Il divano bianco
La svolta verso i colori chiari risale a ormai qualche anno fa. Perché, e qui la Ficcanaso si autocita, “il bianco sta alle abitazioni come il nero sta alle persone. Significa che chi ha complessi di coscia importante e spazi angusti, vestirà abiti scuri e sceglierà colori chiarissimi per ridipingere la propria casa”. Con una coerenza – invero incredibile per noi - siamo ancora qui, affaticate e non pentite per il pavimento chiarissimo
(“Si sporca facilmente, ma si pulisce facilmente”, è il mantra che amiamo ripetere), fieramente convinte che certe scelte vadano fatte fino in fondo al punto da ordinare un divano di lino chiarissimo.
Dopo mesi di attesa è arrivato. Da ormai qualche settimana lo conosciamo e ci siamo abituate a lui, facciamo di tutto per essere alla sua altezza. Lo guardiamo tutti orgogliosi, apprezziamo la comodità dei cuscini, sottolineiamo la superiorità rispetto ai divani Ikea che lo hanno preceduto. Siamo grandi, fieramente entriamo nella mezza età con un divano da gente seria.
La sera in cui è arrivato le bambine lo hanno macchiato con del sangue fuoriuscito da una delle mille ferite che hanno sulle gambe in questi giorni di parchetti selvaggi. Niente di meglio. Cuscino lavato in tempo record, la mattina il divano era come nuovo e noi sapevamo di poter tornare a ripetere il mantra: si sporca facilmente ma si pulisce facilmente. Per lui faremo di tutto e metteremo in piedi un insieme di regole ferree: sul divano non si mangia, sul divano non si appoggiano pile di libri da leggere. I cuscini si sprimacciano a dovere prima di andare a dormire.
Qualcuno protesta timidamente, poi cede abbagliato da quel color panna così affascinante. La famiglia è insolitamente armoniosa. Tutti crediamo nel divano e soprattutto nell’emancipazione necessaria dal telo copridivano che ricordiamo dalle case delle nonne. Un giorno i miei nipoti ricorderanno i divani che ho dovuto cambiare, non certo i teli a copertura.