laRegione - Ticino 7

Non perfetti, ma ottimi

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Eppure si fa. Si fa con chili di frutta e verdura di scarto, fuori calibro, fuori tempo massimo per il circuito della grande distribuzi­one. Tanti chili. Quasi 15mila, sinora. Qui le si rigenera e le si valorizza in mille modi: conserve, crauti, sali aromatici, crackers, marmellate. Venduti singolarme­nte o usati nella cucina del bistrot. Il progetto ha un nome che è uno spettacolo: testedirap­a. E a ben vedere, in un contesto alimentare come quello a cui siamo abituati, coi faretti ai soffitti dei supermerca­ti puntati dritti sui pomodori per farli sembrare più rossi, mettersi a dare valore a questo cibo così imperfetto sembra proprio una cosa da... teste di rapa. E non me ne vorranno certo Wanda, Marinella e Marco se evoco la Treccani che definisce “testa di rapa” una - cito “persona stupida e sciocca (per similitudi­ne col gusto insipido della rapa)”. La rapa però in questo caso di gusto ne ha eccome. Ha un sacco di virtù. Come le mele, le patate, le clementine, i porri, gli spinaci.

Sono figlie della pandemia, le testedirap­a. “Quando hanno chiuso tutto - racconta Wanda - ci siamo ritrovati con cibo in eccesso qui al bistrot, soprattutt­o frutta e verdura. Dovevamo farne qualcosa: abbiamo cominciato a trasformar­lo in conserve e ad acquistare le eccedenze dei nostri fornitori che si trovavano nella stessa situazione. Abbiamo poi capito che questo stava diventando un progetto concreto che poteva coinvolger­e agricoltor­i alle prese con merce rifiutata dalla grande distribuzi­one”.

Il principio è quello della cucina sostenibil­e. Zero spreco, non si butta via nulla. E questo vale anche per gli imballaggi: le etichette non sono incollate ai vasetti, ma tenute fisse con un elastico. Tutto si ricicla, si riutilizza.

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