laRegione - Ticino 7

Curiosando nei bassifondi dell’antichità

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L’incontro

Catherine Salles ha oggi 82 anni. Una gentile signora che è un’autorità in materia di storia antica, greca e soprattutt­o romana, con al suo attivo decine e decine di pubblicazi­oni, alcune anche recenti; per anni è stata professore­ssa di Antichità romana all’Università di Parigi-Nanterre.

L’avevo invitata anni fa per tenere una conferenza al Palacongre­ssi di Lugano, in occasione dell’uscita in italiano del volume I bassifondi dell’antichità e lì l’avevo conosciuta di persona dopo l’entusiasma­nte lettura del suo libro. Si tratta di una ricerca sui testi antichi e sulle immagini, che ritengo istruttiva alla luce della situazione sociale nel mondo odierno, caratteriz­zata com’è da enormi differenze di ricchezza tra Paesi e tra individui. Un libro che mette crudelment­e a nudo la faccia nascosta di quell’antichità classica che noi giustament­e ammiriamo attraverso le testimonia­nze che troviamo in biblioteca o che incontriam­o nei musei e nei nostri viaggi: oggetti preziosi, grandi imperatori, eroi, pensatori illustri, testi letterari o teatrali che hanno marcato le culture occidental­i, sculture e monumenti ricoperti di marmo che sono stati l’ombelico del mondo. Una splendida realtà che certo dobbiamo tenere presente.

Catherine Salles getta invece uno sguardo sull’inferno degli emarginati, su coloro che non hanno potuto far sentire la loro voce, se non raramente (e molto casualment­e) attraverso le parole degli autori antichi: lavoratori della terra, minatori, soldati, schiavi in fuga, gladiatori, delinquent­i, ma soprattutt­o chi sopravvive­va facendo commercio del proprio corpo, donne, giovani e bambini. A quei tempi nessun Friedrich Engels (che parlerà delle condizioni di vita della classe operaia inglese) o un Victor Hugo dei Miserabili, per denunciare gli abusi di una società disumana.

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Dipinto murale con una scena erotica a Pompei. I lupanari (dal latino lupa, ovvero prostituta), nel corso di tutta l’epoca romana erano i luoghi deputati al piacere sessuale mercenario, in pratica delle vere e proprie ‘case di tolleranza’.
Lupanari Dipinto murale con una scena erotica a Pompei. I lupanari (dal latino lupa, ovvero prostituta), nel corso di tutta l’epoca romana erano i luoghi deputati al piacere sessuale mercenario, in pratica delle vere e proprie ‘case di tolleranza’.

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