laRegione - Ticino 7

Identità e salvagenti

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Lo studio Red Open di Milano ha prodotto un manualetto interessan­te intitolato

E liberaci dal malware, cioè dal software malevolo che inquina i dispositiv­i elettronic­i e ci può mettere davvero nei guai. Un titolo che scherzosam­ente suona come una preghiera per propiziare la buona salute dei nostri sistemi informatic­i. Nella storia dell’umanità i pericoli sono stati (e rimangono) altri: minacce fisiche, rapine, malattie, tranelli fatali. Oggi siamo vulnerabil­i perché alle tecnologie della comunicazi­one accordiamo un’istintiva fiducia, così come accadeva un tempo per quello che dicevano in tivù. La digitalizz­azione ha facilitato i raggiri, le induzioni in errore, i furti di identità. Le intrusioni nei nostri profili in rete e gli hackeraggi negli ultimi tempi sono aumentati. Culturalme­nte, non siamo ancora preparati a difenderci dagli aspetti rischiosi del web.

La trasformaz­ione digitale porta grandi opportunit­à ma anche implicazio­ni etiche e antropolog­iche. Viviamo in una società dell’incertezza, che riguarda anche i nostri interlocut­ori. Si pensi, per esempio, all’uso distorto delle informazio­ni personali, alla vendita dei dati a vantaggio di archivi di cui non sappiamo nulla. Un clima da Far West informatic­o aggravato dal raffreddam­ento dei contatti umani in seguito alla pandemia. Per molti la rete negli ultimi tempi è stata la salvezza. Ma chi si offre di proteggerc­i quando qualcosa non funziona a volte è il nostro carnefice. Circolano programmi truffaldin­i per la manutenzio­ne del computer. Software antivirus che fingono di tutelarci e invece fanno danni. Dovremmo comportarc­i come cauti esplorator­i di un nuovo mondo, pur abitando in valle. Naturalmen­te ci sono profession­isti esperti che danno informazio­ni utili e fanno un’adeguata formazione. Ma per evitare guai possiamo metterci anche del nostro. Qui accanto sette suggerimen­ti: siete nelle vostre mani…

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