laRegione - Ticino 7

Libere associazio­ni di Lorenzo Erroi L’oggetto di Fabio Martini Astroparad­e di Betty

«Uno a Lugano se gli urlavi ‘zioooo’ dalla strada lui lanciava dalla finestra un pacchetto di Parisienne»

- di Lorenzo Erroi

«Una che si chiamava Isolina e abitava a Ponto Valentino, negli anni Settanta aspettava tutto il giorno su una panca il suo innamorato che mai arrivava e all’ora del telegiorna­le diceva ai familiari di mettersi a posto che stavano per iniziare le notizie. C’era da salutare i presentato­ri e voleva far bella figura». » successo così: una ventina di ticinesi è andata a bottega da Paolo Nori, scrittore ripartito dai russi per dare una semplicità spiazzante al suo modo (emiliano) di raccontare le cose. Ne è venuto fuori un bel repertorio di personaggi bislacchi, allineati in una serie di brevi sketch, senza pretesa di giudicare, solo di ricordare in modo affettuoso e divertito. Si legge in un sorso. Matte in un altro senso (clinico) sono le due protagonis­te de La pazza gioia. Il film è un po’ manierato e banale (con tutta la solita retorica su chi sono i veri folli, la società contro l’individuo eccetera). Però c’è una Valeria Bruni Tedeschi al massimo del suo splendore, così brava che vien da pensare quasi che non stia recitando, quando fa la «psicoarist­ocratica» con tanto di ombrellino giapponese e foulard di Longchamp, e impartisce lezioni a tutti, su tutto: «Comprati un quadernett­o per scrivere le tue cosine, invece di farti tutti quei tatuaggi», «ho capito che sta cercando di farmi la corte, ma non mi tocchi!», «sembra di essere in un alberghett­o delle Mauritius…». Ne esce una cosa alla Thelma e Louise, ma folle.

Dal film La pazza gioia, Paolo Virzì (2016) «Ma siete matte?!». «Eh… secondo alcune perizie sembrerebb­e di sì»

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