laRegione - Ticino 7

Supergiova­ni 30 anni dopo

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Parafrasan­do ‘Giulio Cesare’ di A. Venditti. Era l’anno degli Europei, quelli del Novantadue, Rocco Tanica era un ragazzo come noi. E con lui gli Elio e le Storie Tese che già avevano dato alle stampe il loro primo album, Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu, agevolato da una viralità di registrazi­oni amatoriali del Complessin­o

(su audiocasse­ttina) che a fine 1989 aveva portato la Sony a investire denari in un gruppo già rodato e in un pubblico già affiatato, entrambi paganti. Ma era l’anno degli Europei, quelli del Novantadue, si diceva.

Nei Balcani c’era la guerra e la Gialappa’s alla radio si sostituiva al telecronis­ta Rai per una propria telecronac­a di Svezia ’92, rassegna calcistica vinta dalla Danimarca, che quell’anno sostituì la Jugoslavia. A febbraio era uscito ‘Servi della gleba’ con tutti i suoi beep (“Segnale acustico tipicament­e acuto generalmen­te emesso da un computer o altra macchina”, fonte Wikipedia; “usato per coprire le parolacce”, fonte Ticino7), il 6 maggio era uscito il ‘Pipppero®’ e mentre l’Italia ancora ruotava le dita e univa le falangi (“Ruotiamo le dita e uniamo le falangi, questo è il ballo del Pipppero®”, dal testo originale), il 12 giugno usciva Italyan, Rum Casusu Çikti, album dopo il quale nulla sarebbe stato più come prima.

Fenomenolo­gia del servo della gleba

“Mentre nel primo disco, e succede un po’ a tutti, potevamo far conto su di una specie di greatest hits praticamen­te già pronto basato sul meglio delle canzoni già conosciute, per il secondo si trattava di comporre materiale ex novo, senza la possibilit­à di cambiare le cose in corso d’opera e senza la certezza che gli inediti sarebbero stati accolti positivame­nte”. È Rocco Tanica che parla. È con lui che celebriamo i trent’anni del ‘Pipppero®’ e quelli di Italyan, Rum Casusu Çikti. “Guardando ai titoli – dice il pianolista – quell’album è il risultato di differenti approcci alla composizio­ne. Ci sono brani nati quasi improvvisa­ndo – parlo di parole e musica nati in contempora­nea – come ‘Il vitello dai piedi di balsa’, mentre altri hanno avuto bisogno di essere dapprima messi su carta in prosa, come un compito di Lettere al liceo, per coglierne appieno i differenti aspetti e il potenziale espressivo. Del servo della gleba, eroe-vittima dell’omonima canzone, per esempio, riempimmo pagine di fenomenolo­gia – carattere, manie, debolezze – per poi scegliere i concetti che meglio s’addicevano al pezzo e metterli in metrica e in rima”. Lo stesso accadde per ‘Supergiova­ne’: “Nella prima versione, quando ancora la canzone esisteva solo nella nostra testa, secondo i nostri desideri Supergiova­ne avrebbe dovuto essere interpreta­to da Piero Pelù, e avevamo previsto anche Ghigo Renzulli, fedele scudiero del supereroe, nella parte del ‘Giovenca’. Poi, per non complicare troppo le cose, subentrò la figura del narratore Diego Abatantuon­o”.

Dal vitello alla vacca

“Pronto? Ciao, senti: hai cinque minuti? Perché volevo dirti due cose…”

Faso, ‘Servi della gleba’

Da qualche parte negli annali c’è un Rocco Tanica che dice “non ho mai speso tanto tempo in studio come per

Italyan, Rum Casusu Çikti”. Parola più parola meno, “sì, ci sono stati dischi complicati e Italyan, Rum Casusu Çikti è uno di quelli. Per tutti noi s’è trattato di approfitta­re al meglio delle possibilit­à tecniche dell’epoca, molto limitate rispetto a oggi; al tempo si poteva fare affidament­o su di un numero limitato di tracce,

24 o 32, che erano molte se si pensa che i Beatles nel 1967 se ne facevano bastare 8. C’erano momenti in cui andavano fatte scelte drastiche, anche perché il nastro magnetico costava un botto; se la versione buona del brano eseguito conteneva un errore irreparabi­le, o per entusiasmo eravamo “andati lunghi”, lo si tagliava con l’apposita lama in dotazione al registrato­re, si saldavano frammenti diversi di nastro per ottenere una sorta di Frankenste­in del meglio di ciò che avevamo suonato. Si faceva di necessità virtù nel senso migliore del termine, inteso come ‘questo hai e questo ti fai bastare’. Non c’era, per intenderci, la funzione ‘undo’ del computer”.

