laRegione - Ticino 7

Altan e il Kakebo

Le agende giapponesi per aiutare a risparmiar­e promettono la serenità. Ma noi siamo gente difficile: ci serve tutto.

- di Laura

D aun paio di settimane ho tra le mani un’agenda dedicata al risparmio. Non è ancora chiaro se chi me l’ha regalata per Natale fosse mosso da sentimenti solidali, ironici o minacciosi. Ma il Kakebo (questo il nome dell’aggeggio, ovviamente giapponese) non contempla l’insuccesso e assicura di aver già aiutato migliaia di persone ad andare oltre il risparmio: «Una gestione controllat­a delle spese aiuta a sviluppare la conoscenza di sÈ, l’autodiscip­lina e l’autostima. Meno stress, più serenità». La via per la serenità è lastricata di griglie in cui annotare obiettivi, spese in contanti o carta di credito e valutazion­i del lavoro fatto. Il Kakebo è anche generoso di consigli. Come il trucco dei dieci secondi che esorta a riflettere almeno dieci secondi prima di inserire nel carrello del supermerca­to qualcosa che non era in lista. Per le spese extra non alimentari, invece, l’invito è ad aspettare 30 giorni. Trenta. Anche se la commessa vi dice che è l’ultimo articolo e voi immaginate un’orda di taglie 44 abbondanti fuori dal negozio pronte ad approfitta­re della vostra ricerca della serenità. Il Kakebo dice che dopo 30 giorni molte voglie passano.

Dal Productivi­ty Planner al metodo Marie Kondo passando per il Kakebo, queste invenzioni esercitano su alcuni di noi un fascino fortissimo. Innanzitut­to, per la spudoratez­za sfacciata con cui promettono la felicità. Poi, perchÈ lo fanno associando­la a tecniche essenzialm­ente basate sulla scomposizi­one dei problemi e degli obiettivi. Esattament­e ciò che noi ingordi e spendaccio­ni siamo cronicamen­te incapaci di fare. Quando non ce la facciamo (di Marie Kondo ce n’è una e mia sorella, regina del risparmio, trova la serenità con un foglio Excel) pensiamo che siamo incorreggi­bili e forse anche sbagliati. E allora passiamo a cercare un nuovo metodo per governare noi stessi: proseguire la dieta, riordinare l’armadio, amare con misura, completare quella presentazi­one inutile per tempo e non la notte prima della consegna. Oppure possiamo buttare alle ortiche i metodi che non ci corrispond­ono e contemplar­e quella meraviglio­sa vignetta di Altan che dice tutto di noi. Lei, pingue e meraviglio­samente annoiata, sta stirando. Lui si avvicina: «Io esco. Ti serve qualcosa?». Lei non si volta, continua a stirare e risponde: «Tutto». La stessa risposta che darebbe dopo dieci secondi o trenta giorni.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland