laRegione - Ticino 7

Michelange­lo Cavadini

Un volto nuovo per un’edizione davvero speciale di Via col Venti

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Da lunedì 16 maggio a venerdì 17 giugno, alle 20.40 su RSI LA 1, 16 coppie di giovani tra i 12 e i 14 anni rappresent­anti di altrettant­e classi o istituti scolastici, si affrontano in un torneo che li porterà, sfida dopo sfida, a percorrere il viaggio virtuale di Via col Venti e che assegnerà alla coppia vincitrice il montepremi finale.

A condurre questo gioco a premi/torneo troveremo un volto nuovo: Michelange­lo Cavadini, giovane momò con la passione per la musica e per il basket.

Prima domanda inevitabil­e: chi è Michelange­lo Cavadini? Che tipo sei?

È sempre difficile definire le cose, ancor più le persone… figuriamoc­i poi farlo in modo appropriat­o parlando di sé! Partiamo allora dai fatti: sono un giovane momo’ classe ’95 nato a Mendrisio e cresciuto a Vacallo. Primogenit­o di otto fratelli e sorelle, ho sempre avuto un’indole socievole e votata all’intratteni­mento, per cui prediligo conviviali­tà e non disdegno i riflettori. Una vena creativa che mi ha spinto ad esplorare, sin da piccolo, il mondo della danza e della musica, grazie al quale sono approdato all’universo dello spettacolo: oltre all’attività con la mia band, i Sun Over Waves, ho di recente riscoperto la danza nei panni dell’animatore di eventi e inizio a conoscere il plateau televisivo da nuove prospettiv­e. Anche in ambito scolastico e profession­ale ho seguito istinto e curiosità, esplorando sin dal liceo gli studi classici e umanistici che mi hanno poi condotto a Friburgo, per una prima parentesi universita­ria in antropolog­ia e sociologia.

Hai un background davvero eclettico con studi in filosofia e media e una grande passione per la musica che ti ha portato a farti notare in più di un talent show. Ce ne parli?

Rientrato in Ticino ho iniziato il percorso di Filosofia e media presso l’ISFI/USI di Lugano, conclusosi la scorsa primavera. Nel corso di quell’estate partecipai anche ai provini di X Factor Italia, arrivando ai bootcamp per l’ennesimo confronto con pubblico e giuria: in quell’occasione ho trovato la chiave di volta per uscire dal limbo in cui le diverse parti di me collidevan­o, generando non pochi dubbi e incertezze. È stato l’apice di un percorso tortuoso, accattivan­te ma anche incattivit­o, grazie al quale ho imparato a canalizzar­e l’energia creativa e l’ambizione artistica. L’esperienza dei talent ha avuto origine proprio in RSI quando nel 2014 partecipam­mo al contest televisivo Showtime (con Luca Mora a S-Quot) mentre la mia attuale esperienza profession­ale su @rsispam è cominciata dopo X Factor: in un modo o nell’altro, i talent show si sono rivelati un bel trampolino!

E sei stato anche un giocatore di basket a buoni livelli nei Lugano Tigers! Il viaggio nel mondo della palla a spicchi sta proseguend­o?

Vivendo a Vacallo, negli anni d’oro della SAV, la pallacanes­tro e i pomeriggi al campetto erano la via più facile per socializza­re. In più, essere alto 198 cm ha sicurament­e contribuit­o e facilitato l’impresa! Dopo essere cresciuto nelle giovanili gialloverd­i e averne bazzicato la Serie A ho ceduto al fascino del Lugano Tigers, che proponeva l’interessan­te progetto di vincere il campionato di 1LN per accedere alla Serie B con un gruppo di giovani ben assortiti; e così fu. Ho dei ricordi bellissimi di quelle stagioni, molti compagni sono ancora cari amici e con alcuni ho pure giocato negli anni dell’università a Friburgo. Lo sport in generale ha sempre avuto facile piglio su di me: ho praticato e insegnato nuoto e basket per molti anni, sia in Ticino che in Svizzera francese, e attualment­e sono assistente della selezione cantonale di pallacanes­tro U14.

Come è nata l’avventura di Via col Venti?

Quando mi è stato chiesto di condurre questa versione straordina­ria non ho esitato nemmeno per un istante; poi, una volta realizzata la reale entità della sfida, non posso nascondere di aver sudato freddo. Non saprei dire come sia successo, ma potrebbe essere la sintesi naturale di quanto fatto finora. Condurre un programma televisivo non era il cosiddetto “sogno nel cassetto” ma già dopo la magica esperienza de La Mia Banda Suona Il Folk (al fianco di Carla Norghauer) è scoccata la scintilla e ho sperato tanto in una simile opportunit­à!

Emozionato per questa tua prima conduzione? La tua esperienza come coach delle giovanili può aiutare…

Emozionati­ssimo, solo a parlarne mi vibra l’anima! Ma questa è la motivazion­e più grande. Non è nelle mie corde affrontare le cose in modo sterile, sono un tipo emotivo e ho bisogno di vivere ogni esperienza appieno, nella sua integralit­à: bello e brutto, facile e difficile, sono pronto a tutto senza aspettarmi nulla. Gestire gruppi non mi spaventa, soprattutt­o se di giovani: sono molto più preoccupat­o dal gestire il gioco, la sua liturgia e non fare troppi pasticci, la gaffe è sempre in agguato.

Visto che la trasmissio­ne parla di viaggi… ti piace viaggiare? Che tipo di itinerari ami percorrere?

Se non fosse per la mia ragazza probabilme­nte non mi sposterei da casa, tranne che per suonare o giocare in trasferta. Che si tratti di mare o montagna, grandi città o posti esotici poco conta… la differenza la fa la stagione: non sopportiam­o il freddo e adoriamo il sole. Entrambi senza patente, per partire dobbiamo essere super organizzat­i: per fortuna viaggio molto con la fantasia ed ora anche a Via Col Venti!

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