Quando all’asilo hanno paura di ‘farsi male’
Per avere un’opinione obiettiva, con un occhio rivolto al mondo dell’insegnamento, abbiamo chiesto il parere a Piera Malagola, docente in Scienze dell’educazione al Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa) della Supsi a Locarno.
Signora Malagola, qual è il suo punto di vista rispetto agli alunni e studenti figli di ‘genitori elicottero’?
“Il tema delle famiglie iperprotettive è una realtà evidente da almeno una ventina d’anni e probabilmente in piccole dosi c’è sempre stato. È responsabilità dei genitori proteggere i propri figli, diventa un problema e un limite solo quando risulta eccessivo”.
Il tema è dunque oggetto di attenzione anche al DFA della Supsi?
“La comunicazione con le famiglie è fondamentale per sostenere e supportare i processi di apprendimento degli allievi. I genitori iperprotettivi, così come tutte le famiglie che si trovano in un momento di difficoltà, sono oggetto di particolari attenzioni comunicative e relazionali, la formazione dei docenti è supportata con specifici corsi sia nella formazione di base che in quella continua”.
La letteratura parla di maggiori difficoltà scolastiche per questi allievi: lei è d’accordo?
“L’aiuto non richiesto (dai figli, ndr) impedisce ai pargoli di entrare in contatto con le normali emozioni negative di frustrazione e di paura, che generalmente sperimentiamo prima di nuove esperienze di apprendimento, per esempio. Mantenendo costantemente una modalità di ‘pronto soccorso’ emotivo, i rampolli dei ‘genitori elicottero’ si sentono persi e vanno in crisi nel contesto scolastico in cui ci si trova soli ad affrontare delle prove. Sono persone che più facilmente possono sviluppare nel tempo problemi d’ansia, difficoltà relazionali e comportamentali che possono sfociare in un atteggiamento depressivo”.
Ci sono dei segnali che i docenti dovrebbero cogliere?
“Per esempio, i bambini della scuola dell’infanzia possono evitare di giocare in giardino per paura di farsi male, alle Elementari la ‘scuola verde’ diventa un problema, hanno paura di dormire lontano da casa, sono in difficoltà a essere autonomi o al contrario sono troppo meticolosi, per esempio i quaderni devono essere perfetti. I ragazzi più grandi vanno in crisi nell’affrontare attività sportive o test scolastici per paura di fallire”.
Docenti e ‘genitori elicottero’ dovrebbero collaborare ma non è sempre il caso. I docenti come possono aiutarli?
“Forse l’indicazione più concreta e più utile che può essere data a questi genitori è che imparino a ‘osservare senza intervenire’, per insegnare ai loro figli ad affrontare in autonomia le piccole difficoltà che la vita propone”.