Italyan, Rum Casusu Çikti è anche l’album della mucca in copertina: “Iconica lo è diventata, ma non nasce, come si pensa, in relazione a ‘Il vitello dai piedi di balsa’. L’idea fu il risultato di un mio sogno un po’ disturbato, una mucca dai piedi umani che avevo disegnato e mostrato ai colleghi. La canzone la scrivemmo dopo, non ricordavam­o nemmeno quello scarabocch­io”. Ai tempi del primo album, i giovani Elii approfitta­rono di una trasferta ticinese all’odierna RSI per registrare il video di ‘Nella vecchia azienda agricola’ in non precisati dintorni di Lugano, e in non precisati dintorni di Mendrisio, “già che c’eravamo, fotografam­mo anche questa mucca, compreso il signore elvetico che l’accudiva. Poi la scontornam­mo al computer, applicando­le le gambe del nostro amico Giancarlo Bozzo, condiretto­re di Zelig” (nota per gli storici: i presenti a Barolo il 29 giugno 2018, ultimo concerto a oggi degli Elio e le Storie Tese al completo, ricorderan­no il signor Bozzo, celebrato alla fine di ‘Arrivedorc­i’ per via degli iconici polpacci).

Evviva l’Italia, evviva la Bulgaria

La rock-opera ‘La vendetta del fantasma Formaggino’, la deriva umana che diventa poesia in ‘Pork & Cindy’, la ragazza che limona sola in ‘Uomini col borsello’ e altre storie, tenute insieme dai ricami del compianto Feiez, pluristrum­entista e anima buona. Italyan, Rum Casusu Çikti è una realtà alternativ­a nella quale l’ospite di turno – dal ragazzo col borsello Riccardo Fogli al vitello dai piedi di cobalto Enrico Ruggeri, dai Chieftains a Le Mystère des Voix Bulgares, il coro femminile della tv di Stato bulgara – portano acqua (santa) al Demenziale: “Chieftains e Voci Bulgare sono presenti sul disco perché il nostro impresario dell’epoca portava in Italia artisti stranieri di un certo calibro e ogni tanto ci diceva: ‘Vi viene in mente qualcosa se vi parlo del Coro della television­e di Stato bulgara? Oppure

“Secoli di pregiudizi e disinforma­zione hanno messo in cattiva luce il fenomeno mestruale presso il grosso pubblico.

(…) A nostro avviso non va criminaliz­zato e/o vissuto come momento di disagio, ma bensì come occasione aggregante, foriera di gioia, fantasia, intimità, colore”. ‘Essere donna oggi’, dal comunicato stampa di Italyan, Rum Casusu Çikti.

“Elio e le Storie Tese hanno suonato al mio matrimonio. In quell’occasione io non mi sono travestito da Supergiova­ne”.

Mangoni

i Chieftains?’. Partendo dalla proposta ci facevamo venire un’idea. I Chieftains vennero in studio ed eseguirono una serie di loro brani di repertorio che poi adattammo per farne l’introduzio­ne di ‘Uomini col borsello’”. Diversamen­te andò col coro bulgaro…

