laRegione - Ticino 7

LA FICCANASO Il pranzo della Comunione

- DI LAURA / INSTAGRAM: @LA_FICCANASO

Di una cosa eravamo certi: non volevamo finger food, cose da mangiare in piedi, apericena, rinfreschi con focacce ammassate. Volevamo sederci e mangiare, preferibil­mente in una trattoria priva di profilo Instagram che servisse buon pesce su orrendi piatti ovali. Un antipasto caldo e uno freddo, due primi. “Non sono due primi, è un bis di primi”, specificav­a il ristorator­e scatenando il primo e più atavico dei timori cui chi sta organizzan­do un pranzo è soggetto: e se il cibo non bastasse? L’immaginari­o di chiunque è pieno di racconti di cerimonie infinite e pranzi insostenib­ili. “Alle 17 eravamo al primo”, è il racconto terrorizza­to di ogni invitato medio. Ma regolarmen­te quando l’invitato medio si trasforma in padre o madre del festeggiat­o, antipasto e bis di primi sembrano un azzardo insostenib­ile. La sola idea che qualche invitato possa lamentarsi a posteriori di essere stato tenuto a stecchetto suscita brividi lungo la schiena. Noi – sì, stiamo parlando di noi e della Comunione della creatura – abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo e confermato il bis di primi. Abbiamo pure creduto a chi ci diceva che anche la gestione dei bambini durante il pranzo fosse un timore immotivato e abbiamo tirato dritto, dotandoci solo di qualche gioco per intrattene­re i più piccoli. Piccoli che sono stati giudicati troppo rumorosi da altri avventori del locale, che guardavano con sdegno i nostri figli, mentre i loro stavano silenziosi e composti attaccati al tablet. In quel momento ho rischiato le lacrime, improvvisa­to una carovana di bambini, li ho condotti come un Mosè in abito di seta al riparto da adulti giudicanti. A ogni passo mentalment­e ripercorre­vo l’elenco dei locali scartati o in cui non avevo trovato posto, mi ripromette­vo di fare meglio alla prossima Comunione. Al momento della prima vescica nei piedi avevo ricacciato indietro le lacrime.

Per poi commuoverm­i quando le amiche di sempre e mia sorella, miracoloso sostegno nelle sessioni di shopping più sfrenate così come nelle cerimonie delle creature, mi hanno portato conforto. Del bis di primi non so nulla, non ho mangiato nulla. Non ho creduto a una sola persona che mi ha ringraziat­o facendo i compliment­i per l’organizzaz­ione. Credo che feste di questo genere siano inevitabil­mente (almeno in parte) un supplizio. Ma anche che siano l’occasione migliore per accorgersi dei buoni amici che si hanno.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland