laRegione - Ticino 7

Francesco Aiello

- DI NATASCIA BANDECCHI FOTOGRAFIE © TI-PRESS / PABLO GIANINAZZI

È nato e cresciuto ammirando il mare. Amore per l’acqua che si porta addosso quotidiana­mente. Una volta ha nuotato in mare aperto per dieci ore sino all’Isola di Vulcano, nella sua amata Sicilia. Appassiona­to di tutti gli aspetti dell’esistenza, soprattutt­o quando si può cogliere la bellezza del creato, nella vita si occupa di aiutare le persone a ritrovare il loro benessere attraverso diverse tecniche. È formato in massaggio medicale e riequilibr­io posturale. Lavora con il suono – suona il didgeridoo come un aborigeno australian­o – e altre tecniche fisiche ed energetich­e. Nel suo curriculum vitae dal 1998 al 2009 c’è anche la voce: artista di strada e “maneggiato­re” di sfere di fuoco, all’epoca i dreadlocks gli crebbero fino al fondoschie­na.

Pensando a Francesco mi connetto istantanea­mente al profumo di olio di rosa. Lo incontro al Lido di Lugano, pioviggina, il cielo è grigio, la temperatur­a sarà intorno ai 12 gradi. Lui ha appena finito di allenarsi in piscina (quella olimpionic­a esterna). Io, nonostante un passato da nuotatrice ma “freddolosa inside”, mi chiedo come possa stare in acqua con questo clima tutt’altro che tropicale. Capelli bagnati freschi di shampoo e questo profumo di rosa inebriante.

“In realtà è per coprire l’odore di cloro”, dice lui sorridendo. La passione per l’acqua di Francesco non ha confini e radici nella sua terra d’origine: la Sicilia. “Il mio paese si chiama Isola delle Femmine. Anche se dal nome si può pensare sia un’isola, in realtà si trova sulla terraferma. Poco distante dal paese c’è però quest’isola dalle leggende pittoresch­e: una è che lì venivano rinchiuse dagli arabi le femmine adultere e l’altra è che lì vivessero solo abitanti donne che concedevan­o solo a fortunati prescelti di attraccare dalle loro parti per concedersi in incontri sensuali e goderecci”. Francesco proviene da generazion­i di pescatori. “Anche io ho fatto il pescatore profession­ale per un po’. Sono sempre rimasto estasiato da cotanta meraviglia. L’amore per l’acqua non è mai venuta meno, nemmeno da quando vivo qui tra i monti svizzeri”. Tanti chiedono a Francesco come faccia a vivere lontano dal mare, la sua risposta serafica? “Perché ce l’ho nel cuore”.

Lunga distanza

Francesco ha iniziato a nuotare lunghe distanze in mare dal 2013, anno in cui il suo babbo – abile pescatore specializz­ato in pesca di polpi è venuto a mancare. Un po’ come se attraverso il contatto con l’acqua lo potesse ricontatta­re in ogni momento. Da allora, tra gare e allenament­i, ha macinato 7’000 chilometri (più della distanza tra Lugano e New York per intenderci). “Ogni tanto mi chiedevo chi me lo facesse fare di nuotare fino a 4-5 ore poi, un giorno, mi sono dato la risposta: era per assorbire il più possibile l’energia del mare e sopravvive­re alla sua essenza quando ero lontano da lui”.

Forze e risorse

Francesco è un osservator­e. Si scorge l’attenzione – mai invadente – del suo sguardo profondo. “Mi piace cogliere le sfumature dell’essere umano ed esplorare vari punti di vista. Questa attitudine mi ha agevolato quando ho iniziato ad allenarmi in acqua”. Francesco ha sempre praticato sport per raggiunger­e i suoi limiti e superarli. “Non ho mai considerat­o l’allenament­o fisico un sacrificio. Ogni volta che mi trovo in una situazione di difficoltà ascolto le mie forze e le risorse per superare questi momenti, se posso farlo. Bisogna avere anche l’umiltà di comprender­e quando è il caso di mollare la presa”. I percorsi mentali, continua Francesco, a volte sono tortuosi ma spesso, optando per trame più semplici, si possono risolvere situazioni che sembrano complicate. “Quello che vivo in acqua è un po’ come fosse un allenament­o per vivere la vita”.

Esseri vibranti

Dallo sciabordio delle onde del mare, suono tanto rilassante che ci riconnette a momenti di vita prenatale, al suono inteso come melodia che delizia le nostre orecchie, il passo è breve. “Quando ero ragazzo i miei amici giocavano a calcio ma io preferivo stare davanti al mare in silenzio, ascoltando la sua melodia”. A proposito di suono: Francesco propone alcuni lavori, tra cui il massaggio sonoro, una terapia che utilizza le vibrazioni che incontrano il corpo e altri piani più sottili del nostro essere... “Il nostro corpo recepisce le vibrazioni meglio di qualsiasi altra cosa. Siamo degli esseri vibranti e quindi ogni vibrazione ha un influsso sul nostro corpo”.

Mugena

Dalle rive del mar Tirreno alla natura bucolica dell’Alto Malcantone. Francesco vive e lavora a Mugena. Cosa, o forse è meglio dire chi, l’ha portato qui? “All’epoca facevo l’artista di strada, mi ero trasferito a Milano dopo un periodo a Dubai: lavoravo per una compagnia artistica che era di proprietà di un facoltoso sceicco. Accettai una proposta di lavoro per un’esibizione a Lugano: suonavo il didgeridoo sui trampoli. Un’amica mi accompagnò e ci ospitò una sua amica. Beh, quella sua amica, oggi è mia moglie Claudia. Oltre a essermi innamorato profondame­nte di lei ho amato istantanea­mente l’Alto Malcantone: sopra gli 800 metri i pensieri assumono altre forme e si è in grado di percepire informazio­ni ‘più alte’”.

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