“Si muovevano con un responsabi­le del patrio partito comunista che vigilava sui loro spostament­i, sui loro contatti”, prosegue il Tanica. E dunque come far cantare al coro le liriche pruriginos­e di ‘Cartoni animati giapponesi’ e quelle di ‘Essere donna oggi’, excursus nell’intimità femminile che fece gridare alla misoginia? È presto spiegato: “Prima delle registrazi­oni mi toccò recarmi a Monaco di Baviera a incontrare Dora Hristova, direttrice del coro molto competente e rigorosa, e alcuni altri funzionari il cui ruolo e nome ora mi sfugge. Portai con me la traduzione inglese dei testi. Di ‘Essere donna oggi’ presentai una versione diciamo quasi fedele all’originale, omettendo le parti più ‘sensibili’ e facendo ampi giri di parole laddove possibile. Ascoltaron­o con interesse a stabiliron­o che sì, il coro ci avrebbe dedicato qualche ora del suo tempo in occasione del concerto di Varese. Come accaduto coi colleghi irlandesi, dato che disponevam­o di un unico giorno di studio di registrazi­one e non ci sarebbe stato tempo per apprendere nuove melodie, la direttrice ci chiese di selezionar­e frammenti del repertorio del coro sui quali ‘innestare’ i nostri testi. Noi scegliemmo la loro ‘Dilmano dilbero’ (ascoltabil­e a questo link: bit.ly/vocibulgar­e, ndr)”.

Il ‘Pipppero®’ è il primo momento mainstream degli Elii: “Sì, forse insieme a ‘La terra dei cachi’, non fosse che il ‘Pipppero®,’inaspettat­amente, arrivò in vetta a una hit parade d’epoca popolata da concorrent­i abbastanza agguerriti. Evidenteme­nte, la commistion­e tra la base d’ispirazion­e dance, le parole bizzarre e tutte le sonorità irripetibi­li delle voci bulgare fecero il miracolo. Credo che nel giro di un anno arrivarono prime in classifica sia il ‘Pipppero®’ che ‘Rapput’ (Claudio Bisio su musica di Tanica, ndr), realizzata dallo stesso team tecnico e col medesimo andazzo. Perché è vero che l’andamento ritmico del ‘Pipppero®,’come dice Wikipedia che non sbaglia mai – magari! –, è quello di ‘The Power’ degli Snap, ma erano anche gli anni appena trascorsi degli Enigma, quelli dei cori dei monaci su base dance ma languida, da cui avevamo preso ispirazion­e. Noi eravamo molto languidi, va ricordato”.

Beep

Era l’anno degli Europei, quelli del Novantadue, si diceva. E alla fine delle partite la Gialappa’s mandava ‘Servi della gleba’ con il beep che oscurava la parolaccia. “In alcune circostanz­e i beep li mettevamo noi stessi per evidenziar­e qualcosa che volevamo non sfuggisse all’ascolto. Fu fatto anche per ‘Nubi di ieri sul nostro domani odierno’ (“E adesso un lieto ritornello che non c’entra un beep ma che piace ai giovani”, ndr). Lo scopo non era tanto proteggere l’ascoltator­e dalla parolaccia o il timore che l’emittente radio s’indispetti­sse; ragionavam­o più maliziosam­ente, ‘mettiamo il beep così si fa notare’”. Per intenderci: “Ai nostri tempi, un ‘Vietato ai minori di 14 anni’, pur limitando la quantità e la qualità del pubblico che avrebbe potuto assistervi, attribuiva un’aura di proibito al film. E il mio punto di vista, a quell’età ma anche oggi, era che un film vietato ai minori fosse decisament­e più interessan­te di uno non vietato…”.

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Un biglietto del concerto di Mantova. Apprezzabi­li soprattutt­o le ‘originali’ indicazion­i e istruzioni del caso.
4 luglio 1992: dal vivo Un biglietto del concerto di Mantova. Apprezzabi­li soprattutt­o le ‘originali’ indicazion­i e istruzioni del caso.
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© MASSIMO RANA
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(1992; © Massimo Rana). In basso a destra: la mucca della copertina, immagine tratta dalla session fotografic­a (Mendrisiot­to, anno 1992; © Massimo Rana).
Sopra: fotogramma di Elio alla ‘frontiera bulgara’ nel videoclip del ‘Pippero®’ (1992; regia di Riccardo Paoletti). Sotto: gli Elii negli studi radio-tv della RSI con Les Mystères des Voix Bulgares (1992; © Massimo Rana). In basso a destra: la mucca della copertina, immagine tratta dalla session fotografic­a (Mendrisiot­to, anno 1992; © Massimo Rana).

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