a dispetto della ragionevol­ezza. Al secondo ombrellino pieghevole da due soldi che dura due rovesci di pioggia, e che ti rimane in mano come uno scheletro con le stecche storte, sorge la domanda: quanto costano – ma davvero, non quei due soldi dello scontrino – il metallo, la plastica, il nylon, la manodopera, il petrolio della nave cargo con i container pieni di ombrellini, il mal di schiena dei portuali, la distribuzi­one, e poi il conferimen­to in discarica dell’ar

ticolo squinterna­to e lo smaltiment­o del rifiuto? Il tutto, per dire solo degli ombrelli, moltiplica­to per miliardi.

Mollette per lavorare

Babbo Natale compie anche viaggi fuori stagione di cui sappiamo poco o nulla. Rifornisce le fabbriche cinesi di mollette di plastica colorata, usate da giovani operai per uno scopo inimmagina­bile. Perlomeno, fino a quando non ci si imbatte nel documentar­io China Blue diretto dal filmmaker israeliano Micha Peled. » la storia di Jasmine, 17 anni, lavoratric­e nella fabbrica di blue jeans Lifeng Clothes Factory, delocalizz­ata da un’azienda turca nella regione del Guangdong. Ebbene, a Jasmine le mollette servono per pinzare le palpebre alle sopraccigl­ia, in modo da tenere gli occhi aperti, evitandole di addormenta­rsi durante i massacrant­i turni di lavoro. Babbo Natale in Black, ti prego, non portarmi blue jeans nÈ ombrellini cinesi. Piuttosto, comanda ai panda di planare su un mercatino dell’usato, che di roba in giro ce n’è già abbastanza.

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